Anche in Sicilia i pastori esasperati hanno espresso la loro sofferta protesta versando migliaia di litri di latte per strada, come gli allevatori delle province di Palermo, Agrigento e Trapani sulla Palermo-Sciacca. E quelli di Enna e di Ragusa. O come i produttori che hanno manifestato il 22 febbraio per le vie di Catania insieme agli studenti.
Agci Agrital si schiera a tutela delle produzioni regionali, a fianco dei nostri produttori che con grande fatica lottano quotidianamente per la sopravvivenza della propria azienda, costantemente minacciati dalla durissima concorrenza delle produzioni alimentari straniere.
Il tavolo di filiera del latte ovino sardo con il ministro delle Politiche agricole Centinaio il 21 febbraio è stato deludente per l’assenza dei trasformatori, che ha impedito un accordo per stabilire il prezzo minimo del latte. Il ministro ha comunque annunciato la predisposizione di un intervento specifico, attraverso un decreto legge di circa 50 milioni.
Positivo invece l’incontro del 20 febbraio organizzato a palazzo d'Orleans dal presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, con l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera. Accolta la richiesta dei produttori di un tavolo tecnico permanente tra Regione e associazioni di categoria per affrontare le principali emergenze. I rappresentanti dei produttori hanno denunciato gli effetti di una concorrenza straniera che gode, tra le altre cose, di benefici fiscali che hanno un effetto devastante per le produzioni siciliane: basti pensare che la tassazione in Romania è del 7 per cento, mentre in Italia raggiunge il 67 per cento, con la conseguenza che il latte ha un costo circa tre volte inferiore rispetto al nostro.
Stabilita con il Governo regionale la necessità di una maggiore tutela contro la concorrenza sleale, che uccide le produzioni dell’Isola, e di una maggiore attenzione sulla massiccia e incontrollata diffusione dei suidi che sono un pericolo sanitario per i capi di bestiame.
Bandiera ha annunciato che verrà data priorità, nei prossimi bandi del Psr, alle micro-imprese giovanili e alle zone montane svantaggiate. A disposizione, in totale, ci sono risorse comunitarie per quasi 140 milioni di euro.
Al tavolo ministeriale, oltre ai pastori sardi, anche gli allevatori siciliani
Si attende ora l’incontro tra i produttori siciliani e il governo Conte. “I pastori siciliani saranno ricevuti nei primi giorni di marzo dal governo nazionale”. Lo annuncia Igor Gelarda, responsabile regionale enti locali della Lega in Sicilia, nel giorno della mobilitazione degli allevatori a Vittoria, in provincia di Ragusa.
"Il latte siciliano, al pari di quello sardo, non può essere penalizzato dai flussi commerciali esteri e da chi abusa della propria forza contrattuale superiore", sostiene il deputato nazionale del Pd Davide Faraone, che ha presentato un'interrogazione per sapere quali interventi il ministero dell’agricoltura ritiene di promuovere "al fine di garantire, in tempi rapidi, un efficace sistema di controllo sui fattori di produzione e sulla remunerazione del latte, in grado di tutelare i piccoli allevatori” con la richiesta di invitare a prendere parte al tavolo ministeriale, oltre ai pastori sardi, anche gli allevatori siciliani.
“Auspico che il ministro Centinaio aumenti il budget il sostegno accoppiato al settore ovicaprino e destinarlo solo ai produttori sardi e siciliani”, dichiara l’eurodeputato M5s Ignazio Corrao. “Lo strumento del sostegno accoppiato della PAC viene concesso esclusivamente a quei settori che rivestono particolare importanza per ragioni economiche, sociali o ambientali e si trovano in difficoltà”.
“La produzione di latte ovicaprino - spiega Corrao - rappresenta un settore insostituibile nelle isole e nelle aree interne e la concorrenza del latte da parte di altri paesi europei è diventata insostenibile. Dall’entrata in vigore della normativa igienico-sanitario abbiamo assistito ad un continuo aumento dei costi della produzione, una diminuzione dei margini di redditività e un allarmante abbandono delle attività. Da decenni le regioni in cui si produce il 90% del latte, Sardegna e Sicilia, sono state sempre ignorate sempre, in qualsiasi scelta strategica nel settore agricolo.”
“Adesso", spiega ancora Corrao, "è il momento di intervenire e fare sentire la nostra voce, troppo spesso inascoltata o messa a tacere. Occorre un premio compensativo da concedere per ogni capo ovino allevato, per dare respiro ai produttori e permettere loro di sopravvivere anche sotto gli effetti della concorrenza dei paesi dell’est. Inoltre, ho predisposto un accesso agli atti per chiarire finalmente quanto latte arriva in Sicilia e da dove. Per non parlare delle continue frodi. Oltre alla pressione dei prezzi bassissimi che sta uccidendo i nostri pastori, in Sicilia arriva cagliata straniera contrabbandata come locale. Occorre un piano di tracciabilità, di controlli e di trasparenza”.
Credits: altrasicilia.it