Michele Cappadona: «Disabili psichici, stravolti illegittimamente i requisiti di accreditamento delle strutture di accoglienza sia assistenziali che sanitarie. A rischio circa 1250 posti di lavoro in Sicilia».
Gli assessori regionali alla Famiglia e alla Salute hanno emanato il decreto interassessoriale n. 1326/2024 che illegittimamente prescrive nuovi requisiti strutturali, generali e speciali, per l’accreditamento e per il funzionamento delle strutture sociosanitarie “di lunga assistenza, delle strutture sociosanitarie semiresidenziali per anziani con demenza, delle strutture sociosanitarie residenziali psichiatriche”, per giunta non assegnando agli operatori sociosanitari un congruo termine per adeguare le proprie strutture già accreditate e funzionanti.
In sostanza, i due assessorati alla Famiglia e alla Salute hanno prescritto - senza però averne alcuna competenza, che spetta per legge al Presidente della Regione - nuovi limiti dimensionali per le strutture nonché numero e profili professionali del personale da assumere, stravolgendo così i requisiti previsti dai decreti presidenziali vigenti in materia (DPRS 29.6.1988 e DPRS 4.6.1996).
Diciassette cooperative aderenti all’AGCI Sicilia hanno depositato ricorso al TAR Sicilia contro l’Assessorato regionale alla Salute e l’Assessorato regionale alla Famiglia per l’annullamento in toto, previa sospensiva degli effetti, del Decreto congiunto n. 1326 sui nuovi accreditamenti delle strutture sociosanitarie, contestando l’incompetenza dell’Autorità emanante, e in subordine, la illegittimità del provvedimento impugnato nella parte in cui ha fissato, per le comunità alloggio per disabili psichici, nuovi standard strutturali e organizzativi in sostituzione di quelli previsti con Decreto del Presidente della Regione Siciliana nel 1988 e nel 1996, e nella parte in cui, nel prevedere l’adeguamento a tali nuovi standard, non ha fissato un congruo termine per adempiere.
«Assistenza socio-sanitaria sempre più allo sbando. Spiace prendere atto degli effetti disastrosi provocati ancora una volta dalla mancata concertazione del Governo regionale con gli operatori e associazioni di settore», dichiara Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane - AGCI Sicilia. «Non si comprende quale sia la logica che muova gli assessorati al Lavoro e alla Salute nell’emanare un decreto che rade al suolo l’attuale sistema delle strutture residenziali di assistenza di prossimità per i disabili psichici. Il Decreto 1326 - sottolinea Michele Cappadona - sopprime l’Albo regionale delle strutture socio assistenziali, e nello specifico delle comunità alloggio per disabili psichici in possesso degli standard organizzativi e strutturali al momento previsti.
Si tratta di circa 230 strutture che accolgono 2.300 utenti, spesso senza famiglie di riferimento o caregivers che possano prendersene cura. Per quanto riguarda gli standard organizzativi, il nuovo decreto elimina figure professionali assolutamente necessarie per la conduzione di una struttura residenziale sia essa assistenziale che sanitaria, e mette a rischio oltre 1.250 posti di lavoro. Eliminate perfino figure ausiliarie basiche come gli inservienti. Dall’abrogazione che ora viene disposta delle attuali strutture, consegue il legittimo quesito: le comunità alloggio per disabili psichici faranno riferimento ancora all’Assessorato alla famiglia o a quello alla sanità? Chi si occuperà quindi dell’erogazione dei fondi necessari al loro sostentamento?
Si sottolinea - continua Cappadona - che l’applicazione del Decreto n. 1326/2024 comporterà importanti variazioni in termini di bilancio regionale, che avrebbero dovuto preliminarmente essere valutati in termini di analisi dei fabbisogni e appostamento delle relative somme».
«Ritengo sia intollerabile - prosegue Michele Cappadona - la superficialità con cui si emanino disposizioni che prevedano una data, il 21 novembre 2025, entro cui non è dato sapere se i disabili psichici ospitati nelle attuali strutture residenziali saranno espulsi senza porsi il problema di dove dovrebbero andare: non si tratta di pacchi ma di persone. Confidiamo che il nuovo assessore alla Salute, appena insediato, possa recedere da una disposizione così vergognosa e illegittima presa dal suo predecessore, e dello stesso avviso sia l’assessore alla Famiglia.».
«Non nascondiamo il timore che l’adozione di misure così stravolgenti il sistema non porti nei fatti al “ritorno dei manicomi in Sicilia”, cioè di luoghi di custodia e cura in cui collocare, per lo più per tutta la vita, le persone prive di mezzi "pericolose a sé e agli altri e di pubblico scandalo". Questo senza tenere conto dell’incompatibilità dei due termini "cura" e "custodia", senza conferire priorità assoluta alla cura piuttosto che alla “custodia della follia”. Occorre attenzione verso l’emarginazione del disabile psichico e non preoccuparsi semplicemente del “dove lo metto” se la psichiatria non è in grado di guarirlo.
Il Decreto 1326, infine», conclude Michele Cappadona, «rischia di essere l’ennesimo provvedimento della Regione Siciliana volto a smantellare il sistema di assistenza di prossimità nel territorio, di azzeramento delle professionalità degli operatori e di distruzione del tessuto delle imprese sociali e strutture del terzo settore, in perfetta contraddizione con i principi di corretta devoluzione e autentica autonomia differenziata, tuttora oggetto di pretestuoso dibattito politico».
Per affrontare tempestivamente le profonde criticità sollevate dal Decreto Interassessoriale, AGCI Sicilia ha chiesto un incontro istituzionale urgente comunicando la grave situazione al Presidente della Regione Siciliana, al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, all’Assessore alla Salute, all’Assessore alla Famiglia, all’Assessore al Bilancio, al Presidente della VI Commissione ARS - Salute, servizi sociali e sanitari, al Presidente della V Commissione ARS - Lavoro, al Presidente della II Commissione ARS - Bilancio.