COMUNICATO STAMPA
CENTRALI COOPERATIVE: NO A SALTI NEL BUIO. LA FUSIONE TRA IRCAC E CRIAS SENZA UN PROGETTO DEFINITO DANNEGGIA LE COOPERATIVE
“E’ una decisione certamente sbagliata nel metodo.
E probabilmente, per quel poco che è dato apprendere dalla lettura del testo, è sbagliata anche nel merito”.
E’ il primo commento a caldo dei Presidenti regionali delle organizzazioni di rappresentanza del mondo cooperativo, ACGI, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP e UNICOOP, che insieme rappresentano oltre il 90% della cooperazione siciliana, alla notizia di queste ore relativa alla presentazione di un emendamento alla finanziaria che prevede la fusione tra IRCAC e CRIAS.
“Per ciò che riguarda il metodo non comprendiamo per quale motivo si propone una scelta di cosi grande impatto per le imprese cooperative siciliane senza alcun confronto con le organizzazioni di rappresentanza del settore. Organizzazioni che si sono sempre rese disponibili ad affrontare in maniera costruttiva l’argomento.
Nel merito, invece, sottolineiamo due questioni. La prima questione è relativa alla quasi certa interruzione delle attività di erogazione del credito alle cooperative che deriverebbe dall’approvazione della norma. In questi anni, grazie alla collaborazione tra Associazioni ed IRCAC, l’Istituto ha assunto un ruolo importante nel finanziamento della cooperazione siciliana. Il solo 2009 ha visto 151 finanziamenti approvati dall’IRCAC per un ammontare di 17 milioni e 300mila euro in linea con la media annuale dell’attività dell’ultimo quinquennio. E contestualmente sono state introdotte innovazioni nel regolamento dell’Istituto che hanno permesso di agevolare l’accesso al credito, di semplificare le procedure, di introdurre nuove forme di finanziamento delle attività delle cooperative siciliane. L’IRCAC è insomma un ente che oggi funziona e che rappresenta un patrimonio importante per la cooperazione in Sicilia. Pensare alla sua fusione ed alla sua conseguente totale ristrutturazione senza un progetto definito significherebbe bloccarne le attività a tempo indeterminato. Per fare un esempio concreto non osiamo pensare alle sole difficoltà, nell’attuale quadro politico, a dare vita ad un nuovo Consiglio di Amministrazione e ad un nuovo organigramma. Difficoltà da sole sufficienti a bloccare nei fatti ogni operatività nell’erogazione del credito con la conseguenza, in un momento di cosi grave crisi economica, di produrre un danno mortale a tante cooperative siciliane che contribuiscono ogni giorno, con il loro operato, a costruire buona occupazione, ad emancipare tanti piccoli imprenditori, a favorire la democrazia economica. La seconda questione è direttamente relativa alla specificità delle cooperative. Le esigenze di credito sono ben differenti in ragione della diversa tipologia d’impresa. Se si vuole realmente, e non solo a parole, il bene della cooperazione siciliana, occorre assumere consapevolezza del fatto che il progetto di un istituto unico, che può anche avere un senso, non può prescindere dall’individuare in via preliminare la soluzione per dare compiute risposte a queste diverse esigenze e ad assegnare risorse congrue a tutti i settori.
Per questi motivi auspichiamo che il Governo ed il Parlamento accantonino questa norma frettolosa e diano vita ad confronto produttivo con le organizzazioni di rappresentanza sull’argomento del mediocredito siciliano. Le organizzazioni del movimento cooperativo, per propria storia e tradizione, non si opporranno certo alle innovazioni e non faranno difese di posizione.”