La riflessione sulle polemiche intorno alla legge Finanziaria appena approvata e ai fondi da destinare in Sicilia ai disabili che il senatore Davide Faraone ha pubblicato sulla sua pagina Facebook (e ampiamente ripresa dai mezzi di stampa) ripropone il tema dei diritti incomprimibili nella spesa pubblica.
Nel merito interviene Michele Cappadona, presidente Agci Sicilia: “Il mondo della cooperazione sociale è da sempre naturalmente impegnato nella tutela dei diritti delle persone non autosufficienti. È un tema che ricorre drammaticamente nelle scelte politiche a qualsiasi livello, da quando vige il principio del pareggio di bilancio introdotto nel 2012. I diritti dei cittadini costano, ma sono insopprimibili. Garantirli è una scelta di civiltà.”
Faraone lancia una proposta senza colore politico, ma di buonsenso. “Si stabilisca la cifra da destinare alla non autosufficienza (ho letto sui giornali che sarebbero 270 milioni di euro per 12.000 disabili gravissimi censiti) e si consideri quel capitolo di bilancio, non comprimibile. In gergo tecnico in un bilancio, un capitolo non comprimibile è un capitolo non modificabile”.
“Quindi nessun deputato in sessione di bilancio potrà presentare emendamenti che spostino da un capitolo non comprimibile ad un altro. Possiamo rendere il capitolo in cui sono previsti i fondi per la non autosufficienza non comprimibile? Un capitolo che cresce o cala, non perché un deputato toglie, magari per finanziare una sagra paesana, o magari perché sul tema si spengono i riflettori, ma semplicemente perché cambia il numero di soggetti destinatari? Credo sarebbe un gesto di civiltà e di rispetto dei principi costituzionali”.
Fu governo Berlusconi a varare, l’8 settembre 2011, su proposta del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il disegno di legge per l’introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Costituzione. Il successivo “governo tecnico” (Monti) sottoscrisse il 30 gennaio 2012 il patto di bilancio tra paesi UE, il “fiscal compact”. L’obbligo di pareggio fu introdotto dalla legge costituzionale n. 1 del 20 aprile 2012, con prima applicazione nell’esercizio finanziario 2014.
“Che la tutela dei diritti dei disabili prevalga sul principio di pareggio di bilancio è stato stabilito con la sentenza della Corte Costituzionale 275/2016”, ricorda Michele Cappadona. “Nei diritti incomprimibili rientrano servizi sociali essenziali, assistenza sanitaria, istruzione gratuita, sostegno assistenziale e previdenziale agli inabili al lavoro e ai disoccupati involontari”.
La sentenza della Corte Costituzionale citata recita: “È la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio, e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione”.
“Far prevalere il principio del pareggio di bilancio rispetto ai diritti dei cittadini”, continua Cappadona, “equivale allo smantellamento dello Stato sociale e la privatizzazione dei servizi sociali essenziali, rendendoli accessibili solo a chi può consentirseli. Mettere al primo posto la dignità della persona è un criterio inviolabile. La pubblica amministrazione ha l’obbligo di garantire la congruità dei fondi a tutela dei diritti incomprimibili tutelati dalla prima parte della Costituzione, con priorità rispetto agli articoli della parte economica. L’Associazione generale delle cooperative italiane sosterrà in ogni sede la battaglia per i diritti incomprimibili come doveroso impegno costituzionale di solidarietà politica, economica e sociale”.
Credits: ilgazzettinodisicilia.it