Cresce il sentimento unanime di riconoscenza e rispetto nei confronti dei medici, infermieri, personale ospedaliero e della Protezione Civile, per la dedizione e l’attività eroica profuse per contenere e contrastare l’emergenza scatenata dalla pandemia Covid-19 in queste ultime settimane.
Uno dei fattori di crisi, la scarsità dei “DPI”, dispositivi di protezione individuale (quali mascherine, calzari, guanti, camici, occhiali, etc.) per il personale a rischio. Accanto a medici e infermieri, esposti al contagio oltre 500.000 operatori delle cooperative sociali che prestano la loro opera all’interno delle strutture ospedaliere o impegnati in servizi di assistenza socio sanitaria domiciliare e di accoglienza, nei confronti di anziani, disabili, bambini e delle persone più fragili.
Cooperative il cui personale gestisce comunità psichiatriche e servizi di accoglienza, sostiene persone con dipendenze, senza fissa dimora, migranti, che garantisce i servizi essenziali per le famiglie così come servizi di pulizia e sanificazione negli ospedali. Un intero settore che rischia di andare in collasso. Paradossale che le cooperative sociali incaricate di svolgere un pubblico servizio così delicato e pericoloso, per giunta in questo particolare momento, siano nell’impossibilità di ricevere direttamente i DPI in conseguenza all’Ordinanza del Capo della Protezione Civile n. 639 del 25 febbraio 2020, che riserva priorità assoluta, rispetto ad ogni altro ordine (anche se emesso precedentemente), agli acquisti commissionati dal Dipartimento della Protezione Civile, che poi in base alle richieste provvede alla distribuzione a livello regionale. A parte il pericolo che la mancanza dei DPI comporta per il personale e gli utenti, le disposizioni dei DPCM in tema di prevenzione e profilassi per l’emergenza Coronavirus mettono gli operatori nelle condizioni di non poter più svolgere il proprio lavoro nei confronti degli enti e degli assistiti, aggiungendo ulteriore criticità alla già grave situazione. Un intero settore, la cui missione è la solidarietà, è ora ai limiti del default.
“È già evidente che gli effetti della crisi non dureranno solo tre mesi. Il vero nemico contro cui bisogna combattere è il fattore tempo, non cesseremo mai di affermarlo”, commenta Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “Oltre alla situazione critica creata dalla paralizzante mancanza dei DPI, le imprese sociali stanno soccombendo per l’aggravarsi di un’emergenza economica preesistente, rispetto alla quale la pandemia rischia purtroppo di essere solo il colpo di grazia. Un’emergenza per l’intero sistema produttivo e dei servizi della Sicilia, rispetto alla quale abbiamo chiesto al Governo Regionale l’adozione di provvedimenti con effetto immediato”.
“Tra gli interventi di carattere generale per la cooperazione richiesti nelle scorse settimane dall’Agci alla Regione Sicilia”, spiega Cappadona. “vi è la richiesta di sospendere e accodare i pagamenti delle rate dei mutui che le imprese siciliane dovrebbero corrispondere a Ircac, Irfis e Crias, per un periodo di 18 mesi. L’attivazione inoltre di ulteriori linee speciali di credito agevolato immediato alle imprese cooperative, con istruttoria istantanea, concessi in ragione dell’emergenza a prescindere dai normali requisiti di affidabilità bancaria, e garantiti unicamente da un fondo di garanzia senza costi per le imprese.
Infine, l’attivazione di una linea speciale di microcredito immediato, riservata ai dipendenti delle società cooperative (anche a tempo determinato); ai titolari d’impresa individuale fornitori di beni o servizi, ai lavoratori autonomi o professionisti (co.co.co. o in regime di partita IVA) prestatori d’opera per imprese cooperative. La linea di credito che proponiamo è attivabile con procedura semplificata via PEC, attraverso cui si riceve un voucher esigibile presso sportello bancario e prescinde da ogni criterio di affidabilità bancaria dell’avente diritto. L’importo concesso è di 1000 euro e può essere richiesto al massimo tre volte, a distanza di 30 giorni. La linea di microcredito, sopra un certo importo, verrebbe finanziata da un fondo speciale di garanzia”.
