Né colomba né uovo per la Pasqua dei lavoratori di tante imprese siciliane, al tracollo per l’inerzia dell’amministrazione regionale e degli enti vigilati.
L’Agci Sicilia chiede un incontro con il Presidente Musumeci e gli assessori competenti per proporre una serie di interventi urgenti e porre freno al default del sistema delle imprese dell’Isola.
“Abbiamo chiesto l’avvio di un tavolo interassessoriale per l’esame delle proposte e misure operative urgenti per scongiurare ulteriori decimazioni nel già provato tessuto produttivo della Sicilia”, annuncia Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “L’Agci ha inviato oggi un appello urgente in tal senso al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, all’Assessore all’Economia, Gaetano Armao, all’Assessore alla Famiglia, Antonio Scavone, all’Assessore alla Sanità, Ruggero Razza.
La condizione generale delle imprese siciliane fornitrici della Regione Siciliana e degli Enti posti sotto la sua vigilanza e controllo, come più volte segnalato pubblicamente dalla nostra centrale cooperativa, vede un numero sempre maggiore di situazioni critiche e pre-fallimentari a causa dell’elevato e ingiustificato ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, con punte che superano i due anni.
Questo sia a causa di procedimenti farraginosi e inefficienti che dell’atteggiamento con cui singoli burocrati pretendono di gestire arbitrariamente le pratiche d’ufficio.
Norme europee, nazionali e regionali, nonché atti d’indirizzo del Governo Regionale, si sono dimostrati finora inutili a contenere il fenomeno "lentocrazia", che deve quindi essere affrontato con modalità più drasticamente incisive, per ripristinare legalità e trasparenza nella corretta conduzione della pubblica amministrazione.
In qualità di organismo riconosciuto di rappresentanza delle imprese, l’AGCI Sicilia ha chiesto quindi un incontro urgente, per potere esporre in sede di tavolo interassessoriale alcune possibili soluzioni ad una situazione la cui criticità è divenuta insostenibile, erodendo costantemente il tessuto produttivo siciliano, soprattutto nei confronti delle micro e piccole imprese sottocapitalizzate che giorno dopo giorno perdono impulso, vedono mortificate le aspettative dei lavoratori e le speranze dei giovani, senza alcuna concreta prospettiva sul loro futuro".
L’Agci ha costantemente segnalato con allarme l’inerzia della macchina burocratica regionale e l’inadeguatezza con cui le politiche di governo hanno finora guardato al fenomeno senza riuscire ad intervenire. A questo si somma il default delle amministrazioni comunali. Il 22% del totale dei Comuni italiani in dissesto si trova nel territorio dell’Isola, dove 1,4 milioni di cittadini rischiano il blocco una serie di servizi tipicamente erogati dai Comuni, dagli asili nido all’assistenza a disabilie anziani. La crisi finanziaria dei Comuni ha innescato una situazione sempre più drammatica per gli operatori delle cooperative che prestano i servizi di assistenza ai cittadini. Oltre un quarto della popolazione della Sicilia risiede nel territorio di 63 amministrazioni comunali in dissesto o predissesto. 28 i Comuni in dissesto finanziario, 35 quelli in predissesto. Il 20% dei 390 municipi dell’Isola vive in condizioni di grave sofferenza finanziaria.
"Anche il settore dei servizi alla persona versa in condizioni insostenibili", spiega Michele Cappadona. "I cittadini che chiedono l’iscrizione agli uffici comunali reclamando il diritto incomprimibile all’assistenza, persino per i più gravi casi di disabilità fisica o psichica vedono giacere inevase per anni le pratiche che li riguardano. Rimangono lì perchè "l’assistenza costa troppo".
E ancora, le burocrazie comunali non fanno le pratiche per richiedere alle Asp di competenza il 40% di contributo a loro carico che i Comuni ricevono per le rette di ricovero dei disabili psichici all’interno delle comunità alloggio gestite dalle coop sociali.
Per quanto attiene alle anticipazioni di liquidità previste per i Comuni dalla Cassa depositi e prestiti, da un lato beffardamente ne vengono esclusi proprio gli enti in dissesto, dall’altro le amministrazioni comunali che potrebbero farlo non si curano nemmeno di presentare le pratiche.
A questo si somma una riforma del credito agevolato tanto annunciata, voluta e declamata, lasciata a metà, paralizzando l’istituto regionale dedicato al sostegno delle cooperative, l’Ircac, e quello degli artigiani, la Crias, senza procedere alla loro fusione nel fatidico Irca.
Occorrono politiche attive, coinvolgimento e concertazione con gli attori istituzionali e le associazioni di rappresentanza, non riforme napoleoniche il cui esito è, sotto gli occhi di tutti, la totale disfatta delle imprese siciliane. Vorremmo piuttosto debellata l’inetta burocrazia nella pubblica amministrazione siciliana. Atti di Governo cui seguano rigorosamente diffidee commissari ad acta. Proponiamo collaborazione, chiediamo coinvolgimento, auspichiamo ascolto per le legittime istanze. Prima che sia troppo tardi”.
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