L’impatto devastante di emergenze come pandemia e grandi squilibri ambientali segnale allarmante per il futuro dell’umanità.
Giornata internazionale delle Cooperative. Il tema scelto per il CoopsDay 2020 dal Copac, il Comitato per la promozione e il progresso delle cooperative costituito tra ONU, ICA, FAO e ILO, è stato sintetizzato con l’hashtag #Coops4ClimateAction: le cooperative si attivano contro il cambiamento climatico.
“La crisi legata alla pandemia ha messo ancora più in evidenza le disuguaglianze sociali e gli squilibri ambientali che affliggono il pianeta. Per questo le cooperative, da tempo impegnate in azioni e progetti finalizzati a ridurre l’impatto ambientale delle loro attività, a salvaguardare le risorse e a ridurre gli sprechi, vogliono contribuire alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo economico nel segno della sostenibilità intesa come strumento di miglioramento delle condizioni di vita delle persone e di sviluppo dei territori, di resilienza delle comunità”.
Ad affermarlo è Mauro Lusetti, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (AGCI, Confcooperative, Legacoop), anche a nome dei copresidenti Maurizio Gardini e Giovanni Schiavone, in occasione della Giornata Internazionale delle Cooperative 2020 che si celebra il primo sabato di luglio in tutto il mondo, dedicata, quest’anno, all’obiettivo 13 dell’Agenda ONU 2030, “Agire contro il cambiamento climatico”. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità approvato il 25 settembre 2015 dai 193 Paesi delle Nazioni Unite che stabilisce 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese), articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030.
“Ora che la fase dell’emergenza è terminata -sostiene il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane- è necessario cogliere positivamente il momento attuale per il rilancio e la ricostruzione del Paese nel segno dell’innovazione, di uno sviluppo sostenibile, inclusivo e cooperativo. Questa convinzione ispira il nostro documento “Ricostruire l’Italia cooperando, un piano nazionale della sostenibilità”, dove proponiamo interventi per un Green new deal fondato sulla promozione culturale e la realizzazione di una strategia nazionale per una economia realmente circolare, che incentivi consumi sani e responsabili”.
“La pandemia ci ha mostrato ancora una volta come, nonostante l’attuale livello scientifico e tecnologico, l’umanità sia ancora fragile e indifesa nei confronti della natura, e così precari i nostri sistemi sociali”, dice Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI-Sicilia. “La ripartenza dopo l’emergenza sanitaria ci offre la possibile di programmare e sperimentare la costruzione di nuovi modelli di sviluppo sostenibile. L’Alleanza delle Cooperative ha disegnato il suo modello nel manifesto politico Cambiare l’Italia cooperando individuando cinque pilastri – Sostenibilità; Legalità; Innovazione; Lavoro, formazione ed equità; Welfare – declinati in 19 priorità operative.
I numeri dicono dicono che nel complesso, il movimento cooperativo in italia conta oltre 13 milioni di soci e quasi 1 milione e 300mila occupati, di cui il 52,8% è donna. Realizza un giro d’affari aggregato pari a quasi 161 miliardi di Euro. L’Alleanza delle Cooperative italiane rappresenta, in termini economici, oltre il 93% del movimento cooperativo italiano e in termini occupazionali quasi l’85% dello stesso. Il 47% delle cooperative attive italiane ha sede nel Mezzogiorno.
Affinché il comparto cooperativo possa partecipare significativamente ad un nuovo sviluppo sostenibile – continua Cappadona -, occorre ridisegnare in coerenza le politiche nazionali attivando risorse, infrastrutture e incentivi di sostegno efficace verso il tessuto delle imprese così provato dall’emergenza, in particolare nel Sud e in Sicilia dove crisi e gap economico erano già gravi prima della pandemia. Si parla tanto del cosiddetto ‘modello Ponte Morandi‘, traducendo in realtà l’esigenza di una modalità immediata per l’attivazione e gestione veloce di ‘cantieri’ che estensivamente assumono un significato molto più ampio per il rilancio dell’economia. Con questa accezione auspichiamo l’apertura di ‘cantieri di settore‘ per lo sblocco di tutte le attività produttive di beni e servizi: quindi non solo edili, navali o infrastrutturali, ma anche cantieri culturali, cantieri agroalimentari, cantieri sociali. Una programmazione immediata della ricostruzione della nostra economia e della creazione di nuova occupazione secondo modelli di crescita rispettosa dell’ambiente, consapevole e sostenibile.”
Vanno in direzione di uno sviluppo sostenibile, inclusivo e cooperativo le proposte per accompagnare la transizione ecologica con strumenti premiali che ingenerino discontinuità, a partire dalla revisione della disciplina dei sussidi per l’ambiente, da regole chiare e stabili, armonizzate a livello europeo, dal sistema degli “appalti verdi”, dalla quantificazione e remunerazione dei servizi ecosistemici, da un sistema di impianti adeguati a concretizzare una cultura del riciclo e riuso diffusa tra i cittadini e le imprese, imperniata sui principi di responsabilità sociale e accountability di chi utilizza risorse pubbliche. Così come quelle relative ad un piano di manutenzione del territorio – che punti alla rigenerazione urbana delle aree interne e delle aree costiere, delle acque interne e dei mari in una logica ecosistemica, al contrasto del dissesto idrogeologico e alla prevenzione sismica – e all’opportunità di incentivare e promuovere le comunità ad energia rinnovabile, in linea con la sollecitazione europea di trasformare i cittadini da consumatori inconsapevoli a produttori e consumatori di energia, per ridurre gli sprechi, abbassare le bollette e tagliare le emissioni.
Credits: IlGazzettinodiSicilia