La Sicilia delle eccellenze si racconta al Vinitaly, trovando uno dei suoi punti di forza nelle cantine Colomba Bianca, che ha saputo coniugare la scelta della produzione biologica con le nuovissime tecnologie di monitoraggio satellitare sulle condizioni meteo ottimali per i vitigni.
Presentato a Verona con la partecipazione del vicepresidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao, e l’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera, il volume “Le uve raccontano“, report annuale sulla coltivazione dei vitigni grazie al sistema di sorveglianza satellitare meteorologico.
“Siamo convinti che il prodotto biologico avrà sempre più importanza in futuro, soprattutto nei mercati più evoluti e più orientati ad uno stile di vita sano che ha tra i valori prioritari il rispetto del pianeta in cui viviamo”, sostiene Dino Taschetta, presidente delle biocantine Colomba Bianca, la più grande cooperativa vitivinicola siciliana.
“Colomba Bianca è molto attenta alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente in tutte le fasi di produzione. La sostenibilità dei nostri vini non si limita ad una produzione rigorosamente biologica ma si allarga ad altri concetti quali il sostegno ai conferitori, la salute dei lavoratori in vigna, la salute dei consumatori, la creazione di posti di lavoro, la certificazione vegana, l’energia rinnovabile.
Lavoriamo in una terra “baciata da Bio’ è il nostro claim. Chi beve un vino di Cantine Colomba Bianca, assapora principalmente il territorio da cui esso proviene, un territorio ricco di bellezze naturalistiche e storiche, la provincia di Trapani ha siti archeologici che il mondo ci invidia e le nostre cantine sono a due passi da Segesta e Selinunte.
Ma non è sufficiente avere la fortuna di vivere in un luogo con un mare fantastico, con una storia millenaria testimoniata da tantissimi siti archeologici o da bellissimi borghi.
Occorre inventarsi nuove strade, mettersi in moto, lavorare, essere curiosi, studiare nuovi prodotti ma soprattutto occorre cavalcare la scelta del biologico e della sostenibilità dei prodotti.
Da anni sono convinto che tutto il nostro agroalimentare dovrebbe essere bio, che insieme ad altre iniziative come le DOC, sono davvero le uniche leve del marketing che possono spingere sul mercato mondiale il brand Sicilia.
Oggi Colomba Bianca sta valutando il mercato e le sue potenzialità, mettendo in campo prodotti, frutto delle proprie capacità produttive ed espressione di un territorio fortemente vocato alla viticoltura in tutte le sue sfaccettature.
Stiamo mettendo in campo investimenti strategici necessari per restituire dignità ai nostri conferitori, veri protagonisti di questo business. Il nostro progetto non potrà prescindere di essere guidato da una strategia di marketing e accompagnato da una gestione ‘intelligente’ di tutte le risorse produttive”.
Oggi più di duemila viticoltori siciliani di “Colomba Bianca biocantine siciliane” coltivano uve di qualità grazie alle moderne tecnologie. Rilevazioni con centraline collegate ad un sistema Gps, che fornisce in tempo reale i dati ad una task force di agronomi ed enologi, consente, infatti, ai 2480 soci di “Colomba Bianca“ di essere aggiornati via sms sulle condizioni meteo ottimali per i vitigni e di ottenere informazioni su come affrontare i cambiamenti climatici in arrivo, siccità e alluvioni comprese.
Foto: Dino Taschetta illustra il report "Le Uve raccontano" alla presenza del vicepresidente della Regione Sicilia Gaetano Armao e all'assessore all'Agricoltura Edy Bandiera, al Vinitaly 2019
“Coltiviamo le nostre viti sui terreni risorti dopo il terremoto del 1968 che ha colpito la Valle del Belìce: un’esperienza che ci ha fatto capire che è possibile ottenere il meglio non soltanto grazie al clima favorevole della Sicilia ma anche in situazioni estreme” dice Dino Taschetta.
"Crediamo tanto alla produzione del biologico in Sicilia" aggiunge l'assessore regionale all'Agricoltura, Edy Bandiera, intervenuto alla presentazione del libro “Le uve raccontano“ a Vinitaly 2019. "A breve pubblicheremo un nuovo bando per aiuti al settore". "Puntiamo molto anche sulla digitalizzazione per il rilancio della Sicilia" ha detto Gaetano Armao, vicepresidente della Regione Siciliana. "La conoscenza e l'evoluzione sono due modi per rendere competitiva la nostra Isola".
