Si legge oggi sul Giornale di Sicilia la notizia di una direttiva di quattro pagine inviata ieri dal presidente Musumeci agli assessori sulla piaga del ritardo nei procedimenti amministrativi.
Il presidente rivela di avere ricevuto «diverse segnalazioni di imprenditori che hanno lamentato la mancata conclusione dei procedimenti amministrativi nei termini fissati dalla legge» chiedendo quindi a tutti gli assessori «una forte accelerazione allo svolgimento della funzione di vigilanza e monitoraggio dell'osservanza delle disposizioni e sulla conformità dell'azione amministrativa».
“L’Agci Sicilia, in rappresentanza delle imprese ad essa associate, ha infatti ripetutamente segnalato come il ritardo nei procedimenti, segnatamente quelli che prevedono il pagamento di somme da parte della pubblica amministrazione, sia diventato un fenomeno di gravità insostenibile”, afferma Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “L’ultima nostra nota sull’argomento indirizzata al Governo Regionale risale appunto a due giorni fa e testimonia come la protesta contro questa piaga non provenga solo da parte di pochi singoli imprenditori ma dagli organismi territoriali di associazioni nazionali di imprese, come la nostra, e coinvolge tutta la burocrazia, non solo direttamente quella regionale, ma anche quella di tutti gli enti sottoposti al suo controllo”.
Si apprende che la direttiva prevede un report trimestrale che ogni dirigente dovrà consegnare al proprio assessore, che riporti per ogni decade l’andamento dell’espletamento dei procedimenti degli uffici. Il monitoraggio avrà lo scopo di indicare al presidente come e dove intervenire. Il ritardo nell’espletamento delle procedure (che le norme generalmente, salvo alcune eccezioni, dispongano debba essere di 30 giorni) comporterà una riduzione che agirà su quella parte, di circa 40 mila euro lordi, della retribuzione annua del dirigente. La sanzione prevista potrà arrivare ad un massimo di 14mila euro.
Appena dieci giorni fa, il 10 aprile, era già stata emanata dal presidente Musumeci la “Direttiva annuale di indirizzo per la programmazione strategica e la formulazione delle direttive generali degli Assessori per l’attività amministrativa e la gestione”.
La Sicilia attende iniziative che riformino l’efficenza della burocrazia in tutti gli enti su cui la Regione ha vigilanza e controllo. Monitoraggi il cui effetto si limita a diminuire i premi ai dirigenti sono una goccia nel mare.
“In attesa di leggere l’intero provvedimento anticipato dal presidente Musumeci alla stampa”, continua Michele Cappadona, “e fiduciosi che sia solo l’inizio, un segnale di quella riforma più ampia e profonda, di metodo e di merito, che chiediamo da tempo e che nel passato i governi regionali hanno sempre promesso e mai mantenuto, ribadiamo che nessuna concreta riforma è possibile senza il previsto confronto e coinvolgimento con le parti sociali, in modo da individuare correttamente le reali criticità. Questo al di là di banali monitoraggi che, facciamo osservare, avrebbero già dovuto essere prassi da anni e non un’iniziativa da presentare addirittura come innovativa. Qualsiasi azienda privata monitorizza la propria produttività, è sacrosanto che il presidente di una così elefantiaca macchina amministrativa, che da sola rappresenta un quarto del personale di tutte e venti le regioni italiane - come oggi ha sottolineato lo stesso Marco Romano, direttore del quotidiano palermitano - monitorizzi il suo andamento e commini come minimo sanzioni a chi non rispetta la legge. Anche se qui apprendiamo si tratta non di sanzioni ma a quanto pare solo di una riduzione del premio di produzione.
La riforma della burocrazia in Sicilia non si attua certo con l’introdurre normali monitoraggi di produttività degli uffici, che i cittadini semmai si chiedono con disappunto come mai finora non fossero fatti. Riguarda tutti i procedimenti che comportano spesa, quindi il pagamento delle imprese che forniscono i servizi finali alla pubblica amministrazione. Intendiamo enti locali, Comuni, Asp e ogni ente sottoposto a vigilanza e controllo da parte della Regione. La lentocrazia è un cancro, correlato a tutti gli indicatori che misurano il gap di efficenza, l’assenza di sviluppo, la disoccupazione, le 4 o 5 imprese a settimana che chiudono, la profonda arretratezza nella qualità dei servizi, ed evidenziano la distanza tra le performance produttive dell’Isola con il resto del Paese.
Bene quindi l’intervento di Musumeci e ogni azione positiva verso l’efficenza", conclude Cappadona. "Ma che non si tratti di una goccia nel mare. Non intendiamo lasciare il Governo senza riferimenti nell’affrontare questa riforma e manifestiamo come sempre la massima disponibilità a discutere come affrontare le singole criticità. Continuiamo a sostenere l’importanza e il significato del confronto con le associazioni di rappresentanza delle imprese e aspettiamo che il governo regionale apra i tavoli di merito da noi richiesti”.
Credits: altrasicilia.it