Emergenza economica per effetto del Covid-19. Iniziata ieri alle ore 20, a Palazzo Orleans, la riunione con le parti sociali organizzata dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci sull'emergenza Coronavirus, in vista dell’incontro di oggi a Roma con il governo Conte a cui parteciperà una delegazione della conferenza delle Regioni di cinque governatori, tra cui lo stesso Musumeci.
Intorno allo stesso tavolo, sindacati, associazioni datoriali, organizzazioni di categoria e governo regionale per concordare le misure economiche da adottare per i danni causati dalla diffusione del virus in Italia.
"Ho voluto incontrarvi - ha esordito il governatore siciliano - per concordare tutti insieme quali possano essere i provvedimenti da prendere a supporto dei vari settori e comparti. Domani sarò a Roma per una riunione con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte proprio per discutere di questi aspetti. Tutto quello che si dovrà fare lo faremo insieme. La riunione di stasera serve proprio per definire una strategia comune".
Insieme al presidente della Regione gli assessori all’economia Armao, al turismo Messina, alla salute Razza, all’agricoltura Bandiera, al lavoro Calderone, con i rispettivi direttori generali. L’Agci presente con Legacoop, Confcooperative e le altre centrali cooperative; Cisl Uil Cgil; Cia e le associazioni degli artigiani; Confagricoltura, Copagri; Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese.
Prime misure da chiedere al governo per fronteggiare l’emergenza economica indotta dal Covid-19, ha confermato Musumeci, sono gli ammortizzatori sociali per i settori direttamente interessati, agricoltura e turismo, con l’immediata adozione di un provvedimento per la concessione della cassa integrazione in deroga, contemporaneamente all’immediata sospensione degli oneri fiscali e contributivi e tutti gli altri oneri connessi all’attività d’impresa.
Gravissimo il quadro che emerge dagli interventi delle parti sociali. Con una drammatizzazione indotta dalla pressione mediatica che ha portato ad un allarmismo verso l’Italia, sovradimensionato rispetto all’emergenza dovuta al Covid-19, Paesi confinanti con l’Italia e mercato estero hanno cominciato a chiedere certificazioni non necessarie sulla sicurezza dei prodotti agroalimentari italiani, come ha confermato l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera. A questo, e all’annullamento di fiere internazionali si aggiunge come fattore di crisi la siccità dovuta agli oltre due mesi senza pioggia.
Il crollo delle prenotazioni alberghiere fino al mese di ottobre, soprattutto nelle strutture di fascia medio-alta, raggiunge l’80-90%, per gran parte delle circa 600 aziende agrituristiche siciliane sfiora il 100%. Le compagnie aeree hanno già cominciato a cancellare i voli, Ryan Air ha diminuito del 25% il suo traffico verso l’Isola per i prossimi mesi. Crolla anche il turismo interno, annullate le gite scolastiche benché fosse possibile proprio in Sicilia, vista la sostanziale assenza di rischio, scegliere tra le tante mete turistiche e culturali nello stesso territorio regionale.
Tra le richieste, indicazioni e proposte, sindacati dei lavoratori e imprese concordano sull’impostazione generale contraria ad una concentrazione dei provvedimenti economici per fronteggiare la crisi verso le tre regioni maggiormente colpite, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, che hanno un tessuto economico molto più robusto di altri territori, come la Sicilia; proposto un credito d’imposta calcolato sulle differenze di fatturato rispetto all’anno precedente; la dichiarazione dello stato di crisi del settore turismo; l’accelerazione delle procedure di appalto; la moratoria sui mutui con accodamento delle rate.
“L’attuale momento di grave crisi per effetto del Covid-19 rivela tutta la fragilità di sistema e del tessuto economico siciliano”, commenta sui temi del vertice a Palazzo d’Orleans Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “È evidente che non può essere equo un intervento nazionale di politiche attive che concentri i provvedimenti economici solo verso le tre Regioni del nord, le più colpite da Coronavirus ma anche quelle la cui economia è a trazione industriale e non soprattutto turistica e agroalimentare come la Sicilia. È significativo notare come per il turismo in crisi sia stato possibile attivare nel Trentino immediatamente la cassa integrazione per 8.700 imprese grazie al Fondo di solidarietà. Strumenti come questi sono in grado di intervenire nel caso dell’attuale emergenza Coronavirus per due diverse motivazioni: la sospensione o la riduzione di attività in forza di un’ordinanza della Pubblica autorità; il calo di lavoro o di commesse e la crisi di mercato”.
Con questa misura, le aziende che decidono di ridurre l’orario di lavoro o rinunciare alle prestazioni di alcuni dipendenti per di calo commesse, procedono subito a tale riduzione, avviano una procedura di comunicazione ai sindacati e attivano entro 15 giorni per via telematica la domanda all’Inps, allegando la relazione che attesta la situazione di ‘Mancanza di lavoro/commesse’.
“È evidente che occorre garantire una sostenibilità al sistema produttivo a prescindere dai momenti di crisi. Se le compagnie aeree tagliano i voli o aumentano le tariffe, la Sicilia è in sostanza isolata. Se fosse adottato il normale, doveroso regime di tutela dei diritti dei cittadini siciliani in relazione alla condizione di insularità e al principio di continuità territoriale, questa criticità non si potrebbe presentare. In tutte le cartine che rappresentano l’emergenza sanitaria la Sicilia è “zona verde”: occorre riconoscere che per l’emergenza economica la nostra regione è “zona rossa”. Dove una crisi per siccità del settore agroalimentare preveda già strumenti di intervento immediato e non si debba aggiungere agli effetti di una crisi straordinaria da pandemia. Occorre subito una task force di esperti, tavoli di crisi per i settori colpiti. Misure economiche come moratorie di mutui e sospensione degli oneri d’impresa. Ma anche un regime di accesso ordinario alla liquidità d’impresa, attualmente negato ma indispensabile in un’economia in ginocchio come quella dell’Isola. Bene la proposta del presidente dell’Irfis Giacomo Gargano - che già gestisce il Fondo Sicilia, un fondo di rotazione di 84 milioni - di assegnare altri 300 milioni di euro per fronteggiare gli effetti dell’emergenza, stimando già in 40 milioni il fabbisogno per le necessità emerse finora. Ma il problema è l’immediatezza: è impensabile continuare a subire istruttorie che durano 6-9-12 mesi. Gli istituti di credito devono potere erogare entro 30 giorni, come avviene fuori dalla Sicilia e in Europa. Occorre approvare con urgenza il piano triennale per il turismo. Bene le misure annunciate dal vicepresidente della Regione e assessore all’Economia Gaetano Armao, che prevedono 25 mln sul fondo di garanzia per coprire sino all’80% dell’accesso al credito, l’abbattimento delle tasse comunali che gravano sulle compagnie aeree, i voucher digitali per l’acquisto di attrezzature ICT. Infine, è del tutto inutile affannarsi a fare tavoli di confronto solo per riempire verbali, occorrono interventi urgenti e risultati immediati. Concordiamo in questo con il metodo proposto dal presidente Musumeci: cabina di regìa nazionale e modello Ponte Morandi”.
Credits: AltraSicilia