“L’Agci denuncia e respinge con fermezza il tentativo di cancellare la presenza delle associazioni di rappresentanza di cooperative e artigiani dal consiglio di amministrazione del nuovo Istituto regionale per il credito agevolato della Regione Sicilia, che si costituirà fondendo Ircac e Crias”, dichiara Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane.
“L’assessore alle Attività produttive Turano ha trasmesso ai rappresentanti delle cooperative e degli artigiani la bozza di regolamento che ridisegna la governance del credito agevolato regionale, dando sbrigativamente tre giorni di tempo per ‘ricevere eventuali osservazioni e/o suggerimenti’ sul testo da trasmettere alla Giunta di Governo Musumeci per l’approvazione. Non vi è stata alcuna preventiva generale concertazione né si comprende quale sia la motivazione per la quale si debba modificare l’attuale norma che, a ovvia tutela delle imprese cui l’Istituto è dedicato, stabilisce che il consiglio di amministrazione sia costituito, oltre che dal presidente, ‘da due componenti in rappresentanza delle istituzioni o delle associazioni rappresentative di interessi economici e sociali, di cui uno con funzioni di vice presidente, designati dagli stessi’. È del tutto evidente che modificare tale norma affidando il potere decisorio interamente a consiglieri di nomina governativa, consegnerebbe la gestione del credito interamente alla politica, senza alcuna effettiva facoltà di mediazione dei rappresentanti delle cooperative e degli artigiani”.
Massima vigilanza e attenzione verso ogni situazione che, in futuro, possa eventualmente prestarsi ad essere anche lontanamente intesa o assimilata come voto di scambio
“L’Agci finora ha sempre espresso sensibile attenzione verso l’attività del Governo regionale, cui non ha mai fatto mancare né apprezzamenti e suggerimenti che motivate critiche. Noi intendiamo rivolgerci direttamente al presidente Musumeci, perchè fermi questo scempio che, sotto gli occhi di tutti, disarma le imprese per creare una nuova banca regionale la cui unica novità sostanziale, apprendiamo, è escludere dai vertici decisionali gli artigiani e i cooperatori con un arbitrio che lascia stupefatti. La qualità delle imprese è sostenere l’economia, caratteristica della politica è dipendere dal voto. Le imprese cooperative e artigiane hanno diritto a garanzie e tutele particolari stabilite dall’art. 45 della Costituzione. Annullare oggi le loro rappresentanze, sostituendole interamente con membri di nomina politica, cioè di espressione elettorale, in un istituto che deve garantire il diritto di accesso al credito di imprese generalmente piccole e sottocapitalizzate, sottrae difese e discrezionalità a tali imprese, in pacifica contraddizione con il dettato costituzionale. I diritti non possono e non devono essere condizionati. Le tutele vanno rafforzate, non diminuite”.
Michele Cappadona non risparmia le critiche verso le modalità di gestione del credito agevolato finora adottate dalla Regione: “Ogni fenomeno di cattiva conduzione degli istituti nel passato è, di fondo, essenzialmente attribuibile a scelte e indirizzi di carattere politico, che hanno portato anche a condizionare la nomina degli stessi membri che fossero espressione delle imprese, individuati secondo criteri che, non rispettando il principio elementare dell’alternanza, non hanno potuto garantire la rappresentanza effettiva di tutte le realtà che animano il tessuto delle imprese siciliane”.
“La cooperazione è un mondo dove non conta il più forte ma, al contrario, la mutualità nei confronti del più debole, garantita dal principio che ogni soggetto esprime un voto. Se si ravvisa di dovere porre correttivi al regime gestionale finora adottato, viziato dalla politica, la novazione non può essere certo quella di aumentare il suo peso e discrezionalità”, continua Cappadona. “La nostra proposta è invece analoga a quella con cui viene stabilita la turnazione per la presidenza del Consiglio della Unione Europea. Se è perfettamente adeguato che per un organismo talmente più complesso si adotti un turn-over al vertice ogni sei mesi, non si vede cosa impedisca che i rappresentanti delle imprese si alternino per lo stesso periodo come consiglieri dell’Irca. Questo peraltro garantirebbe una maggiore necessità d’intesa tra i rappresentanti delle imprese, che può essere solo foriera di coesione, solidarietà e continuità d’intenti sulle strategie di sviluppo. L’Agci intravede nell’unione, nella cooperazione, nell’associazionismo, l’unica via maestra da perseguire per il futuro delle imprese della Sicilia”.
Credits: ilgazzettinodisicilia.it