“Senza impresa non ci sono lavoratori”: principio pronunciato dal segretario generale Fai Cisl Sicilia, Pierluigi Manca, citato più volte durante l’incontro fortemente voluto tra cooperative della pesca e sindacato il 6 settembre a Trapani.
Il convegno, intitolato “Il lavoro di qualità nella pesca: tra tutele e formazione”, è stato promosso da ICR-Istituto Cooperativo di Ricerca (istituto tecnico scientifico di Agci Agrital) e Fai Cisl, con il patrocinio del MIPAAFT, ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo.
I lavori sono stati introdotti da Giovanni Basciano, responsabile Agci Agrital Sicilia, il settore che comprende le imprese di agricoltura e pesca dell’Associazione generale delle cooperative italiane, che ha puntualizzato come la forma cooperativa sia quella più diffusa nel settore della pesca, ma ha anche lanciato l’allarme sul preoccupante aumento dell’abbandono della legalità verso attività di pesca illegali camuffate da diportismo per eludere fisco, previdenza e norme di gestione della pesca, e di come questo fenomeno metta a rischio la permanenza di cooperative e di posti di lavoro.
Numerosi gli argomenti affrontati dai relatori e animato il dibattito con pescatori e rappresentanti delle cooperative della pesca sulle criticità del comparto in Sicilia.
Enrico Casola, presidente del Consorzio Meuccio Ruini ha disegnato un quadro degli indirizzi normativi di settore, UE e nazionali, e delle dinamiche che riguardano la piccola pesca artigianale. Le tante criticità derivanti dagli “ostacoli normativi”, oggetto di vivace discussione durante i lavori, giustificano la necessità di specifiche politiche di formazione nel settore della Pesca.
Pina Sodano, Università di Roma 3, ha introdotto il tema degli stranieri nel mercato del lavoro e il settore della Pesca come esempio efficace di inclusione lavorativa, che si traduce in integrazione sociale, argomento di strettissima attualità. Accanto alle difficoltà di assumere immigrati come soci lavoratori di una cooperativa, presentati casi virtuosi di inclusione, come nel caso di una coop di pesca costituita da sole donne in Toscana, a Massa Carrara.
Giuseppe Gizzi, responsabile relazioni industriali Agci, ha esposto i recenti importanti risultati conseguiti attraverso la contrattazione collettiva recentemente siglata, che ha assicurato nuove tutele di lavoro nel settore della Pesca. Il contratto ha introdotto istituti poco conosciuti, come la previdenza complementare cooperativa, che ha il vantaggio di essere poco onerosa, appena l’1,5% dell’imponibile. A rendere più robusto l’impianto del welfare, l’introduzione dell’assistenza sanitaria integrativa. Un aspetto formale che rappresenta un significativo obiettivo raggiunto, è stato l’attribuzione di un codice contratto Inps, che consente d’ora in poi di contare quanti siano i lavoratori contrattualizzati, costituendo un indicatore oggettivo certo per le analisi del settore della pesca.
Silvano Giangiacomi, segretario nazionale Fai Cisl, ha tratto le conclusioni dei lavori, sottolineando ancora una volta l’importanza strategica dell’attenzione comune e di iniziative congiunte di associazioni datoriali e sindacali nei confronti del comparto. Le problematiche sono tante e variegate, non potranno essere risolte tutte contemporaneamente ma andranno affrontate insieme. Un esempio significativo è quello degli ammortizzatori sociali. Il mare a forza 4 impedisce oggettivamente le attività di pesca. Un obiettivo a breve è l’applicazione di misure analoghe alla CISOA (Cassa Integrazione Salariale Operai dell'Agricoltura) per l’interruzione del lavoro dovuta ad eventi metereologici avversi.
Credits: altrasicilia.it