Sicilia 2020, l’anno si apre con la sempre maggiore inquietudine sociale che viene dalla consapevolezza del colpevole divario di Stato con l’Italia, e dei veri termini della distanza che ci separa dall’Europa di Bruxelles.
Un gap dell’Isola che va dai Livelli essenziali di assistenza alle infrastrutture, ai costi stratosferici dei biglietti aerei, che non aiuta ad affrontare gli effetti economici della stagnazione generale. Crescita zero, banche che non fanno più credito, imprese che chiudono.
Segnali positivi prova a darli Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive del governo Musumeci, che snocciola i risultati dell’anno appena trascorso della Crias, istituto di credito agevolato regionale dedicato alle imprese artigiane della Sicilia: 3425 pratiche di finanziamento nel 2019 per un totale di circa 76 milioni di euro alle imprese artigiane. “I numeri ci dicono che la Crias ha ripreso a funzionare bene e che abbiamo dato una boccata d’ossigeno a tante imprese artigiane in difficoltà o che vogliono semplicemente provare a crescere”, dichiara Turano. “Ringrazio il commissario ad acta Giovanni Perino, il direttore generale Lorenza Giardina e tutta la struttura della Crias per lo straordinario lavoro svolto. Adesso è essenziale proseguire su questa strada anche nel 2020, e per farlo è indispensabile mantenere per la Crias l’attuale sistema di contabilizzazione economico-patrimoniale, che consente di rispettare le disposizioni riguardanti l’armonizzazione contabile senza le inevitabili complicazioni gestionali che sorgerebbero nel caso si applicasse il sistema di contabilità finanziaria al fondo a gestione separata.”
“Due motivi di apprezzamento vanno riconosciuti in questo momento a Mimmo Turano”, afferma Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “La posizione assunta per mantenere l’attuale sistema di contabilità della Cassa di credito agevolato regionale per le imprese artigiane, e l’impegno profuso per la realizzazione delle ZES-Zone economiche speciali in Sicilia.
Il sostegno alla posizione sulla Crias dell’Assessore per l’Agci si estende naturalmente anche all’Ircac, l’Istituto Regionale per il Credito alla Cooperazione. Ai sensi dell’art. 2 del Decreto 90/2016 dell’allora assessore all’Economia Baccei, (e della delibera dell’attuale Giunta Musumeci 151 del 29.03.2018, con cui è stato concesso a Crias e Ircac di adeguarsi alle disposizioni di cui al D. lgs n. 118/2011 e s.m.i entro il 31.12.2018), il Fondo Unificato a Gestione Separata a decorrere dall’esercizio 2019 è soggetto all’applicazione delle disposizioni di cui al D. lgs n. 118/2011 e s.m.i., passando così dall’attuale contabilità economico-patrimoniale a quella puramente finanziaria. La nuova gestione contabile costringe ad operare nell’ambito di un bilancio annuale di previsione a carattere autorizzatorio, che per la natura del fondo di rotazione non potrebbe mai avere una previsione esatta, nè un consuntivo in pareggio. In sostanza, questo condurrebbe in breve tempo alla paralisi di Crias e Ircac. In questi mesi – continua Cappadona – l’Ircac ha continuato ad operare e ha istruito e deliberato, nonostante le difficoltà determinate dall’applicazione del nuovo regime contabile, finanziamenti diretti ed indiretti per un ammontare complessivo di 12 milioni e mezzo di euro a 173 cooperative con una media di finanziamenti di oltre 70mila euro. Una massa di credito che potrà essere messa a disposizione delle coop siciliane non appena saranno rimosse le cause che hanno impedito l’erogazione. In atto, all’Ircac sono circa una ventina le pratiche di credito già deliberate ma sospese che aspettano di essere espletate, per un credito di circa 4 milioni di euro. Altre 82 pratiche devono andare in delibera, per un importo superiore ai 15 milioni di euro.
La soluzione – prosegue Cappadona – è quella auspicata da Mimmo Turano, dall’assessore all’Economia Gaetano Armao e dallo stesso presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci: come già avvenuto in Italia per enti analoghi agli istituti di credito agevolato di proprietà della Regione Sicilia, anche Crias ed Ircac potrebbero beneficiare di una deroga rispetto alla legge 118/2011. Bene quindi un intervento del governo Musumeci nella direzione illustrata da Turano”.
Altro tema rilevante è quello delle ZES. L’assessore Turano ha annunciato “un significativo passo avanti per la definitiva istituzione delle due Zone economiche speciali siciliane. Il governo Musumeci ha infatti approvato la proposta integrativa al Piano di sviluppo strategico delle Zes, attribuendo agli enti locali, risultati idonei, la superficie non ancora assegnata dopo la prima identificazione e delimitazione”. La superficie complessiva raggiungerà così 1.690 ettari nella Zes Sicilia occidentale e 3.422 nella Zes Sicilia orientale.
“Ad agosto avevamo promesso tempi celeri per l’assegnazione della quota integrativa – spiega Turano – e, grazie allo straordinario lavoro della “cabina di regia”, la commissione incaricata per la valutazione e della disponibilità e sensibilità degli enti locali, oggi non solo siamo in grado di redigere la proposta integrativa ai Piani di sviluppo strategico delle due Zes, ma di inviare tutto in brevi tempi a Roma al dipartimento per le Politiche di coesione. Stiamo facendo di tutto perché il 2020 possa essere l’anno dell’istituzione delle Zes siciliane”.
“Apprezzamento Agci Sicilia per aver portato le Zes in dirittura finale”, aggiunge Cappadona. “Dei 250 milioni circa di benefici previsti dal DL 20 giugno 2017, n. 91 ‘Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno’, per le imprese siciliane appartenenti alle due Zes interamente comprese nel territorio dell’Isola (Messina rientra in una proposta Zes riferita allo Stretto, insieme a Reggio Calabria) sono previsti 50 milioni. Ossigeno per l’economia e il futuro dell’Isola. Ma occorre un più intenso dialogo con le imprese“, conclude Michele Cappadona. “Agci Sicilia non ha mai fatto mancare la sua presenza e disponibilità nei confronti di questo governo regionale, che verso il mondo delle cooperative forse dovrebbe dimostrare maggiore e più attento ascolto.”
Credits: IlGazzettinodiSicilia