L’Agci, nell’ambito delle politiche perseguite congiuntamente attraverso l’Alleanza delle Cooperative Italiane, chiede che il settore della pesca figuri apertamente all’interno dei provvedimenti governativi messi a punto per l’emergenza Covid-19 e che questi ultimi siano applicati in favore di tutte le imprese e i lavoratori nel territorio nazionale. È necessario che la Regione Sicilia intervenga con decisione per sostenere il settore con politiche attivo che aggiungano risorse e agevolazioni.
“La pesca siciliana - attività che ha storicamente rappresentato una delle anime più forti e tradizionali della ricchissima identità culturale della Sicilia - si caratterizza, oltre che per la quantità di imprese, distribuite lungo tutta la costa in porti o semplici punti di sbarco, soprattutto per la diversità dei mestieri e delle dimensioni dei pescherecci”, afferma Giovanni Basciano, vicepresidente nazionale Agci Agrital.
“La grande flotta a strascico alturiero di Mazara del Vallo, dedita sopratutto alla pesca del gambero rosso; lo strascico costiero di Porticello, Sciacca e Portopalo di Capo Passero, che permette di rifornire i mercati regionali e non solo; la pesca ai grandi pelagici - con le imbarcazioni di maggiore dimensione per la pesca del tonno con la circuizione e le imbarcazioni a palangaro per tonni o pescespada di Marsala e del catanese, la flotta a circuizione di Sciacca e Terrasini - importantissima perché rifornisce le nostre aziende ittico conserviere.
Accanto a tutto ciò, e distribuita ovunque, la piccola pesca che rifornisce di varietà locali i consumatori e la ristorazione, e costituisce il fondamento dei borghi marinari e della loro immagine costituendo una parte importante dell’offerta turistica siciliana.
Tutto questo ricco e complesso settore produttivo, che già soffre per la rarefazione delle risorse a causa del cambiamento climatico e delle altre attività antropiche, cui si somma l’applicazione dei regolamenti comunitari, della costante sottrazione di spazio per la realizzazione di Aree Marine Protette, di Fisheries Restricted Area, di restrizione spazio-temporali previste dal Regolamento Mediterraneo Occidentale, della volontà di molti paesi rivieraschi di ampliare le loro zone esclusive, si trova oggi quasi completamente fermo in porto a causa della caduta delle vendite, dovuta alla chiusura della maggior parte dei mercati, alla chiusura dei ristoranti e al temporaneo mutamento di abitudini dei consumatori”.
L’Associazione Generale delle Cooperative Italiane ritiene debba essere attuata una specifica politica regionale di sostegno attivo al settore della Pesca, distinta e aggiuntiva rispetto ai provvedimenti e alle risorse destinate da Stato e Unione Europea.
Tra le misure immediate da attivare, la promozione del mercato interno alla Regione con incentivi alle famiglie siciliane affinché consumino prodotti ittici e utilizzino servizi turistici collegati alla pesca di imprese attive nel territorio regionale. Facilitare poi l’accesso delle micro e piccole imprese del settore a particolari misure all’interno dei fondi strutturali.
La pesca dovrebbe partecipare a interventi che più in generale vanno applicati con urgenza all’intero settore della cooperazione, come quelli seguenti.
Attivazione di nuove linee di credito agevolato, con istruttoria istantanea, concessi in ragione dell’emergenza a prescindere dai normali requisiti di affidabilità bancaria, e garantiti unicamente da un fondo di garanzia.
Sospensione e accodamento per i pagamenti delle rate dei mutui che le imprese siciliane dovrebbero corrispondere a Ircac, Irfis e Crias, per un periodo di 18 mesi.
Attivazione di una linea speciale di microcredito immediato, riservata ai dipendenti delle società cooperative (anche a tempo determinato o in regime di lavoro autonomo); ai titolari d’impresa individuale fornitori di beni o servizi, ai lavoratori autonomi o professionisti in regime di partita IVA prestatori d’opera per imprese cooperative. La linea di credito dovrebbe essere attivabile con procedura semplificata, per esempio via PEC attraverso cui si riceve un voucher esigibile presso sportello bancario, a prescindere durante l'emergenza da ogni criterio di affidabilità bancaria dell’avente diritto. L’importo concesso di 1000 euro e potrebbe essere richiesto al massimo tre volte, a distanza di 30 giorni. La linea di microcredito verrebbe finanziata da un fondo speciale di garanzia.
Richiesta di provvedimenti da parte del Governo Nazionale
Si chiede che il Governo Regionale si faccia interprete della necessità di considerare come l’attuale emergenza economica da coronavirus nel caso della Sicilia colpisce un territorio già prostrato da un profondo, storico gap strutturale e infrastrutturale con il resto dell’Italia, su cui lo Stato continua a non intervenire con fondi ordinari, destinando sostanzialmente solo risorse europee, istituzionalmente accessorie. La fragilità economica della Sicilia merita quindi pacificamente una particolare attenzione nel valutare quale debbano essere le particolari misure di contrasto alla grave situazione locale, pericolosamente prossima al collasso.
