Al via i CAT 2018, la Regione finanzia i Centri di assistenza tecnica, formazione e consulenza per le imprese cooperative siciliane, strutture strategiche per lo sviluppo aziendale. Michele Cappadona, presidente Agci Sicilia: “Occorre modificare la modalità di assegnazione delle risorse per il funzionamento dei servizi, nel contesto della riforma del sistema revisionale”
L’Associazione Generale delle Cooperative Italiane ha avviato sin dal 2010 l’esperienza dei CAT. Si tratta di attività di sportello, quindi di incontro diretto con soci, operatori e dipendenti delle società cooperative, per offrire un’ampia piattaforma di servizi sui vari aspetti delle attività aziendale, della loro promozione e sviluppo.
Qui il link alla pagina dedicata ai CAT
La nuova convenzione annuale stipulata con l’assessorato alle Attività produttive della Regione prevede espressamente, attraverso gli sportelli CAT, la fornitura di servizi di assistenza (alla costituzione di nuove società cooperative; fiscale, societaria e giuslavoristica nonché ai rapporti con la pubblica amministrazione; all’aggregazione, internazionalizzazione ed innovazione; alla promozione, regionale, nazionale ed internazionale), formazione ed aggiornamento per la classe dirigente delle cooperative, consulenza (per lo sviluppo aziendale, finanziaria e di progettazione per la partecipazione a programmi su fondi pubblici).
Le sedi operative degli sportelli CAT 2018 di Agci Sicilia sono presenti in quattro province: a Palermo (via Simone Cuccia 11), Catania (via Guido Gozzano 47), Messina (corso Matteotti 2, Patti), Trapani (via Bellini, 2).
Attività specifiche dei CAT Agci Sicilia riguarderanno gli aspetti dell’accesso al credito, l’applicazione di leggi e regolamenti, i rapporti con la pubblica amministrazione e l’orientamento tecnico di settore. La convenzione prevede un contributo complessivo di 20.895,70 euro per dodici mesi di attività, sottoposte al controllo periodico del Servizio ispettivo e di vigilanza dell’assessorato di via degli Emiri, guidato da Mimmo Turano.
“Gli sportelli CAT, attivati da Agci Sicilia sin dal 2010”, afferma il presidente regionale Michele Cappadona, “pur svolgendo un ruolo strategico nell’assistenza alle imprese nel territorio, hanno subìto nel tempo una sensibile riduzione delle disponibilità economiche assegnate dall’assessorato alle Attività produttive, che hanno comportato anche variazioni decrescenti in termini di tempi di apertura al pubblico, risorse umane e presenza sul territorio (con riferimento alle sedi di zona, molto più numerose negli anni precedenti). È evidente che il sistema dei CAT avrebbe invece bisogno di nuovo impulso e continuità di risorse assegnate. È appena il caso di ricordare che da dieci anni, CAT a parte, in Sicilia non eroga contributi a alle centrali cooperative.
Una riflessione più generale meritano i criteri con i quali viene tuttora gestito il sostegno economico che la Regione Sicilia assegna alle organizzazioni cooperativistiche riconosciute.
Infatti i contributi da parte della Regione Sicilia, di cui all’art. 4 della l.r. n. 48/1960, vengono erogati a ciascuna centrale cooperativa, secondo il comma 7 dell’art. 57 della l.r. n. 17/2004, in base al numero di revisioni effettuate nel biennio precedente.
Questo criterio è ingiusto, perché assegna maggiori risorse proprio alle centrali cooperative che hanno una maggiore dimensione. Come conseguenza, il sistema cooperativo può solo evolversi in senso monopolistico, rafforzando numericamente cioè solo le due maggiori organizzazioni per numero di iscritti. Ma il contributo pubblico non può promuovere il monopolio, al contrario deve garantire il pluralismo. Prendendo come esempio anche gli utilissimi servizi erogati dai CAT, si tratta comunque di servizi (assistenza, formazione e consulenza) che rientrano nei compiti istituzionali di ogni centrale cooperativa riconosciuta. Le due maggiori organizzazioni, in virtù del gran numero di imprese associate hanno quindi una difficoltà assai minore a sostenerne i costi di quanto ne abbiano effettivamente le centrali cooperative più piccole. L’intervento pubblico non può che essere applicato come una redistribuzione delle risorse disponibili agli attori di sistema, non nell’accentuazione della loro disparità.
Che questo principio sia ovvio, logico ed equo lo prova la modalità con cui vengono assegnati i fondi strutturali UE, che hanno un’intensità maggiore proprio verso chi ha oggettivamente maggiore difficoltà.
Il Governo Regionale ha annunciato che intende procedere in tempi brevi ad una riforma della regolamentazione delle revisioni delle imprese cooperative, su cui l’Agci in linea di principio è d’accordo. È opportuno quindi, con l’occasione, riformare anche l’attuale ingiusto criterio di assegnazione delle risorse pubbliche.
Poiché ciascuna organizzazione cooperativistica riconosciuta ha comunque almeno 2000 imprese associate che ne garantiscono la rappresentatività, i contributi dovrebbero essere in misura inversamente proporzionale al numero delle coop iscritte o al più essere concessi in pari importo a ciascuna centrale.
Promuovere un regime monopolistico infatti, come si è finora voluto procedere, può solo essere controproducente in termini di qualità dei servizi offerti alle aziende aderenti. Ridistribuire le risorse mettendo in condizioni di parità tutte le organizzazioni consente infatti un sistema pluralistico, che permette alla singola impresa di potere scegliere liberamente la centrale cooperativa che offre i servizi migliori. Tra gli attori di sistema, le centrali riconosciute, per analogia di quanto accade in un consorzio consortile cooperativo, ci si “conta per testa”, non per la forza numerica ed economica del singolo socio. Questo perché il principio ispiratore del movimento cooperativo è la solidarietà, non la forza. Sulla difesa di questo importante principio l’Agci Sicilia sarà irriducibile”.
(Nella foto di copertina, da sinistra: Michele Cappadona, presidente AGCI Sicilia e Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive della Regione Sicilia)
Credits: ilgazzettinodisicilia.it