La pubblicazione contestuale sulla Gazzetta Ufficiale del DL 6/2020, recante misure urgenti per il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 (Coronavirus), e del DPCM 3 febbraio 2020 con le disposizioni attuative, ha stabilito una serie di interventi immediati da attuarsi nei Comuni delle Regioni Lombardia e Veneto e più in generale su tutto il territorio nazionale.
La velocità con cui si è diffusa la notizia dell’esistenza del pericolo della pandemia proveniente dalla Cina, che pare si sia originata dai pipistrelli (il secondo gruppo di mammiferi più numeroso al mondo dopo i roditori, nei quali stati identificati finora oltre 200 differenti coronavirus) è stata fulminea, amplificata dalla massima attenzione dedicata da tutti i mezzi di comunicazione di massa.
“Senza volere nulla togliere all'opportuna, indispensabile necessità di adeguate contromisure sanitarie per evitare la diffusione del Coronavirus, e per tutelare la popolazione, occorre anche adottare un comportamento responsabile che eviti crisi di panico. Sindromi da contagio e drammatizzazioni hanno già innescato fenomeni sociali irragionevoli, dall’assalto ai supermercati a più gravi conseguenze economiche, in borsa in generale e in specifici settori strategici per l’Italia, come in particolare quelli collegati al turismo” dichiara Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “Un settore delicatissimo per questa crisi è proprio quello che riguarda le cooperative che forniscono assistenza sociosanitaria a categorie estremamente fragili e potenzialmente a rischio. Si tratta di cooperative sociali che garantiscono varie tipologie di attività a livello comunale, come l’assistenza domiciliare per soggetti non autosufficienti o residenziale per anziani, case famiglia, strutture di accoglienza per disabili psichici, servizi per studenti diversamente abili o in condizioni di difficoltà. Si tratta di utenti che l’emergenza ha già colpito con stati d’ansia, angoscia e paura, e di operatori che dovrebbero essere destinatari di misure per coinvolgerli attivamente nelle attività di contenimento del rischio per la salute.
Ma l'emergenza è anche economica. Tutti gli attori di sistema del settore turistico in Sicilia hanno già manifestato apprensione per le conseguenze della pandemia, che ha già provocato l’annullamento di manifestazioni, eventi e convegnistica nonché di tutti i viaggi scolastici, che rappresentano una significativa quota di attività di filiera.
Si teme inoltre di fenomeni speculativi come il blocco delle esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani, su cui già si parla di ulteriori “garanzie di sicurezza” che possono compromettere logistica e trasporti dei nostri alimenti oltre frontiera, a partire dei prodotti ortofrutticoli, misure illegittime e intollerabili poiché non sussistono rischi di trasmissione del virus attraverso gli alimenti e gli imballaggi.
Infine, altre forme odiose di speculazione sono state segnalate dagli utenti siciliani che stanno subendo un ingiustificato caro voli. Sono tantissimi e soprattutto giovani i siciliani, residenti per motivi di studio o lavoro nelle Regioni colpite dal Coronavirus, che hanno deciso di rientrare sull'Isola dopo la sospensione delle lezioni nelle Università o per altri motivi”. L’Udicon Sicilia ha denunciato il fenomeno come l'ennesima, ingiustificata, speculazione delle compagnie aeree contro i consumatori. Le proibitive tariffe, fuori dalle medie di stagione, che superano anche i 400 euro da aeroporti come Milano, Bergamo, Venezia verso Palermo e Catania, sottolineano ancora una volta come di fronte a un'emergenza sanitaria di portata mondiale - sottolinea il commissario regionale Udicon Marco Corsaro - la Sicilia si trova a dover pagare l'ingiusto costo della propria insularità.
“È evidente che il contrasto all’emergenza non è limitato al solo ambito sanitario, ma denuncia ancora una volta la fragilità di un sistema regionale da tempo in ginocchio, i cui problemi non trovano soluzione”, continua Michele Cappadona. “Occorre un tavolo di crisi in cui gli assessori alla Salute (Ruggero Razza), alla Famiglia (Antonio Scavone), alle Autonomie locali (Bernadette Grasso) e al Turismo (Manlio Messina), si confrontino con l’Agci come con le altre associazioni di rappresentanza delle imprese e cooperative sociali e della filiera turistica, per fronteggiare una gravissima circostanza straordinaria che non fa che riproporre i temi del gap infrastrutturale e della continuità territoriale, di un tessuto economico gracile e fiacco, di dover constatare l’imbarazzo di ascoltare una campagna nazionale di prevenzione per un’epidemia virale mondiale che raccomanda di lavarsi continuamente le mani, dove in Sicilia nelle scuole è notorio che da decenni manca di tutto, anche il sapone nei bagni degli studenti, oltre che in generale sicurezza ed igiene".
Il Coronavirus è diventato fenomeno mediatico. È necessario che l'informazione sia mutuale, cioè conservi un ruolo sociale collaborativo e costruttivo; deve essere libera e testimoniare la verità, ma essere anche affidabile, avveduta, consapevole del suo potere suggestivo. Accertare i fatti contrastando l'allarmismo.
"Occorre dare un segnale forte di responsabilità", conclude Cappadona. "I cittadini e le imprese hanno bisogno di garanzie che le Istituzioni sappiano intervenire con decisione e con misure mirate. Occorre fronteggiare un’emergenza straordinaria e prioritaria che riguarda oggi la salute, ma anche l’emergenza ordinaria in cui da decenni si dibatte e langue la Sicilia. Come sempre l’Agci, con spirito civico e mutualistico, è pronta a dare il suo contributo in termini di collaborazione istituzionale, di tutela alle imprese cooperative, di solidarietà sociale”.
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(Foto di Gerd Altmann da Pixabay)