Imprese in grave difficoltà per l'emergenza. Le cooperative sociali, non pagate dai Comuni, non possono corrispondere gli stipendi agli operatori che garantiscono i servizi di assistenza alle fasce più deboli dei cittadini.
In ginocchio le aziende che lavorano per le pubbliche amministrazioni. Uffici comunali, tra smart working e ferie d’agosto, chiusi al pubblico e che non rispondono al telefono alle richieste di pagamenti arretrati dei fornitori.
“Imprese sul lastrico, governo regionale colpevolmente assente”, dichiara Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. “Sacrosanto intervenire sui casi eccezionali come l’emergenza dovuta ai recenti nubifragi, ma non può passare il principio che il governo agisca tempestivamente, con dichiarazioni e proclami su tutti i giornali solo nel caso di calamità che dipendono dalla natura. L’emergenza economica delle imprese fornitrici delle pubbliche amministrazioni e non pagate non dipende dal meteo o da eventi eccezionali, ma dall’incuria, dalla mancata applicazione delle norme vigenti, dal non saper far funzionare la burocrazia. Ma anche dal non sapere fornire misure alternative concrete di supporto alle imprese in difficoltà che erogano al cittadino attività essenziali, come i servizi obbligatori di assistenza e solidarietà sociale, diritti incomprimibili che vengono calpestati da un regime cronico di inefficienza. Purtroppo - continua Cappadona - la politica è diventata una continua ricerca di visibilità, in un perenne clima da campagna elettorale. Si spaccia il compimento di ogni ordinaria procedura d’ufficio come il conseguimento di uno straordinario successo, invece che di normale manutenzione o ordinaria amministrazione. I cittadini sono sommersi ogni giorno da annunci velleitari, tagli di nastro e fatue passerelle. Occorre gestire bene l’ordinario, non cercare applausi per il poco che si riesce a fare”.
Emergenza impresa e occupazione Sicilia. Lentini: “Musumeci attivi subito misure di salvaguardia”.
“Pochi giorni fa - aggiunge Cappadona - abbiamo appreso dell’iniziativa del deputato regionale Totò Lentini, che ha chiesto un’interrogazione al Governo Musumeci per intraprendere immediate azioni di salvaguardia dei posti di lavoro. Lentini ricorda che ‘gli effetti della crisi connessi alla pandemia rischiano di mettere definitivamente in ginocchio il già fragile sistema delle imprese in Sicilia, rispetto al quale le misure fin qui adottate, in termini di salvaguardia delle attività e dei livelli di crescita occupazionale, appaiono decisamente insufficienti’. Il deputato Ars sottolinea che “le risorse previste nel decreto legge Agosto consentono alle Regioni la copertura per erogare contributi destinati a coprire fino all’80% dei costi per salari e contributi previdenziali, già previsti dall’articolo 60 del decreto ‘Rilancio’ del maggio scorso’. Lentini spiega, a ragione, che le nuove risorse stanziate nel decreto legge ‘Agosto’ rappresentano un nuovo sbocco che potenzialmente può fornire sostegno concreto alle imprese siciliane, salvaguardando i posti di lavoro e contribuendo concretamente alla ripartenza. L’interrogazione al governo regionale ha lo scopo di stimolare la necessaria attenzione sulla necessità di attivare i previsti contributi fino all’80% dei costi di salari e contributi. Come AGCI Sicilia, concordiamo con l’on. Lentini, ritenendola ‘una misura indispensabile ed efficace per consentire una via d’uscita dalla crisi’ per le aziende in grave difficoltà.”
“Non è più il momento di declamazioni, propaganda e passerelle”, conclude Cappadona. “Il voto in pagella a chi governa non potrà essere più a lungo camuffato da slogan, meme e post sui social media, ma dai servizi erogati ai cittadini, dalla differenza del numero delle imprese siciliane attive, dal numero dei posti di lavoro. Questi i parametri reali che rivelano i soldi pubblici spesi bene oppure male. Meno selfie e bagni di folla, e più ore a compiere il proprio dovere”.