“I servizi socio-sanitari, ambito cruciale e complesso cui guarda con attenzione il mondo della cooperazione nella programmazione della spesa pubblica regionale”, dice Michele Cappadona, presidente Agci Sicilia, “sono elemento fondamentale nel documento propositivo che l’Alleanza delle cooperative ha illustrato alla commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana”.
L’ACI Sicilia, Alleanza delle Cooperative Italiane (AGCI Sicilia-Confcooperative Sicilia-Legacoop Sicilia) è stata ricevuta in audizione all’Ars, lo scorso 10 aprile, presentando in Seconda Commissione proposte su temi specifici in relazione al disegno di legge di Stabilità regionale per l’anno 2018, attualmente in fase di studio. Proposte concrete che, sulla scorta dell’esperienza e delle criticità rilevate nel settore dell’imprenditoria cooperativa, spaziano dalla modifica degli articoli 1, 8 e 10 del ddl di Stabilità n. 231/2018, che riguardano la creazione di un Ente unico che dovrebbe incorporare gli istituti Ircac e Crias, al potenziamento dei Centri di assistenza tecnica previsti dalla L.R. n. 4/2003 a supporto dello sviluppo e alla competitività del tessuto imprenditoriale regionale, alla riorganizzazione dei servizi socio-sanitari, alla semplificazione delle procedure per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata in Sicilia.
Finanziaria e comparto socio-sanitario: dai minori ai disabili, dalla insufficienza dei fondi al ritardo nei pagamenti che sfiora i due anni, il settore dei servizi di assistenza rischia il collasso
“Il nodo cruciale del documento da noi consegnato in Seconda Commissione è costituito dalle previsioni di spesa per i servizi socio-sanitari, su cui l’ACI Sicilia ha presentato diversi emendamenti”, spiega Michele Cappadona. “Vengono proposti sostanziali aumenti rispetto alle somme già previste dal governo Musumeciper i capitoli di spesa relativi ai servizi socio-assistenziali rivolti ai minori, nativi e stranieri. In particolare, per i ‘minori stranieri non accompagnati’ è stata avanzata la proposta di sollecitare il Governo nazionale perché costituisca un Fondo Speciale per la Sicilia, che per la sua posizione registra percentuali di sbarchi di immigrati più alte rispetto al resto del Paese, ovvero la creazione di un apposito capitolo di spesa”.
Disabili gravissimi, occorrono standard organizzativi coerenti per tutti i fornitori di servizi di assistenza
Riguardo ai disabili gravissimi, in merito alle somme erogate direttamente alle famiglie l’ACI Sicilia propone una revisione della politica dei contributi fissi (pari a 1.500 euro), auspicandone la sostituzione con contributi proporzionati al singolo caso, valutato sulla scorta del fabbisogno del disabile secondo il relativo progetto individuale previsto dall’art. 14 della L. 328/2000.
Disabili psichici, fondi insufficienti a garantire standard minimi e continuità dei servizi
In favore dei disabili psichici viene previsto, dal governo Musumeci, lo stanziamento di 37 mln di euro, che l’Alleanza delle Cooperative siciliana ha proposto di elevare almeno a 48,5 mln. Risorse comunque insufficienti a soddisfare le necessità del settore, secondo le stime di AGCI Sicilia, a fronte di una base di circa 2.500 disabili psichici che ricevono assistenza e continuità terapeutica all’interno delle numerose Comunità Alloggio operanti sul territorio regionale. Secondo Michele Cappadona “occorrerebbero circa 69 mln al comparto dei servizi socio-assistenziali e sanitari per mantenere elevati gli standard qualitativi e garantire continuità ai servizi, a tutela degli utenti, delle loro famiglie e dei lavoratori. Sommando quei 48,5 mln di euro a ulteriori 6 mln derivanti dalle compartecipazioni degli stessi utenti, i quali contribuiscono con una percentuale proporzionata alle proprie pensioni di invalidità, verrebbero a mancare ancora 14,5 mln, circa il 22% del totale da noi stimato, per i quali riteniamo giusto coinvolgere le amministrazioni comunali. Sono queste ultime che di fatto richiedono e dispongono, per il tramite dei propri Servizi sociali professionali, gli inserimenti dei disabili all’interno delle Comunità Alloggio gestite dalle cooperative”.
Ritardi nei pagamenti dei servizi di assistenza, da uno a due anni: situazione insostenibile
“Perché il settore non collassi, però”, continua Cappadona, “è assolutamente necessario e non più rinviabile risolvere l’annosa questione dei ritardi dei pagamenti da parte delle P.A. che in Italia, ricordo, arrivano a 600 giorni, con una media non inferiore a 365. Nessuna impresa può sostenere ritardi così prolungati e di questo passo aumenterà significativamente anche la percentuale di disoccupazione degli operatori. Sono a rischio circa 2.000 posti di lavoro. Non si deve più permettere che le conseguenze di questi ritardi ricadano sui lavoratori e sulle cooperative sociali, che sono solo i gestori di servizi disposti comunque dalle Autorità territoriali”.
Credits: ilgazzettinodisicilia.it