Pubblicati ieri dal Dipartimento della Pesca Mediterranea due interessanti bandi relativi alle misure 1.42 “Valore aggiunto, qualità dei prodotti e utilizzo delle catture indesiderate” e 1.38 “Limitazione dell’impatto della pesca sull’ambiente marino e adeguamento della pesca alla protezione della specie”. Il primo permetterà alle imprese di pesca di realizzare piccoli investimenti per migliorare l’offerta anche attraverso la lavorazione e la trasformazione del pescato mentre il secondo permetterà alle imprese di acquistare attrezzature da pesca più selettive e in grado di diminuire l’impatto su alcune specie protette.
“Entrambe sono due misure importanti per costruire una migliore immagine della nostra pesca, più attenta e sostenibile”, dichiara Giovanni Basciano, responsabile del settore Pesca di AGCI Sicilia. “L’Associazione generale delle cooperative italiane negli scorsi anni ha realizzato e fatto partecipare proprie cooperative a diversi programmi comunitari mirati sull’uso di attrezzi da pesca in grado di tutelare specie protette come tartarughe o squali, o di apparati che migliorassero la selettività degli attrezzi.
Inoltre l’assessore Edy Bandiera ha comunicato la prossima pubblicazione di altri bandi relativi alla misura 1.40 che permetteranno di finanziare la raccolta dei rifiuti in mare e delle reti abbandonate.
I nostri pescatori infatti in mare si trovano a recuperare rifiuti di ogni genere che non possono riportare a terra e semplicemente depositarli nei cassonetti: sarebbero sottoposti a contravvenzione in quanto quelli raccolti sono considerati rifiuti speciali. Quindi la possibilità di attrezzare i porti con idonei servizi in grado di smaltire questi rifiuti potrebbe servire a pulire il mare dalla cosiddetta ‘marine litter‘ e migliorerebbe l’immagine dei nostri pescatori che di mare vivono e che in un mare pulito e ricco di pesce vogliono continuare a vivere.
Oggi si parla molto di plastica in mare la cui enorme presenza è nota a tutti a causa soprattutto della cattiva gestione dei rifiuti urbani e delle abitudini di consumo. Non si tratta solo di un fatto estetico ma di un problema che può mettere a rischio la salute degli stock ittici e danneggiare oltre alla quantità del pescato anche la sua immagine di salubrità. Bene quindi hanno fatto i sindaci di Lampedusa, Malfa, Avola, Noto a vietare l’uso di stoviglie ‘usaegetta’, speriamo che tante altre amministrazioni seguano questo buon esempio”.
Credits: ilgazzettinodisicilia.it