Con una nota unitaria al ministro della Cultura e Turismo Dario Franceschini, le maggiori associazioni di categoria delle imprese dei settori collegati alla cultura, Agci, Confcooperative, Legacoop, Confindustria, Federculture, hanno reiterato la richiesta che venga dichiarato lo stato di crisi del comparto, causato dai provvedimenti di contenimento dello stato di emergenza sanitario dichiarato lo scorso 31 gennaio per la pandemia Covid-19, e indicando una serie di misure di contrasto.
“È comprensibile l’aspettativa che si è creata negli ultimi giorni per l’emanazione del decreto legge, approvato solo oggi dal Consiglio dei Ministri n. 37 e che già circola sui social in varie versioni non ufficiali con l’hashtag #CuraItalia, in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta”, commenta Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane.
“Il nuovo DL 17/2020, che assegna 25 miliardi per sanità, famiglie, lavoratori e aziende, pur essendo una manovra seria, importante e complessa, non è ancora adeguata ad un’emergenza sanitaria ancora tutta da arginare e ad un’emergenza economica che si è già annunciata così devastante, specialmente in Sicilia. Le stesse fonti del Governo Conte hanno annunciato un’ulteriore manovra ad aprile. Si teme che le misure possano essere rallentate dalla non particolarmente veloce burocrazia italiana. Eppure il primo nemico da fronteggiare è il tempo. Contro la pandemia, come per salvare l’economia, l’efficacia delle misure dipenderà dall’essere subito applicabili ed immediatamente applicate. Provvedimenti i cui benefici finanziari arrivassero materialmente a imprese e lavoratori con un ritardo di soli tre-sei mesi sarebbero disastrose.
Oltre agli interventi nazionali, conterà molto il valore aggiunto dell'iniziativa politica e dei provvedimenti delle singole Regioni. È evidente come le esigenze e criticità della Sicilia siano profondamente diverse da quelle altri terrritori, tanto della Lombardia che del Molise, per essere chiari. È indispensabile quindi, per un verso, che l’Amministrazione regionale si faccia interprete con la massima determinazione nei confronti del Governo nazionale (e per suo tramite, verso l’Unione Europea) delle specifiche necessità della Sicilia, per ottenere tutte le necessarie risorse di contrasto all'emergenza. Per altro verso, occorre un articolato programma di politiche attive regionali, dove sia rilevabile con chiarezza quale sia l’intervento dello Stato e quale l’apporto aggiuntivo del Governo della Sicilia per la crescita strutturale e lo sviluppo infrastrutturale.
Particolare attenzione - conclude Cappadona - deve essere posta alla composizione del tessuto del comparto produttivo in Sicilia, costituito prevalentemente da micro e piccole imprese, E alle risorse umane coinvolte, che comprendono una quota rilevante di lavoratori non a tempo pieno e indeterminato, ma che prestano opera attraverso forme di lavoro intermittente, a tempo determinato, di lavoro autonomo e partite IVA. Gli attori di sistema vanno tutelati tutti, senza eccezioni”.
Ecco il testo unitario inviato al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Dario Franceschini, alla Sottosegretaria, Anna Laura Orrico, al Segretario Generale, Salvatore Nastasi.
L’emergenza Covid-19 e le conseguenti misure governative via via più stringenti hanno travolto i settori legati alla cultura, un settore più esposto di altri in quanto caratterizzato da imprese labour intensive altamente qualificato e in alcuni casi con quote di lavoro intermittente, con programmazioni rigide di medio lungo periodo e fortemente dipendente anche dai flussi turistici.
Le organizzazioni firmatarie di queste istanze rappresentano la quasi totalità delle imprese che operano per le attività culturali e per la gestione e valorizzazione del patrimonio culturale: quello della infrastruttura di gestione del patrimonio culturale in senso ampio: musei, mostre monumenti, aree archeologiche, teatri e spazi culturali ed espositivi, parchi e giardini storici, eccetera
Nei giorni scorsi abbiamo presentato insieme alcune istanze al Tavolo per l’Impresa Culturale, in primo luogo la dichiarazione dello stato di crisi (ancor più necessario alla luce degli ulteriori provvedimenti), e abbiamo assunto un approccio di filiera, con un mix di misure graduali, che vanno da una serie di interventi urgenti a tutela del lavoro e a sostegno delle imprese che non possono che essere oggetto di iniziativa governativa, ad interventi dedicati alle imprese pubbliche e private che gestiscono attività di valorizzazione dei luoghi della cultura che possono essere adottati dallo stesso Ministero, fino ad investimenti indispensabili in futuro per il rilancio del settore.
