La chiamano malaburocrazia. Un termine che racchiude un po’ di tutto, dai pagamenti in ritardo agli intoppi nel rilascio dei documenti, e che passa per la fitta selva di uffici, norme e tributi dove gli imprenditori perdono tempo e denaro, appalti e lavoro. Un dato su tutti: se in Europa i pagamenti della pubblica amministrazione vengono erogati in media entro 65 giorni, in Italia si va da un minimo di 92 giorni a un massimo di 664.
“Ma per le imprese sociali siciliane questo massimo l’abbiamo più che superato – denuncia Michele Cappadona, presidente dell’Agci Sicilia – Ci sono cooperative che aspettano i pagamenti dei comuni da più di due anni e nonostante ciò hanno continuato a lavorare per fornire assistenza alle famiglie più bisognose. Non è più accettabile che l’affermazione di un diritto come questo, sancito dalla Costituzione, passi per il sacrificio di coop e lavoratori”.
“Anche noi patiamo gli effetti della crisi ma non possiamo certo lasciare sole queste persone – dicono gli operatori delle coop – Le cooperative ci pagano regolarmente i contributi. Ma nonostante ciò, capita spesso di doverci fare prestare soldi da familiari o amici per andare avanti. Persino per pagare la benzina per andare a trovare i nostri assistiti”. E’ così che va avanti il welfare siciliano. Ed è così che rischia di implodere. “Se continuiamo di questo passo le cooperative saranno costrette a chiudere i battenti”, avverte Cappadona. A danno di circa 1.400 operatori del settore che rischiano di perdere il posto di lavoro.
Ma i problemi non finiscono qui: perché i pagamenti, quando arrivano, sono spesso insufficienti. Si prenda il caso dei più di duemila disabili ricoverati nelle case famiglia presenti nell’Isola: a loro, nel 2010, la Regione ha erogato un contributo quotidiano di 18,74 euro, quando in realtà, ogni giorno, ne servirebbero almeno 69. “Dinanzi a tutto ciò – conclude Cappadona – la Regione è stata pressoché inerme. Per il 2011, a dispetto di un fabbisogno di 40 milioni, la Regione ha erogato un contributo complessivo di 12 milioni. A questo punto, si devono spostare le competenze sul settore dall’assessorato alla Famiglia a quello della Sanità. La proposta sarà portata nei prossimi giorni alla commissione Sanità dell’Ars. Del resto, qui si parla di diritto alla salute. Diritto per il quale in questi anni i diversi assessori regionali alla Famiglia hanno fatto poco o niente”.
Per tutte queste ragioni, annuncia Cappadona, l’Agci Sicilia promuoverà una mobilitazione regionale insieme alle altre centrali cooperative.