La gestione del flusso dei migranti è un grave problema di portata europea, ma non è certamente la causa del mancato sviluppo del Mezzogiorno.
Negli ultimi giorni la stampa ha riportato, tra gli altri, due fatti di rilievo per la Sicilia. L’ordinanza del governo Musumeci per lo sgombero di hotspot e centri di accoglienza di migranti, per motivi di sicurezza sanitaria, e la notizia che la Commissione europea ha riconosciuto all’Italia 27,4 mld di euro nell’ambito della misura SURE di sostegno al lavoro.
“Lo sviluppo negato della Sicilia non ha nulla anche vedere con il problema dei migranti, che si trascina da decenni. La solidarietà, che l'Italia chiede all'Europa, resta comunque uno dei temi fondanti che ispirano il mondo della cooperazione”, ricorda Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “Desta perplessità la chiusura di strutture di accoglienza senza sapere dove andrebbero prima ricollocate le persone presenti. A maggior ragione, poi, se si tratta di soggetti positivi al covid19. L’ordinanza di Musumeci n.33/2020 viene motivata per le condizioni di sicurezza sanitaria dei centri che ospitano gli extracomunitari nel territorio della Regione. Ma Palazzo Chigi ha già notificato l’impugnazione del provvedimento al Tar di Palermo (che l'ha già sospeso), per incompetenza e interferenza del governatore della Sicilia in materia di migranti.
D’altra parte, in materia di sicurezza non sono state prese dal governo Musumeci analoghe misure, altrettanto drastiche, di controlli a tappeto e contestuale ordine di chiusura e sgombero, nonostante la costante ed eclatante violazione delle disposizioni contro gli assembramenti in Sicilia, dalle spiagge ai luoghi di movida o al pericolo per l’afflusso di turisti o ancora per il mancato rispetto dell’obbligo di distanziamenti e mascherina su mezzi di trasporto, stazioni, aeroporti.
Ribadisco che una politica concreta di gestione del fenomeno europeo dei migranti, nel rispetto dei principi di solidarietà, prevede tre punti fondamentali e irrinunciabili: corridoi umanitari, ricollocazione in altri paesi europei, rimpatrio sicuro di coloro che non si possono accogliere. Ciò non può naturalmente prevedere l’inosservanza degli obblighi di soccorso e assistenza umanitaria in strutture per i soggetti in transito, in attesa di ricollocazione o rimpatrio. Ma, come espresso dal ministro Lamorgese sulla vicenda, la gestione politica e amministrativa in materia è complessa e compete al governo nazionale, e riguarda accordi internazionali e in sede UE. Questo scontro istituzionale è controproducente”.
“Ottima invece la notizia sul via libera della Commissione UE sulla concessione all’Italia di 27,4 miliardi di euro di finanziamenti, a valere sul fondo SURE, a fronte di 28,5 richiesti dai ministri Gualtieri e Catalfo.
L’istituzione del SURE, sigla di “Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency”, è un provvedimento storico. Si tratta infatti del primo ammortizzatore sociale europeo, che spetterà ai lavoratori dipendenti e autonomi, agricoltori, pescatori. Dovrà favorire la conservazione dei posti di lavoro, attraverso un sistema di riduzione dell’orario con un sostegno al reddito che copre le ore non lavorate. I 100 miliardi di euro necessari per finanziarlo saranno coperti attraverso un’emissione di bond sul mercato. Dei 15 Paesi che hanno presentato richiesta, con 27,4 miliardi riconosciuti l’Italia è il primo beneficiario, seguono la Spagna (21,3 miliardi) e a Polonia (11,2 miliardi). Il SURE rappresenta il primo tassello del Recovery Fund e lo stanziamento dovrebbe partire in più tranche da settembre ed è indispensabile per varare subito una misura “crea-occupazione”, che utilizzi nuovi strumenti di solidarietà espansiva, introdotti con il Decreto Crescita del 2019*. Successivamente ai contratti di solidarietà ex L. 863/84, di natura difensiva (per evitare la riduzione del personale), o espansiva (per favorire nuove assunzioni attraverso una contestuale e programmata riduzione dell’orario di lavoro e della retribuzione) con la conversione in legge del Decreto Crescita si è introdotto nel 2019 il contratto di espansione, dedicato alle imprese con un organico superiore a 1.000 unità lavorative, riducendo quindi notevolmente l’ambito di applicazione della normativa previgente e configurando quello che appare più uno scivolo pensionistico per grandi imprese, piuttosto che strumento per incentivare l’occupazione.
Il viceministro dell'Economia Laura Castelli conferma che il Governo Conte sta studiando uno strumento organico unico per il lavoro e la formazione, anche in relazione ad un recente studio di Unioncamere sul turnover di 2,5 mln di lavoratori nei prossimi 5 anni.
“Per quanto riguarda la Sicilia”, continua Michele Cappadona, “il SURE risulta una misura strategica per il rafforzamento degli strumenti di solidarietà espansiva, se però applicati a tutte le piccole e medie imprese. Parallelamente, i minori oneri indotti da SURE sul bilancio dello Stato, anche integrando le altre misure del Recovery Fund in prospettiva a medio termine, devono servire a portare a sistema lo sgravio contributivo che diminuisce del 30% il cuneo fiscale per le Regioni del Sud, in atto finanziato solo fino al 31 dicembre. Occorre poi non limitarsi ad erogare bonus a pioggia, ma concentrarsi sull’apparato produttivo. Accanto a provvedimenti di tutela dei livelli occupazionali, occorrono anche contributi per investimenti aziendali: macchinari, attrezzature, strumentazioni, riconversione tecnologia, formazione del personale, assunzione di nuove professionalità strategiche. La produttività non dipende infatti soltanto da quanto lavora un dipendente (anzi, il monte ore italiano è tra i più alti d’Europa) ma dalla quantità e qualità dei beni che riesce a produrre. Un altro problema che dovrà essere affrontato e risolto a breve è il blocco dei licenziamenti. L’economia assistita ha senso solo in una prospettiva espansiva. L’aspettativa - conclude Cappadona - è anche in Sicilia l’avvio immediato di iniziative propulsive diffuse e di sistema, come il pacchetto Bonus Casa 2020 e il programma delle opere infrastrutturali prioritarie del piano ‘Italia veloce’ e del DL Semplificazioni. E che la parola solidarietà torni ad assumere significato e valore, per tutti.”
*Con il n. 151 Suppl. Ordinario n. 26 del 29-06-2019 della G.U. è stata pubblicata la legge di conversione 58/2019 attuativa del DL n. 34/2019, recante “Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi”, cd. Decreto crescita.
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