Come interventi urgenti di competenza governativa richiediamo:
- gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione in deroga e FIS) estesi anche alle PMI innanzitutto laddove assistiamo ad interruzioni di servizio per chiusure obbligate di Musei, Teatri, Cinema, Monumenti (visite guidate), Parchi e Riserve Naturali, Centri visita, Uffici Informazione e Accoglienza Turistica e ad annullamenti di programmazioni di eventi e spettacoli, festival, tournee. Misura che dovrà essere automaticamente riconosciuta ai concessionari di servizi pubblici e che dovrà prevedere semplificazione e abbassamento dei requisiti al fine di essere applicabile anche ai lavoratori intermittenti che sono la caratteristica del settore (artisti, musicisti, operatori didattici, tecnici dello spettacolo);
- interventi di sostegno: rinvio dei pagamenti contributivi e rateizzazione del pagamento senza interessi e/o rimborso parziale attraverso credito d’imposta e/o rinvio dei pagamenti fiscali di ogni tipo (IVA/IRPEF) nonché dei rimborsi dovuti alle pubbliche amministrazioni;
- abolizione dell’indetraibilità dell’IVA;
- sospensione del pagamento delle rate di mutuo e interessi rispetto a finanziamenti accesi dalle imprese che matureranno in questo periodo; e tra quelli adottabili dallo stesso Ministero concernenti musei e aree archeologiche di titolarità statale o civica;
- sospensione delle gare in corso, e comunque revisione condivisa degli stessi parametri in merito a ricavi e investimenti e delle impostazioni da adottare in futuro, e deroga nazionale rispetto alla possibilità di rinegoziare, al momento della riapertura dei luoghi della cultura, durata, canoni e oneri delle concessioni museali;
- trasformazione dei rimborsi per prenotazioni di visite non effettuate in voucher da utilizzare successivamente al periodo dell’emergenza;
- indennizzo per mostre ed esposizioni culturali già avviate e sospese, secondo canoni che tengano conto dei ricavi attesi così come già discussi e concordati con la P.A.
Tutte le misure proposte dovrebbero avere una durata annuale minima, prorogabile in caso di persistenza dimostrata degli effetti della crisi. Ci candidiamo soprattutto, per una più ampia finalità comune di rilancio dell’economia culturale e della creatività, allo studio e alla proposta di alcuni interventi strutturali che non potranno che essere co-progettati e condivisi nell’ambito di un ampio partenariato sociale rappresentativo dell’intera filiera e, ci auguriamo, anche tra i diversi livelli istituzionali:
- azioni di sostegno alla domanda, in particolare quella interna di scuole e famiglie sotto forma di un bonus speciale cultura, accompagnate da campagne di comunicazione straordinarie nazionale;
- investimenti nel potenziamento della rete diffusa di imprenditorialità culturale con un sostegno all’innovazione, alla trasformazione digitale e alla formazione di nuove competenze;
- adozione di misure per la semplificazione delle procedure per l’avvio di attività, per l’affidamento di spazi culturali, per l’accesso al credito;
- sostegno alla produzione di mostre ed esposizioni culturali concordate con le pubbliche amministrazioni, evitando che un eccesivo rischio d’impresa degli operatori possa portare ad un blocco della progettualità e della produzione nei prossimi mesi;
- contributi straordinari a favore delle piccole imprese culturali e creative nei progetti di rigenerazione urbana, in aree anche di titolarità comunale.
Le azioni che proponiamo necessarie per anche una futura ripartenza non sono quindi solo economiche, ma di sistema. E pensiamo che per queste azioni le risorse potrebbero in parte provenire anche da fonti diverse: come ad esempio la tassazione delle grandi piattaforme web, il ripristino delle sponsorizzazioni dalle società di gioco che sono state cancellate, i finanziamenti da parte del Credito Sportivo per il cui sblocco si è ancora in attesa dell’apposito decreto.
A tale scopo chiediamo che, passata la fase più acuta della crisi, sia organizzata una seconda fase di incontri per coordinare un programma efficace di azioni di rilancio a livello nazionale e declinabile anche nelle diverse regioni.
Alleanza delle Cooperative Comunicazione Turismo Cultura
Carlo Scarzanella (Agci), Irene Bongiovanni (Confcooperative), Giovanna Barni (Legacoop)
Associazione Imprese Culturali e Creative Confindustria
Luigi Abete
Federculture
Andrea Cancellato
Credits: AltraSicilia