Corale protesta dopo la decisione del sottosegretario Franco Manzato di suddividere le quote di tonno rosso consentite alle cinque tonnare fisse in Italia, assegnando alle quattro tonnare della Sardegna il 96% del pescato, a quella di Favignana, unica in Sicilia, solo il 4%.
L’intera Agci Sicilia si schiera a fianco delle Istituzioni regionali, dei rappresentanti politici e delle associazioni di imprese, nel chiedere il ritiro immediato del provvedimento.
“L’azienda Nino Castiglione, con un enorme sforzo economico e con il sostegno della giunta Musumeci, aveva da poco riaperto la storica struttura dando lavoro a centinaia di maestranze, restituendo al mondo una tra le più grandi tonnare del Mediterraneo e dal passato glorioso”, ha dichiarato il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Micciché. “Invito tutti i deputati siciliani a Roma, di qualsiasi schieramento o partito, a chiedere una immediata revisione della distribuzione delle quote tonno”.
La "Nino Castiglione”, azienda leader nel segmento delle conserve ittiche, è la prima produttrice italiana di tonno in scatola a private label per GD e GDO. Il tonno in scatola del resto è la conserva ittica preferita in Italia, scelta ogni settimana da 1 italiano su 2.
“Nella ripartizione delle quote di tonno, ci siamo basati su chiari principi di equità e tenendo conto dei dati storici delle catture delle singole tonnare. Abbiamo dato nel contempo la possibilità concreta di far ripartire la tonnara di Favignana, chiusa da oltre dieci anni, e quella di Cala Vinagra”, spiega il sottosegretario alla Pesca, Franco Manzato (Lega).
“A fronte delle 80 tonnellate minime richieste, necessarie per la sostenibilità economica e finanziaria delle attività di pesca, in violazione del regolamento comunitario che, a chiare lettere, parla di un’assegnazione di quote tale da rendere sostenibile, dal punto di vista economico finanziario, l’attività di pesca della tonnara, ne sono state assegnate alla Sicilia appena 14 tonnellate”, è quanto ha affermato l’assessore siciliano all'Agricoltura Edy Bandiera. “Altro che stimolo alla crescita e sostegno della filiera del tonno rosso, così come dichiarato dal sottosegretario Manzato che, addirittura, probabilmente ignaro delle reali esigenze, dice che con questo decreto ha voluto dare una risposta reale alle richieste delle tonnare stesse”.
“Con questa iniqua ripartizione, di fatto, a fronte di annunci e proclami, più volte ribaditi da esponenti del governo nazionale in terra di Sicilia, il Ministero sta condannando la Tonnara di Favignana a chiudere immediatamente i battenti”, ha aggiunto Bandiera. “Chiediamo il ritiro immediato e la modifica di questo decreto e una ripartizione in armonia con il regolamento comunitario, diversamente, non escludiamo ogni iniziativa utile a tutela del settore della pesca siciliana”.
"A tutte le voci negative, e a Edy Bandiera, che essendo l’assessore all’agricoltura in Sicilia non può non essere informato, vorrei chiarire che se ieri - esattamente ieri - non avessi firmato il decreto di ripartizione di quote di tonno rosso", replica il sottosegretario Manzato, "Favignana non avrebbe avuto quote di pesca e quindi alcuna possibilità di ripartire, perché la soglia massima di cattura assegnata dall’Europa era già stata esaurita dalle tonnare sarde. E proprio per venire incontro alla tonnara siciliana, dal momento che non possiamo assegnare sulla carta catture che non sono disponibili, la quota aggiuntiva che è stata data all’Italia per il 2019, anziché dividerla tra tutti e cinque gli impianti, l’abbiamo ripartita solo tra le due tonnare che iniziano a lavorare quest’anno: Favignana e Cala Vinagra.
Se non bastasse, all’assessore Bandiera, non dovrebbe infine sfuggire che grazie a un mio decreto del 16 maggio è possibile il trasferimento delle quote di cattura da una tonnara all’altra. Quote che verranno con ogni probabilità offerte dalle tonnare sarde e con le quali Favignana potrà sicuramente incrementare le 14 tonnellate assegnate".
