Ora che la Ue ha dato via libera al credito per le attività di pesca e acquacoltura, occorre accelerare il decreto Mipaaf per fissare modalità di accesso ai finanziamenti.
Nove imprese ittiche su dieci hanno difficoltà di accesso al credito. Un giovane imprenditore su due non sceglie di investire nel settore anche per questo motivo, oltre alle criticità strutturali del comparto e alla eccessiva burocrazia.
È la fotografia scattata dalla tavola rotonda “FishCreditCoop: una bussola per il credito alle imprese”, organizzata a Roma dall’Alleanza delle cooperative italiane Pesca per fare il punto sul tema, coinvolgendo l’Ismea, il Mipaaf e Cooperfidi Italia. Tra le maggiori difficoltà emerse dai lavori, le aziende segnalano quelle per reperire risorse destinate all’acquisto delle imbarcazioni e per le spese relative alle attrezzature e ai motori.
“Il comparto della pesca necessita di continui investimenti per gli ammodernamenti dei motopescherecci, delle apparecchiature e delle attrezzature di bordo. Da qui la necessità di accedere al credito e - nei casi, molto limitati invero, ad oggi previsti dalla normativa europea - anche a finanziamenti a fondo perduto attraverso il Feamp (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca)”. È quanto sottolinea Giovanni Basciano, responsabile Agci Pesca Sicilia. “Coperfidi, consorzio fidi delle tre centrali Agci, Confcooperative e Legacoop, può essere di grande aiuto ai nostri armatori ed alle nostre cooperative, per offrire co-garanzie che possono facilitare l'accesso al credito necessario. Invitiamo pertanto tutti gli operatori e le cooperative a rivolgersi al nostro ufficio Pesca che ha sede a Trapani per la necessaria assistenza”.
Nel settore ci sono problemi seri di sottocapitalizzazione. Una situazione che va affrontata alla radice. Per una impresa di medie dimensioni con costi di gestione di 200 mila euro, spesso gli utili, al netto degli stipendi pagati, non arrivano a 20 mila euro.
L’auspicio è che quanto prima diventi operativo il decreto ministeriale con i criteri per stabilire le modalità di accesso al credito delle imprese di pesca e acquacoltura. Ora che la Commissione europea ha dato il via libera a questo tipo di interventi, non considerandoli aiuti di Stato, come avviene già in agricoltura, dovremmo essere in dirittura di arrivo.
Credits: AltraSicilia