Scongiurato per il momento il blocco dei porti in Sicilia, effetto della protesta degli autotrasportatori contro il "caro navi" annunciata da Mariano Ferro, il leader del movimento dei “Forconi” che nel gennaio 2012 paralizzò la circolazione dei Tir nell’Isola. La sospensione della protesta giunge alla fine della riunione di ieri pomeriggio a Palermo della Consulta regionale dell’Autotrasporto, con l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone.
Vertice ieri mattina a Roma al ministero dei Trasporti, tra De Micheli e Cancelleri e i rappresentanti di trasportatori e armatori.
L’emergenza nasce dall’aumento del 20/30% delle tariffe sui trasporti marittimi causato dalle nuove norme dell’Unione Europea per l’uso del carburante green. Dal 1° gennaio infatti sono aumentati i costi del del combustibile, che secondo la direttiva comunitaria IMO2020 deve essere molto più raffinato, con un tenore di zolfo bassissimo per ridurre così l’impatto ambientale. Tale misura comporta un aumento dei prezzi dei noli marittimi, in ragione dei notevoli investimenti cui gli armatori hanno dovuto far fronte, con il conseguente rincaro della tariffa per gli operatori che trasportano merci sui mezzi pesanti.
“L’Agci si schiera a fianco degli autotrasportatori siciliani nella protesta contro il caro navi”, dichiara Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “Incontestabile l’adozione di norme contro l’inquinamento, per gli effetti negativi contro l’ambiente e la salute. Ma i costi derivanti devono essere gestiti come investimento dello Stato per la salvaguardia dell’equilibrio ecologico come bene comune, non scaricati direttamente sugli operatori economici. Aumenti del 30% sui trasporti marittimi rischiano di rappresentare il tracollo definitivo di tantissime imprese siciliane già in ginocchio per la crisi. L’attuale emergenza va contestualizzata anche nel quadro più ambio degli interventi che vanno garantiti alla Sicilia per garantire il principio della continuità territoriale, problematica gravissima e ancora del tutto irrisolta”.
Gli aumenti dei noli marittimi si aggiungono a complicare la già critica situazione dei trasporti in Sicilia, che in particolare subisce da due settimane un’altra emergenza che riguarda l’autostrada Palermo-Catania, chiusa a camion ed autobus da Tremonzelli ed Enna.
Durante la riunione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tra il ministro Paola De Micheli ed il viceministro Giancarlo Cancelleri con i rappresentanti delle categorie degli autotrasportatori e degli armatori per fare il punto sull'adeguamento dei noli marittimi si sono vagliate le misure da adottare con urgenza. Per la Sicilia, la soluzione possibile pare quella di una modifica degli incentivi cosiddetti Mare Bonus finalizzati ad abbassare i costi dei collegamenti, destinati direttamente agli autotrasportatori. Una nuova riunione sarà convocata la prossima settimana.
L’incontro pomeridiano a Palermo con l’assessore Marco Falcone della Consulta regionale dell’autotrasporto si è conclusa con una delibera all’unanimità che impegna la giunta Musumeci a chiedere al governo nazionale una misura compensativa per i danni derivanti dalla chiusura dell’A19 Palermo-Catania, che costringe gli operatori a tragitti alternativi fortemente penalizzanti. Tali ristori dovrebbero adottarsi sul modello di quelli già concessi per fare fronte ad analoga situazione presentatasi in Liguria.
Durante entrambi gli incontri i rappresentanti delle istituzioni hanno auspicato lo stop alla protesta, in vista della riunione al ministero dei Trasporti prevista la prossima settimana.
Credits: AltraSicilia