Un corteo con circa 20 mila manifestanti organizzato da Coldiretti a Palermo, ha attraversato la città da piazza Marina fino a piazza Indipendenza, davanti la presidenza della Regione, per protestare contro i ritardi e l’incapacità della burocrazia siciliana di gestire il Programma di Sviluppo Rurale e le risorse vitali per la sopravvivenza dell’Agricoltura in Sicilia. Lo spreco dei consorzi di bonifica, carrozzoni costosi e inutili.
“Uno dei tanti esempi di inefficienza riguarda la misura Psr di primo insediamento”, denuncia Massimo Piacentino, delegato Coldiretti Giovani impresa Sicilia. “Nel 2017 sono state presentate più di 4600 istanze e ad oggi, a distanza di tre anni non c’è un solo giovane imprenditore che abbia potuto fruire di un finanziamento operativo. Questo significa cancellare sogni, imprese, posti di lavoro e rinunciare ad un’economia più solida per la nostra Sicilia”.
Secondo quanto previsto dal regolamento transitorio sulla PAC per l’agricoltura italiana ci sarà un taglio nelle risorse di 370 milioni di euro. Una situazione inaccettabile se si vuole garantire la sostenibilità e l’eccellenza del comparto agricolo italiano e comunitario.
“I ritardi, l’inerzia, l’inefficienza della burocrazia siciliana vengono dall’AGCI Sicilia da sempre denunciati e indicati come una delle maggiori concause di collasso finanziario del sistema economico dell’Isola”, afferma Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “È del tutto inutile fabbricare bandi quando poi non si riescono ad assegnare i fondi europei. Ai tagli sempre maggiori delle risorse ordinarie a sostegno delle imprese, l’inefficienza dei burocrati somma gli scandalosi sprechi come quelli dei consorzi di bonifica e la vanificazione dei fondi strutturali comunitari. Avere disilluso così tanti giovani che attraverso il PSR intendevano con passione dedicarsi a condurre un’impresa agricola facendo loro attendere 2/3 anni è una vicenda intollerabile, che grida vendetta. L’unico ineluttabile risultato che può attendersi da questa nostra burocrazia è l’attuale sempre più dolorosa agonia del sistema produttivo, con la morte quotidiana di tante PMI.
Guardiamo invece con favore a iniziative come quella della deputata regionale Stefania Campo, che ha annunciato di volere perseguire la rapida attuazione della norma che ha istituto la “Banca della Terra”. Non si ha il diritto di trascurare nessuna possibilità, né sprecare alcunja risorsa che possa essere utilizzata per il futuro dei nostri giovani e dell’economia siciliana.
La deputata Stefania Campo: “Musumeci vuol dare risposte concrete? Si renda operativa la norma per la Banca della Terra”.
Stefania Campo - che insieme agli altri deputati regionali M5s Angela Foti, Elena Pagana, Roberta Schillaci, Nuccio Di Paola, Luigi Sunseri e Antonio De Luca ha partecipato alla manifestazione organizzata da Coldiretti - ha proposto di dare attuazione alla “Banca della Terra”.
“Dobbiamo agevolare il ritorno dei nostri giovani e giovanissimi nelle campagne, aiutandoli a scommettere a livello imprenditoriale sull’agricoltura di qualità, sull’agriturismo, sul recupero del territorio rurale siciliano. Per questa ragione intendo rilanciare, ma migliorandola e rendendola attuale, una norma già esistente, ovvero l’Art. 21 della legge regionale 5 del 2014 denominato ‘Banca della Terra di Sicilia’. Grazie a tale legge sarebbe stato già possibile avviare politiche volte, da una parte, al contrasto dell’emigrazione dalla nostra Isola e, dall’altra, alla concessione di terra da coltivare, rimettendola in produzione e salvaguardandola dal dissesto idrogeologico o dal rischio incendi”.
“Peccato che quanto recitato dalla norma – spiega ancora la deputata – non ha visto ancora alcuna forma di vita. Sono passati già cinque anni dall’entrata in vigore dalla legge ma di bandi e concessioni, di fruitori e procedimenti attivi non si vede ancora traccia, nessuna forma di attività amministrativa. Gli uffici sembrano, letteralmente, proiettati da tutt’altra parte. Tutto ciò che la Regione è riuscita a fare finora è un modesto atto di indirizzo con cui si individuano le tipologie dei beneficiari delle terre da concedere e le modalità delle procedure da seguire, se poi si cerca di capire quali sono gli appezzamenti, le terre, le proprietà abbandonate e censite si resta con un palmo di naso. Ad oggi non c’è ancora alcun censimento pronto, nessuna notizia; navigando sull’apposito sito web dedicato alla Banca della Terra ci si ritrova a brancolare nel buio, nel vuoto assoluto. È preciso dovere del governo regionale dare risposte e creare le condizioni per fare attecchire delle opportunità. Musumeci si attivi immediatamente” – conclude Campo.
Credits: AltraSicilia