“Le uve raccontano“ è il volume che descrive la coltivazione annuale dei vitigni: il report, giunto alla sua settima edizione, realizzato da Colomba Bianca - in collaborazione con l’Assessorato dell’Agricoltura della Regione Siciliana, l’Osservatorio delle Acque e il Sias (Servizio Informativo Agro meteorologico Siciliano) - è stato illustrato in occasione di una degustazione in anteprima dei vini della vendemmia 2018 nel Padiglione Sicilia al Vinitaly. L'azienda imbottiglia vini bianchi, rossi, rosati e bollicine ottenuti dalle uve coltivate su vigneti sparsi su 43 comuni siciliani. Il libro è articolato in sezioni specifiche: andamento climatico, sviluppo vegeto-riproduttivo, situazione fitopatologica, parametri qualitativi delle uve, dati quantitativi e sostenibilità ambientale in viticultura.
“La continuità nel garantire la qualità dei vini è ottenuta grazie ad applicazioni di viticoltura di precisione, sistema di rilevazione satellitare che ci consente di risolvere i problemi che il cambiamento climatico può provocare all‘agricoltura e persino di programmare i tempi della vendemmia” aggiunge Filippo Paladino, vice presidente. A oggi, Colomba Bianca è uno dei più grandi produttori di vino biologico in Europa: la produzione biologica del 2018 è di 14 milioni di litri, ovvero il 25% della produzione totale (55 milioni di litri).
Sono 260 i coltivatori che partecipano al progetto pilota e sono 300 gli ettari di vigneti-testimoni che vengono monitorati settimanalmente come riferimento di intere zone. Lo studio e la catalogazione dei dati vengono completati dai sopralluoghi e dalle analisi sul campo, effettuate dai tecnici di “Colomba Bianca”. Il report, dove è geolocalizzato ogni singolo vigneto, viene quindi inviato a tutti i coltivatori dell’azienda che partecipano anche ad attività di formazione legata alle tecniche di agricoltura biologica. Una delle particolarità è proprio la posizione dei vigneti, coltivati sotto il sole di Sicilia, tra vento, temperature ottimali e gli influssi positivi del mar Mediterraneo, che agisce da cuscinetto contro il climate changing. Nel libro “Le uve raccontano” si analizzano anche i tempi di maturazione delle uve dei singoli vitigni e le date in cui sono state vendemmiate, seguendo i ritmi della natura e adeguando ad essa il calendario di lavorazione delle cantine. Incrociando i dati relativi a umidità, temperatura e vento, i tecnici di Colomba Bianca riescono anche a difendere le viti dal rischio di malattie. “Il monitoraggio ci permette di seguire la naturale crescita delle piante e di intervenire in caso di situazioni avverse. E di coordinare le attività di vendemmia secondo le tipologie di vitigni destinati alla produzione di vino e all’imbottigliamento” spiega il vice presidente Filippo Paladino.
“Il costante monitoraggio dei nostri vigneti” racconta Antonio Pulizzi, enologo di “Colomba Bianca“ “ci consente di ottenere informazioni per aggiornare via sms tutti i nostri viticoltori. Questo avviene osservando la fenologia e l’evoluzione delle avversità della vite, valutando la percentuale di diffusione e l’intensità del danno, insieme ai dati meteorologici registrati dalle nostre centraline meteo. In questo modo ottimizziamo il posizionamento degli interventi fitosanitari specifici per territorio: si interviene non secondo i tempi dettati dal calendario ma quando è necessario. Operando quasi chirurgicamente, proteggiamo l’ambiente, il viticoltore e, in definitiva, il consumatore”.
“Con questo progetto siamo riusciti, coinvolgendo tutti i diversi anelli della filiera vitivinicola, a migliorare la qualità delle nostre uve conferite, diversificandole per varietà e territorio di provenienza. Riusciamo così a proteggere i nostri raccolti anno dopo anno, aumentando il valore del lavoro dei nostri viticoltori” conclude il presidente Taschetta. “Il nostro auspicio è quello di creare una vera rete tra le altre cooperative del territorio e, tramite questo sistema, dare un valore aggiunto all’intera provincia nell’agricoltura di qualità”.
Credits: altrasicilia.it