La commissione Agricoltura della Camera ha approvato unanimemente la riforma del sistema sanzionatorio della pesca.
“È stato riequilibrato finalmente il rapporto fra precetto e sanzione, garantendo l’impegno contro la pesca illegale senza però criminalizzare i pescatori”, commenta in una nota Alleanza Pesca, l’organizzazione di comparto dell’Alleanza delle cooperative italiane, costituita tra Agci, Confcooperative e Legacoop.
“La depenalizzazione di una serie di illeciti, operata a suo tempo dalla Legge 28 luglio 2016 n. 154, in fase applicativa ha infatti evidenziato una sproporzione tra la sanzione e l’illecito commesso”.
Ad esempio, in caso di detenzione, sbarco e trasbordo di esemplari di specie ittiche di taglia inferiore alla taglia minima di riferimento per la conservazione, la sanzione è stata distinta secondo cinque (al posto delle attuali quattro) fasce variabili proporzionalmente alla quantità di pescato in violazione della norma.
Nel caso le violazioni abbiano ad oggetto il tonno rosso e il pesce spada, è previsto l’aumento di un terzo della sanzione amministrativa, anziché l’attuale raddoppio.
Viene ridotta la sanzione pecuniaria per i casi di cui all'art. 10, comma 1, lettera f) cioè quando si peschino accidentalmente o accessoriamente esemplari sotto la taglia minima di riferimento per la conservazione, in virtù della non volontarietà del fatto.
"Soddisfazione da parte di Agci Agrital per un provvedimento sul settore Pesca a lungo inseguito", dichiara Giovanni Basciano, responsabile Agci Pesca Sicilia. "La XIII Commissione 'Agricoltura' ha voluto introdurre un emendamento che aggiunge in sede di conversione del decreto legge 27/2019, cosiddetto 'Decreto emergenze' in campo agroalimentare, il capo 'Misure a sostegno del settore ittico' contenente un articolo 'Contrasto alla pesca illegale e riordino del sistema sanzionatorio' che riforma efficacemente l'impianto normativo precedente in modo da contrastare le forme di pesca illegale senza la criminalizzazione dei pescatori".
Queste correzioni, afferma il documento di Alleanza Pesca “riguardano una diversa graduazione delle sanzioni pecuniarie così da bilanciare meglio l’esigenza indifferibile, di derivazione comunitaria, che le stesse siano effettive, proporzionate e dissuasive [cfr. art. 44, Reg. (CE) n. 1005/2008 che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata - cd. “pesca IUU”].
Occorre altresì ricordare che l’apparato sanzionatorio di cui al cit. D.Lgs. 4/2012 ha già subito una prima novella nel 2016 allorquando, con l’approvazione della legge 28 luglio 2016, n. 154, vennero apportate al sistema importanti depenalizzazioni per alcune infrazioni legate alla cattura di esemplari sottotaglia; illeciti che in precedenza erano di natura contravvenzionale.
L’intervento odierno va ad incidere invece, come dicevamo, sull'entità delle sanzioni amministrative al fine di renderle, appunto, maggiormente proporzionate, come chiede l’Unione europea, senza rinunciare alla loro dissuasività”.
Da notare che trattandosi di sanzioni amministrative, esse sono “effettive”, più di quanto in taluni casi siano le stesse sanzioni di tipo penale.
“Con questo intervento”, conclude il documento di Alleanza Pesca “si centra quindi l’obbiettivo di costruire un regime giuridico che, in coerenza e a completamento dell’impianto normativo unionale, risulti sostenibile per la flotta italiana, senza cedere nulla sul terreno della lotta alla pesca illegale, vero nemico da combattere anche e soprattutto per le migliaia di imprese di pesca italiane”.
Da sottolineare che nel marzo del 2017, in occasione della Conferenza diplomatica di Malta, promossa dalla presidenza di turno dell’Ue, l’Europa ed i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo si sono impegnati a difendere il nostro bacino lottando contro il sovrasfruttamento delle risorse biologiche e contro la pesca illegale, sottoscrivendo il protocollo che va sotto il nome di MedFish4Ever.
Appare quindi ancor più necessario rafforzare la cooperazione regionale per correggere le disarmonie tutt’ora esistenti nel Mediterraneo, valorizzando la presenza e l’attenta partecipazione del nostro Paese nelle sedi multilaterali quali la CGPM, ricercando costantemente l’equo contemperamento tra le esigenze di sostenibilità ecologica e quelle di natura economica e sociale delle nostre imprese e dei nostri pescatori.
Credits: altrasicilia.it