Presentati dal vicepresidente della Regione Sicilia e assessore all’Economia, Gaetano Armao, i dati del Bollettino sul fabbisogno finanziario 2019 e il Rapporto 2018 sul credito.
Scende di 500 milioni l’indebitamento della Regione. Banche: crescono i risparmi ma diminuiscono i prestiti alle aziende.
Il debito pubblico regionale – costituito in senso stretto dal debito a carico della Regione per 4 miliardi 977 milioni di euro e dal debito a carico dello Stato per 121 milioni di euro – ammonta a 5 miliardi e 98 milioni, a cui vanno aggiunti i 2 miliardi 360 milioni di anticipazioni di liquidità da parte del Mef, per un totale di 7 miliardi 459 milioni.
Nel 2018, sono cresciuti i risparmi (depositi) bancari di famiglie e imprese siciliane rispetto al 2017. Sono diminuiti, invece, i prestiti e i mutui (impieghi) concessi alle aziende, confermando il trend dell’anno precedente. È in atto un nuovo credit crunch, una nuova stretta al credito che impedisce la ripresa delle imprese e dell’intera economia siciliana.
“Preoccupa il quadro esposto dall’assessore all’Economia Gaetano Armao. I 1297 sportelli bancari presenti nel territorio della Sicilia hanno ripreso il cosiddetto drenaggio, cioè raccolgono fondi i cui depositi vengono utilizzati fuori dall’Isola”, spiega Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “Le risorse locali non vengono quindi reinvestite per lo sviluppo dell’economia della Sicilia. Inoltre le imprese subiscono il fenomeno dell’abuso di garanzia da parte del sistema bancario. Quando si rende possibile, attraverso il fondo centrale di garanzia dello Stato, che la Regione garantisca attraverso i consorzi fidi fino all’80 per cento della somma presa in prestito, è del tutto inaccettabile, come dice Armao, che le banche possano chiedere garanzie ulteriori rispetto alla restante quota del 20 per cento. Diamo quindi atto al vicepresidente Armao di essere, in quest’ultimo periodo, l’unico componente del Governo regionale a prodigarsi concretamente per il credito di cui hanno disperatamente bisogno le nostre imprese. È indispensabile, nell’attuale perdurante situazione generale di crisi, non penalizzare il singolo operatore economico. Quindi, o riuscire a imporre la regolarità dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese fornitrici, o rendere possibile che le anticipazioni non scadano finché l’ente pubblico non paghi. Bene in ogni caso l’appello di Armao a Di Maio: serve un regime normativo di salvaguardia per le imprese, un continuo monitoraggio sull’operato delle banche, ispezioni da parte di Banca d’Italia su abusi da parte degli istituti di credito, sanzioni comminate con il massimo rigore contro comportamenti vessatori.
Occorre in sostanza che venga creato, a tutela del nostro tessuto produttivo più fragile, un canale virtuoso di accesso al credito, in cui le Mpmi dell’Isola possano essere assistite con fidi concessi in modalità integrata, con la certezza dell’esistenza concreta del contemporaneo supporto sia dei consorzi fidi che delle banche, concedendo alle imprese siciliane”, conclude Cappadona, “la stessa possibilità di crescere ed essere competitive di cui godono le aziende nelle altre regioni d’Italia”.
Nel dettaglio, dal Rapporto è emerso che i risparmi di famiglie e imprese (depositi bancari) sono aumentati(59 miliardi 930 milioni), nello stesso periodo del 2017 si attestavano a 59 miliardi.
Per quanto riguarda, invece, i cosiddetti impieghi (mutui, carte di credito, prestiti, operazioni di factoring, leasing finanziario) rilasciati dalla banche, nel 2018 è confermato il trend che vede i prestiti in diminuzione(57 miliardi, 882 milioni, contro i 61 miliardi del 2017).
Anche le sofferenze bancarie (cioè i crediti diventati inesigibili) risultano in calo, anche se in Sicilia il rapporto tra sofferenze e impieghi relativo alle imprese è più elevato rispetto alla media nazionale, con un valore del 16,2 per cento contro quello medio nazionale del 10 per cento, con uno scarto in aumento di 6,2 punti percentuali.
Il vicepresidente Armao ha lanciato un appello pubblico al ministro Luigi Di Maio perché intervenga direttamente per risolvere il fenomeno della richiesta di eccesso di garanzie dal parte del sistema bancario. A svolgere la funzione di garantire i prestiti compresi fra 30 e 100 mila euro, la Giunta Musumeci chiede siano i Consorzi fidi autorizzati dalla Regione, mentre il Fondo centrale di garanzia (Fcg), Sezione speciale Sicilia, avrà una funzione di “controgaranzia”, di garante, cioè, di secondo livello in favore dei Confidi. Per renderlo possibile, tocca adesso alla Conferenza Stato-Regioni recepire la delibera che dà l’applicazione anche in Sicilia della “lettera R” del decreto legislativo 112/98.
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