“Non si può considerare una vittoria, come vanno dicendo molti politici europei vecchi e nuovi, un Regolamento che porterà una riduzione dell’attività di pesca in mare del 40% nei prossimi 5 anni, che stabilisce una durata massima della giornata di pesca in 15 h, e cosi via limitando".
"Certo il lavoro fatto attraverso il dialogo con alcuni deputati ha di molto migliorato il testo, che resta però comunque duro da digerire e metterà ulteriormente in difficoltà le nostre imprese”.
Questo il commento di AGCI Agrital Sicilia sull’accordo provvisorio raggiunto in questi giorni sulla proposta di Regolamento per un piano pluriennale per la pesca che sfrutta gli stock demersali nel Mar Mediterraneo Occidentale, riguardante la flotta a strascico di Italia, Francia e Spagna operante fra il Tirreno e il Mare di Alboran.
Pesca in Sicilia condannata a sparire
La proposta della Commissione, sia pure migliorata in diversi punti nella trattativa tra Commissione, Parlamento e Consiglio (trilogo), rimane comunque un’altra stangata alla pesca siciliana.
“I dati preoccupanti sullo stato degli stock e la conseguente accelerazione imposta da Bruxelles che ha fissato il raggiungimento della Massima Cattura Sostenibile (MSY) per tutti gli stock entro il 2020 (tra due anni) hanno reso impossibile l’adozione di misure tecniche e di gestione diverse, come le chiusure spazio-temporali e l’aumento della selettività degli attrezzi (proposte dalle associazioni di categoria), ed hanno spinto verso una significativa riduzione dello sforzo di pesca, senza tenere conto delle tante specificità all’interno della vasta area interessata, e dei pesanti impatti sul piano socio-economico, che potranno solo essere alleggeriti da una adozione progressiva e flessibile delle misure - continua Giovanni Basciano, Responsabile regionale dell’AGCI Agrital Sicilia - ma ora bisognerà spiegarlo alle imprese che ancora stentano ad applicare normative comunitarie entrate in vigore da anni e che restano per i più incomprensibili e distanti, ed alle quali si andranno ad aggiungere altre restrizioni relative alla pesca demersale nello stretto di Sicilia e l’aggravarsi delle questioni dell’estensione delle acque territoriali di molti paesi, condannando la pesca della nostra isola a sparire.”
Credits: altrasicilia.it