“Gravissimo il danno alla azienda Castiglione ed all’intera Sicilia”, dichiara Giovanni Basciano, responsabile Agci Agrital Pesca Sicilia. “Dopo anni di lavoro da parte dell’azienda Nino Castiglione, della Regione Siciliana, del Comune di Favignana, coadiuvate dalle associazioni di categoria e dalla gran parte della ricerca scientifica ed anche delle associazioni ambientaliste, a Favignana era stata calata la tonnara, sperando in una ripartizione delle quote di pesca che rispondesse a criteri di sostenibilità economica. Invece ieri (e solo ieri) a campagna ormai iniziata ed a spese ormai affrontate, con il D.M 235/2019 sono state ripartite dal Ministero le quote tra le tonnare fisse, riservando a Favignana solo 14,5 tonnellate.
Il danno per l’azienda è enorme, ma lo è ancora di più per il territorio e per l’intera Sicilia. Vengono vanificate in un sol colpo attività di promozione già programmate, bandi regionali aperti, comitati tecnici istituiti dalla Regione, per collaborare alla crescita di una iniziativa su criteri di sostenibilità, che Agci Sicilia ha da sempre attivamente sostenuto”.
“Mi aspetto che la Regione difenda il proprio operato di questi anni volto a favorire il ritorno di una tonnara storica in Sicilia, difendendo cosi anche il grande lavoro fatto da quanti si sono impegnati in questa direzione nell’Amministrazione e nel settore, ridando sicurezze ad una importantissima azienda che ha voluto scommettere sul ritorno di questa attività nell’isola di Favignana”, conclude Basciano.”
“Ad appena un mese dalla riapertura, la storica tonnara di Favignana chiude i battenti arrecando un grave danno economico alla Nino Castiglione, l’azienda trapanese a cui è stata affidata l’attività dell’impianto e che ha già investito nell’iniziativa circa un milione di euro, creando oltre 50 posti di lavoro”, dichiara Gregory Bongiorno, vicepresidente di Sicindustria.
Alla base della decisione, il decreto del Ministero delle politiche agricole che ha cambiato in corsa le regole del gioco. Con la pubblicazione del D.M. n. 235 del 30 maggio 2019, in soli due articoli, il Ministero ha, di fatto, ribaltato il contenuto del precedente decreto di assegnazione delle quote tonno, assegnando alla tonnara di Favignana appena 14,5 tonnellate sulle già esigue 357 a disposizione dei cinque impianti italiani. Una quantità assolutamente insufficiente per la sostenibilità economico finanziaria delle attività di pesca.
“Chiederemo al ministro – conclude Bongiorno – un provvedimento urgente per scongiurare gli effetti catastrofici del decreto emanato ieri. Curioso che il principio di equità, sottolineato più volte nelle premesse del decreto, venga poi usato per giustificare un’assegnazione tardiva e che penalizza soltanto la Sicilia. Infatti, alle aziende sarde sarà assegnata una quota per circa 342 tonnellate a fronte delle 14,5 tonnellate assegnate alla Sicilia”.
“Centinaio non uccida la tonnara di Favignana”, afferma l’europarlamentare Ignazio Corrao (M5S). “Chiedo l’intervento immediato del ministro dell’Agricoltura Centinaio affinché ritiri e modifichi il decreto di assegnazione delle quote tonno. La ripartizione alla Sicilia delle quote tonno da parte del Ministero segue logiche evidentemente lontane dal buon senso. Sono molto dispiaciuto del fatto che i cittadini favignanesi pur avendo riposto una grande fiducia anche in termini di consenso elettorale verso la Lega del ministro Centinaio, oggi subiscano un danno proprio ad opera dei rappresentanti politici cui avevano riposto la loro fiducia. Se non verranno presi provvedimenti immediati, investirò della questione direttamente la Commissione UE per valutare l’eventuale violazione del Regolamento europeo che prevede l’assegnazione di quote che garantiscano la sostenibilità economica e finanziaria dell’attività di pesca della tonnara”.
Credits: altrasicilia.it