“Potrei avere un rimpiattino?”, è la frase che potrà essere presto ricorrente in numerosi ristoranti in Sicilia, così come avviene già in centinaia di locali italiani, per portare a casa cibi e bevande avanzati e non consumati.
Presentata a Palermo un’iniziativa promossa da Confcommercio e Fipe contro lo spreco del cibo, per promuovere il recupero e la donazione di prodotti alimentari.
“Facciamo nostra l’esortazione della presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio, in occasione di questa iniziativa , sull’impegno verso la sostenibilità che deve coinvolgere tutto il mondo imprenditoriale così come le istituzioni”, dice Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “Condividiamo il suo pensiero, convinti che l’adozione di un modello di sviluppo e di crescita sostenibile possa diventare ed essere percepito dal tessuto imprenditoriale, come un’occasione di sviluppo ed un ambito strategico di una cultura d’impresa basata su azioni di responsabilità che diano valore al nostro futuro”.
“Il Rimpiattino”, quello che nei paesi anglosassoni prende il nome di “doggy bag”, rientra nell’ambito delle iniziative che Confcommercio Palermo sta sostenendo e promuovendo per una cultura che favorisca il contrasto allo spreco alimentare e per favorire l’adozione di comportamenti responsabili, e anche nell’ottica di un modello di sviluppo sostenibile e di economia circolare.
“Vorremmo che il 2019 fosse l’anno in cui finalmente si possa dare concretezza ad una serie di iniziative ed attività sui temi del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità. In questa direzione”, spiega Patrizia Di Dio, presidente Confcommercio Palermo “diverse sono le iniziative in cantiere che Confcommercio sta sostenendo e promuovendo e il 'Rimpiattino', è uno di questi progetti, in tal caso per garantire la riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera agroalimentare, favorendo il recupero e la donazione dei prodotti in eccedenza attraverso il coinvolgimento diretto del mondo della ristorazione”.
“Palermo tra le dieci città in cui Fipe nazionale ha pensato di avviare il progetto ideato con Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica – ha spiegato Dario Pistorio, presidente Fipe Sicilia – ma da oggi coinvolgeremo tutti i nostri soci delle altre città per avviare il Rimpiattino anche nelle altre province siciliane”.
Il lancio ufficiale del "rimpiattino" è stato per Fipe l'occasione per fare il punto sull'impegno e l'attenzione alla sostenibilità messa in campo dai bar e ristoranti italiani, con particolare riferimento al tema dello spreco alimentare.
Secondo la ricerca condotta dall'ufficio studi Fipe emerge che negli ultimi anni è notevolmente cresciuta la sensibilità dell'opinione pubblica e delle imprese della ristorazione sul tema dello spreco alimentare. Secondo l'80% dei ristoratori intervistati il problema dello spreco di cibo nei loro esercizi viene considerato rilevante (tra questi il 50,6% lo considera addirittura molto rilevante).
In quale fase di processo si spreca maggiormente? Secondo i dati Fipe il consumo finale è il momento in cui avviene il maggiore spreco di cibo (per il 51,6% dei ristoratori), seguito dall'approvvigionamento e dalla preparazione, pressoché considerati a pari merito (rispettivamente dal 25,4% e dal 25,0% del campione).
Qual è la principale ragione del problema? Il 55% dei ristoratori rileva che spesso si spreca molto cibo al ristorante perché i clienti non mangiano tutto quello che hanno ordinato, insieme ad una questione di atteggiamento: nonostante infatti sia elevata la quantità di cibo che resta sulla tavola, raramente i clienti chiedono di poter portare via gli alimenti non consumati, evidenza dichiarata dal 69% degli intervistati. Lo stesso problema avviene per il vino. I motivi alla base di questo gap risiedono principalmente, secondo gli imprenditori, nell'imbarazzo (55%), seguito da scomodità (19,5%) o indifferenza (18,3%).
Di fronte all'atteggiamento della clientela come si comportano i ristoratori? In base all'indagine Fipe il 43% dei ristoratori propone di sua iniziativa di portare via quello che non è stato consumato, seguito da un 34% che lo fa raramente e da un restante 24% che non lo fa mai. Tuttavia il 90% dei ristoranti è già attrezzato con comuni contenitori in alluminio per consentire ai clienti di portarsi via il cibo ordinato e non consumato. Infine, nonostante solo il 30% dei ristoratori conosca l'iniziativa promossa da Fipe e Comieco, ben il 92% si dichiara favorevole mentre il 66% è pronto ad aderire.
Credits: altrasicilia.it