Il presidente regionale dell’Associazione generale delle cooperative italiane, Michele Cappadona, ha chiesto un incontro alla deputata Carmela Bucalo, di Fratelli d’Italia. Il confronto è servito a sviluppare il tema delle iniziative parlamentari da agire per porre concretamente rimedio a criticità e normative inopportunamente restrittive, e promuovere una corretta politica di tutela delle imprese.
L’onorevole Bucalo ha voluto ricordare con soddisfazione che la Camera dei Deputati, dove pochi giorni fa, il 13 dicembre, era in discussione la conversione del dl 119/2018 in materia fiscale e finanziaria, ha approvato un ordine del giorno da lei presentato, accolto come raccomandazione, sul rilascio del Durc: “Ho voluto fare chiarezza sul rilascio da parte dell’Inps del documento unico di regolarità contributiva, indispensabile per accedere anche alle agevolazioni previdenziali. Durante gli anni ci sono state delle distorsioni interpretative che purtroppo hanno messo in crisi molti datori di lavoro. L’insufficienza di liquidità, soprattutto per mancati incassi provenienti dalla P.A., in alcuni casi non ha permesso il versamento dei contributivi previdenziali. Alcune aziende non avendo la correttezza contributiva si sono viste revocare dall’Inps anche agevolazioni già concesse. Dopo l’approvazione del mio emendamento/o.d.g. il ministro per il Lavoro e quindi il Parlamento, dovranno prevedere che le eventuali penalizzazioni alle aziende abbiano valenza solo a decorrere dall’accertamento dell’irregolarità e non, quindi, per il periodo precedente ad essa”.
Il presidente Agci Sicilia, Michele Cappadona, ha voluto affrontare l’ingiusta e penalizzante situazione creata dalla legge 205/2017. La norma ha imposto che le imprese cooperative non possano avere un amministratore unico ma un consiglio di amministrazione di almeno tre soggetti, per una durata non superiore a tre esercizi.
Gran parte delle aziende cooperative in Italia sono piccole e medie imprese, le cui compagini superano raramente i dieci soci.
La norma vigente crea una paradossale sperequazione tra le SRL e le cooperative. Nelle società a responsabilità limitata infatti, a fronte di fatturati ben più consistenti, è prevista la figura dell’amministratore unico, negata invece alle cooperative.
L’obbligo di nominare un consiglio di amministrazione di almeno tre soggetti crea nelle piccole cooperative situazioni di assurda sovrapposizione tra controllori e controllati. Ad esempio, in una cooperativa con cinque soci e un consiglio di amministrazione di tre soggetti, i tre amministratori si trovano contemporaneamente ad essere la maggioranza dell’assemblea dei soci che dovrebbe controllare il loro operato.
I soci di cooperative che stipulano con queste ultime contratti di lavoro subordinato subiscono una condizione di svantaggio se sono costretti a ricoprire il ruolo di amministratori. L’Inps non riconosce a quei soci lavoratori che hanno ricoperto cariche all’interno delle coop l’accesso agli ammortizzatori sociali previsti per chi resta senza lavoro, quando il rapporto di lavoro viene a cessare per cause involontarie dal socio lavoratore, comportando dunque l’esclusione dalla NASpI, la Nuova assicurazione sociale per l’impiego, altrimenti detta indennità mensile di disoccupazione per lavoratori subordinati.
“L’onorevole Carmela Bucalo ha manifestato grande sensibilità per il problema di governance che affligge il settore della cooperazione”, afferma Michele Cappadona. “La deputata ha assicurato il suo interesse per valutare l’abrogazione della norma (comma 936 lett. b dell’articolo 1 della Legge 27 dicembre 2017 n. 205 e conseguentemente il comma 2 dell’art. 2542 del Codice Civile), con il ripristino quindi della possibilità, per le società cooperative, di nominare un amministratore unico per la gestione dell’impresa, nonché di nominare i propri organi amministrativi per un tempo non superiore a tre esercizi, ma con la possibilità per gli amministratori di essere rieleggibili”.
“Il confronto con l’onorevole Bucalo ha permesso di affrontare numerosi temi che riguardano il mondo delle società cooperative”, conclude Cappadona. “Abbiamo fiducia che il dialogo intrapreso possa essere senz’altro proficuo per dare voce alle istanze di tutela e sviluppo delle imprese siciliane”.
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