Accanto ai provvedimenti di carattere generale, l’Agci Sicilia ha formulato proposte al Governo Musumeci su casi specifici per i servizi di assistenza socio-sanitaria erogati dal settore della Cooperazione sociale,
“A fronte di ritardi nei pagamenti delle imprese sociali che sfiorano i 24 mesi nei confronti delle comunità alloggio per disabili psichici e minori a rischio”, illustra Michele Cappadona, “abbiamo chiesto un intervento complessivo in due fasi, che comprende l’erogazione di un immediato intervento economico con carattere di emergenza, seguito da una misura a breve, per il saldo di ogni arretrato.
Più precisamente, si chiede un provvedimento che istituisca un fondo straordinario a cui ogni Comune possa attingere per il pagamento immediato di almeno tre mesi di retta arretrata dovuta per ogni disabile.
I disabili psichici censiti in Sicilia sono 2160, la retta mensile dovuta per la permanenza in comunità alloggio, secondo le modalità previste dalle vigenti norme regionali, è di 2300 euro mensili.
Occorre quindi rendere subito disponibili ai Comuni la cifra di 2300 euro x 2160 disabili per tre mesi (in conto arretrati), cioè 14.904.000 euro.
Contemporaneamente occorre anche un intervento normativo definitivo, lungamente atteso, che risolva in tempi brevi la necessità di saldo di tutti gli arretrati, con una nuova regolamentazione che stabilisca automatismi secondo principi di silenzio assenso in caso di ritardo della pubblica amministrazione, e garantisca procedure certe d’ora in poi nel regime dei pagamenti dei servizi forniti, che dovranno essere contenuti rigorosamente entro il termine dei 30 giorni già stabilito per legge. La norma dovrebbe riguardare ogni tipologia di servizio socio sanitario, dall’assistenza domiciliare a quella residenziale e di comunità”.
Nella piattaforma di richieste presentate, Agci chiede che il Governo Regionale si faccia interprete nei confronti di Palazzo Chigi della necessità di considerare come l’attuale emergenza economica da coronavirus nel caso della Sicilia colpisce un territorio già prostrato da un profondo, storico gap strutturale e infrastrutturale con il resto dell’Italia, su cui lo Stato continua a non intervenire con fondi ordinari, destinando sostanzialmente solo risorse europee, istituzionalmente accessorie. La fragilità economica della Sicilia merita quindi pacificamente una particolare attenzione nel doversi valutare quali debbano essere le particolari misure di contrasto alla grave situazione locale, pericolosamente prossima al collasso.
In vista della conversione in Parlamento dei decreti legge emanati in materia, è necessario confermare il rinvio dei termini previsti dagli adempimenti civilistici e commerciali (bilanci ed altro in genere), attese le limitazioni cui sono chiamati tutti i cittadini per fronteggiare l’emergenza del diffondersi del contagio. Si chiede di estendere la CIGS in deroga, ex decreto legge 9/2020, a tutte le imprese del settore nell’intero territorio nazionale per l’intero periodo dell’emergenza. Si chiede altresì l’attivazione di misure di sostegno riservate ai dipendenti delle società cooperative anche a tempo determinato e ai lavoratori autonomi / titolari di partita IVA. Il sostegno è opportuno intervenga con ogni strumento possibile come, ad es., una moratoria relativa alla fornitura di energia, che per tre mesi non potrà essere interrotta anche in caso di mancato pagamento delle bollette. L’importo sarà rateizzato nelle bollette successive.
“Visto il lungo periodo di inosservanza di misure concrete per lo sviluppo delle imprese cooperative, nonostante il dettato dell’articolo 45 della Costituzione”, conclude Cappadona, “è assolutamente indispensabile, per mantenerne l’esistenza in questo momento di estrema fragilità, favorirne in ogni modo l’accesso al credito, assicurando loro la necessaria liquidità finanziaria, moltiplicando soluzioni che offrano garanzie pubbliche a titolo gratuito”.
Credits: AltraSicilia