L’Ars ha appena approvato, nella 197º seduta di questa XVII legislatura, la legge "Disposizioni per l'accelerazione dei procedimenti amministrativi e per la realizzazione di interventi infrastrutturali urgenti”.
Il disegno di legge, varato da Sala d’Ercole il 16 giugno, è stato presentato in Aula dal primo firmatario Luca Sammartino, deputato catanese di Italia Viva, ma è stato controfirmato da tutti i capigruppo della maggioranza che sostiene la Giunta Musumeci.
L’iniziativa legislativa era partita in occasione della discussione della recente legge finanziaria, in cui il tema era stato inserito da Luca Sammartino, poi stralciato e con l’incoraggiamento del presidente Ars Miccichè, presentato come ddl autonomo in Prima Commissione “Affari istituzionali”.
La nuova legge prevede la possibilità di snellire e accelerare i procedimenti attraverso autocertificazioni ed un meccanismo di silenzio-assenso, che viene sancito attraverso la presa d’atto, da parte del dirigente pubblico competente, di non avere ancora completato entro i termini gli adempimenti previsti e quindi di concedere nel frattempo il permesso di procedere, fermo restando ogni successivo controllo di regolarità. Le opposizioni hanno contestato un emendamento introdotto in Aula dal governo, che conferisce al presidente della Regione, sostanzialmente, oltre la discrezionalità di proclamare lo stato di emergenza, anche quello di potere esercitare poteri commissariali, con la possibilità di nomina di commissari nei vari settori e ove fosse ritenuto necessario.
Nato al di fuori del perimetro dei partiti di governo, nelle intenzioni come provvedimento trasversale, il ddl è stato però approvato a maggioranza, con 32 vori contro 24, riscuotendo la decisa opposizione di M5s, PD, Attiva Sicilia, Gruppo Misto, a causa dell’emendamento a sorpresa che conferisce “pieni poteri” al governatore, in una misura e con modalità criticate come eccessive e ingiustificate. Decisivo quindi per l’approvazione l’apporto del gruppo di Italia Viva, senza il quale i voti sarebbero stati 28 a 28, insufficienti per l’adozione della norma.
Piena soddisfazione all'interno della maggioranza è stata espressa da Tommaso Calderone, capogruppo di Forza Italia all’Ars, che ha sottolineato essere stato portato a termine uno dei propri punti programmatici. “Il nostro impegno per arrivare a tale risultato è stato totale, non ci siamo risparmiati. Lo stesso presidente Gianfranco Miccichè – il quale ha fortemente voluto tale legge – ha disposto la trattazione urgente del ddl. Da adesso la Sicilia è chiamata a cambiare marcia, attraverso una visione procedurale più smart e digitale, incentivata anche da un cambio generazionale all’interno della pubblica amministrazione. Grazie ad un approccio burocratico più snello, sarà possibile realizzare opere infrastrutturali in pochi mesi, evitando le attese causate dalle lungaggini amministrative e conseguenti cantieri bloccati”.
“Abbiamo sostenuto a lungo una battaglia contro la 'lentocrazia' e i ritardi nei pagamenti alle imprese fornitrici delle PA siciliane e non possiamo che esprimere soddisfazione per l’adozione della nuova legge che interviene in materia, con l’introduzione di misure che finalmente rivoluzionano le procedure abbattendone impedimenti e lungaggini formali”, commenta Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane - AGCI Sicilia.
“Le nuove norme di semplificazione e soprattutto la volontà delle forze politiche che sostengono il governo Musumeci di avere attribuito al presidente della Regione all'occorrenza la facoltà di ricorrere a poteri commissariali, per potere attuare quello che viene descritto come ‘modello Morandi’ nella realizzazione delle opere pubbliche urgenti, d’ora in poi non lascia più alibi alla pubblica amministrazione nella Regione Siciliana. È una scelta che impegna ora il governo ad assicurare che l’accelerazione della macchina amministrativa sia effettiva, tangibile e visibile, come impone anche la gravissima emergenza economica post-covid della cosiddetta ‘Fase 3’, che investe sostanzialmente tutte le imprese e attività produttive e sociali dell’Isola. Azzerare le cause dei ritardi nei pagamenti dei fornitori della PA, consentire l’autocertificazione degli adempimenti da parte delle aziende, introdurre una seria e strategica gestione del principio del ‘consenso-assenso’ significa anche che se da questo momento in poi gli organi di governo non riuscissero finalmente a far funzionare come si deve la burocrazia, sbloccare la produzione e i consumi nei settori economici che languono e dare quel nuovo e indispensabile impulso allo sviluppo dell’Isola, questa classe politica può immediatamente lasciare i suoi amati scranni e andare a casa. Attendiamo quindi con fiducia - conclude Cappadona - che si apra una nuova stagione, in cui il ritorno alla normalità non sia ripiombare nella stagnazione e nell’ordinaria emergenza, ma dare il via a quella concreta fase di ripartenza che impegni risorse, realizzi infrastrutture, rilanci l’impresa e assicuri il lavoro e il futuro a tutti i siciliani. L’AGCI sosterrà con forza questo obiettivo”.
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