Sul fronte legislativo
In primo luogo chiediamo che il settore della pesca figuri apertamente all’interno dei provvedimenti governativi messi a punto per l’emergenza COVID-19, poiché non sempre è possibile ricorrere all’interpretazione delle norme già varate allo scopo di chiarire la portata di alcuni articoli (cfr. artt. 15, comma 1, 17, comma 1, 25, comma 1, 33, rubrica e comma 4, decreto legge 9/2020). Per questo, oltre ad allegare una lista di emendamenti al citato decreto legge 9/2020 (AS 1746), chiediamo che venga garantita comunque la sospensione per tutte le imprese il pagamento degli oneri fiscali e contributivi di ogni genere, nonché delle rate dei mutui e dei prestiti finanziari erogati, su tutto il territorio nazionale.
È altresì necessario il rinvio dei termini previsti dagli adempimenti civilistici e commerciali (bilanci ed altro in genere), attese le limitazioni cui sono chiamati tutti i cittadini per fronteggiare l’emergenza del diffondersi del contagio.
Necessario istituire un fondo dotato di opportune risorse finanziarie (non meno di 50 milioni di euro) per interventi di sostegno alle imprese e ai pescatori che stanno subendo una contrazione dell’attività lavorativa e d’impresa.
È necessario garantire la tutela del lavoro non attraverso provvedimenti che ritocchino l’entità dell’indennizzo riconosciuto a ciascun pescatore giornalmente (da 30 euro ai 45, come pare si stia discutendo in queste ore) ma introducendo finalmente un sistema strutturato di ammortizzatori sociali, modello CISOA.
In subordine, per fronteggiare la situazione di assoluta necessità ed urgenza chiediamo di estendere la CIGS in deroga ex art. 17, decreto legge 9/2020, a tutte le imprese del settore nell’intero territorio nazionale.
È assolutamente indispensabile favorire l’accesso al credito alle nostre imprese, assicurando loro la necessaria liquidità finanziaria, anche attraverso soluzioni che offrano garanzie a titolo gratuito, anche in regime de minimis come l’agricoltura (ad es. attraverso ISMEA) o attraverso Medio Credito Centrale.
Sul fronte europeo
Riteniamo indispensabile intervenire sul negoziato in corso a Bruxelles per garantire continuità oltre il 31/12/2020 al sostegno finanziario alle varie misure previste. Occorre rimuovere i seguenti ostacoli normativi del Reg. (UE) 508/2014 (FEAMP) che limitano l’utilizzo delle risorse finanziarie per la priorità 1:
1) art. 25 (Condizioni generali), nella parte in cui dispone che il contributo finanziario totale del FEAMP alle misure di cui agli articoli 33 e 34 non possa eccedere il più elevato dei due limiti seguenti:
a) 6 000 000 EUR;
b) il 15 % del sostegno finanziario dell’Unione assegnato dallo Stato membro alle priorità dell’Unione di cui all’articolo 6, paragrafi 1, 2 e 5;
2) art. 33 (Arresto temporaneo delle attività di pesca), nella parte in cui è previsto che il sostegno per l’arresto temporaneo può essere concesso per una durata massima di sei mesi per peschereccio, nel corso del periodo dal 2014 al 2020;
3) art. 34 (Arresto definitivo delle attività di pesca), laddove si precisa al paragrafo 4 che il suddetto sostegno può essere concesso fino al 31 dicembre 2017, fatta eccezione per le GSA 9, 10 e 11 secondo quanto previsto dall’art. 20, Reg. (UE) 2019/1022.
Sul fronte ministeriale
Per adattare la gestione della pesca nelle varie marinerie serve predisporsi a rivedere tutti i calendari di fermo pesca in essere, anticipando se del caso le interruzioni già stabilite (demersali, pesce azzurro e molluschi), ricorrendo anche a risorse nazionali (laddove non fosse possibile l’impiego di quelle comunitarie) così come avvenuto in passato in occasione di eventi di assoluta straordinarietà (guerra in Kossovo, emergenza colera, ecc…).
È urgente assicurare la liquidazione totale di tutte le indennità pregresse di fermo pesca in favore delle imprese di pesca.
Rinnoviamo la richiesta di dare attuazione, ora più che mai, all’art. 8, comma, del decreto ministeriale n° 407 del 26 luglio 2019 contenente “Misure per la pesca dei piccoli pelagici nel Mar Mediterraneo e misure specifiche per il Mare Adriatico”, relativo al pagamento dei periodi di fermo, per volanti e circuizione, in linea con l’operato dell’Amministrazione croata in favore dei colleghi che praticano lo stesso tipo di pesca, in virtù delle medesime regole CGPM.
Credits: AltraSicilia