Michele Cappadona, AGCI: “Significativa la sentenza di condanna ASP su mancato versamento del contributo al Comune per i disabili psichici. Governo regionale intervenga ora sui ritardi generalizzati. Scandalosa l’inerzia su procedure per servizi essenziali. La lentocrazia uccide le imprese, specie quelle che forniscono ogni tipo di servizi di assistenza sociale ai Comuni”.
L’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento dovrà risarcire il Comune di Palma di Montechiaro la somma di 1.939.360,21 di euro, oltre gli interessi, nonché le spese e accessori come per legge.
Questa la decisione del Tribunale ordinario di Agrigento, dopo che la Giunta municipale nell’aprile del 2018 aveva deciso di avviare ogni azione utile diretta al recupero delle somme dovute dall’Asp a titolo di compartecipazione sui costi sostenuti dal Comune per l’inserimento di soggetti con disabilità psichica in comunità alloggio, per gli anni che vanno dal 2007 ad oggi. Il Comune palmese ha già speso per questo servizio la somma di oltre 4 milioni di euro.
“Giustizia è fatta”, dice il sindaco palmese Stefano Castellino. “Più volte avevamo chiesto all’Asp il pagamento delle somme dovute al mio Comune, ma non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta positiva”. L’Asp doveva al Comune di Palma oltre un milione e mezzo di euro. Adesso l’Asp ha 40 giorni di tempo per provvedere al pagamento della somma.
“Con la recente sentenza che dà ragione al Comune di Palma di Montechiaro, il Tribunale di Agrigento si pronuncia in un settore critico, su cui AGCI Sicilia denuncia da tempo l’inadempienza da parte delle ASP e l’assenza di un intervento regolatore chiaro e definitivo da parte del Governo della Regione”, afferma Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “Come abbiamo incessantemente segnalato all’assessore alla Salute Ruggero Razza, si tratta del cronico mancato pagamento del 40% di contributo, previsto a carico delle Asp, che i Comuni devono ricevere a titolo di compartecipazione alle rette di ricovero degli utenti all’interno delle comunità alloggio per disabili psichici gestite generalmente dalle cooperative sociali. La mancanza di chiarezza nelle disposizioni e l’inadempienza da parte della burocrazia paralizzano i pagamenti, i cui ritardi superano anche i 28 mesi.
Il ritardo nei pagamenti dipende sia dalla sempre maggiore contrazione delle risorse economiche degli enti locali, sia dalla cattiva burocrazia, che non rispetta le norme che impongono il rispetto di tempi celeri per l’espletamento delle procedure amministrative. Il tessuto economico delle imprese, in generale, e di quelle sociali e no profit che forniscono servizi sociali essenziali per i Comuni si sta disgregando. Ciò crea un problema di estema criticità per l’occupazione di migliaia di soci e operatori delle cooperative sociali siciliane, il cui posto di lavoro è in grave pericolo. Il numero degli occupati del comparto continua a diminuire.
In seguito alla Procedura d’infrazione della Commissione Europea n.2017/2090, in Italia è entrata in vigore dal 26 maggio 2019 la “Legge Euroea 2018”, n. 37 del 3 maggio 2019, che all’art. 5 prevede la regola del pagamento entro 30 giorni decorrenti dall’adozione di ogni stato di avanzamento dei lavori (SAL). È possibile, in casi eccezionali giustificati dalla natura particolare del contratto, che il contratto preveda un diverso termine comunque non superiore ai 60 giorni.
In Sicilia l’ARS ha approvato la legge 21 maggio 2019, n.7 (Disposizioni per i procedimenti amministrativi e la funzionalità dell’azione amministrativa) sulla semplificazione amministrativa, che detta analoghi termini di 30 e 60 giorni al massimo per la conclusione del procedimento nelle PA. Entrambi i provvedimenti però non impediscono che i pagamenti vengano tuttora effettuati con ritardi anche scandalosamente esagerati.
A tutela delle imprese cooperative, specie quelle di piccola dimensione e sottocapitalizzate, che subiscono i ritardi e non trovano accesso al credito rischiando il tracollo economico, l’AGCI ha ripetutamente rivolto alla Regione una richiesta di intervento urgente e concreto. Ribadiamo la nostra disponibilità a formare un Tavolo di Crisi, che si ponga l’obiettivo di porre in atto da una parte strumenti e procedure vere ed efficaci per velocizzare procedimenti e pagamenti, dall’altra l’attivazione da parte degli istituti di credito di proprietà della Regione (Irfis, Irca) misure che garantiscano la possibilità reale di un’immediata anticipazione delle somme dovute da enti pubblici”.
Credits: ilGazzettinodiSicilia