Si è celebrato in videoconferenza, a causa delle disposizioni vigenti per lo stato di emergenza sanitaria, il Congresso della Federazione provinciale di Catania dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, presenti il presidente nazionale AGCI Giovanni Schiavone e il presidente regionale Michele Cappadona.
L’assemblea congressuale, all’unanimità, ha rieletto presidente Silvana Strano: “Il valore aggiunto che le cooperative possono donare al Paese è la capacità di unirsi per ripartire tutti insieme.”
I lavori si sono aperti con il ringraziamento del presidente Silvana Strano per il grande impegno dei dirigenti Agci Catania e della presidenza regionale Agci Sicilia, profuso anche nei periodi più incerti e complessi degli ultimi anni, già prima della pandemia Covid che l’intera popolazione mondiale sta ancora fronteggiando.
Nel saluto agli intervenuti, alle autorità e rappresentanti sindacali, l’auspicio rivolto a tutti i cooperatori che con il loro lavoro aprono le porte alla speranza di un futuro e danno vita ad una cooperazione sana, aperta ed attenta a quei valori di solidarietà che ispirano l’AGCI e sono la più alta espressione della sua missione istituzionale.
“Partendo dal quadro generale”, ha dichiarato Silvana Strano, “a seguito della emergenza sanitaria da Covid-19, il Governo ha emanato diversi importanti provvedimenti di sostegno, ammortizzatori sociali per i lavoratori e misure economiche a favore delle imprese. Tuttavia in assenza di interventi strutturali sul sistema Italia si tratta di misure tampone che si trasformeranno solo in debito per le future generazioni.
L’attuazione di tali provvedimenti ha evidenziato ritardi per la farraginosità della nostra macchina burocratica, registrando inefficienze, ritardi e omissioni. Dispiace la mancata attenzione al mondo della Cooperazione, che avrebbe necessitato di un canale specifico di sostegno”.
Durante la sua relazione, il presidente Silvana Strano ha illustrato l’attività dell’ultimo triennio della Federazione AGCI Catania e dei vari settori, che nonostante le difficoltà vede crescere il numero delle cooperative aderenti, soprattutto nel comparto del Sociale (+15%) e della Produzione e lavoro (+12%).
“L’economia della Provincia di Catania può contare in un tessuto cooperativo che spazia in più settori dell’economia, che va dall’agroalimentare, al turismo, al porto, alla logistica e trasporti, ai servizi alla persona e alle famiglie, alle imprese di inserimento lavorativo delle fasce deboli.
Una realtà 'patrimonio del territorio', che rappresenta una garanzia di tenuta occupazionale, di stabilità imprenditoriale, “un elemento trainante della nostra economia e di sviluppo della nostra città che deve trovare un'adeguata considerazione da parte dell’amministrazione locale”.
Purtroppo le cooperative fornitrici della pubblica amministrazione continuano a soffrire per le fatture non pagate con regolarità. La grande difficoltà di dialogo con l’apparato burocratico costringe le imprese a intraprendere la strada giudiziaria per vedere riconosciuto dal giudice quello che gli spetta.
Anche la ricerca di soluzioni in grado di garantire risorse economiche provenienti da fondi extrabilancio dei comuni - fondi regionali e ministeriali in cui il passaggio per i comuni dovrebbe essere solo di tipo gestionale - è stata deludente. Negli anni abbiamo chiesto più volte chiarimenti agli enti locali, organizzando persino manifestazioni di piazza e sit-in in prefettura per aver garantita la liquidazione delle fatture delle cooperative gravanti su questi fondi. Ma purtroppo pare sia un problema che continua ad essere irrisolvibile a causa di una macchina amministrativa elefantiaca e barocca”.
“Durante l’ultimo congresso regionale, alla luce del perpetuarsi della stagnazione economica, si era considerato importante per le nostre imprese cooperative intraprendere un percorso di rivisitazione della propria organizzazione e dotarsi di nuovi strumenti ed elementi di innovazione per affrontare una stagione che sapevamo sarebbe stata faticosa e complessa.
Non sapevamo però, che ci saremmo trovati davanti a scenari politici, economici e sociali così altamente destabilizzanti. L’emergenza sanitaria ed economica causata dal COVID-19, obbliga ad un cambiamento epocale nel modo di vivere, consumare e produrre.
La sospensione forzata di gran parte dell’attività economica adottate in Italia come in molti altri Paesi stanno spingendo il sistema economico, incentrato soprattutto sul settore terziario, al collasso.
È indispensabile rispondere a questa crisi, è necessario reagire, e credo che a distanza di tre anni le linee di intervento che ci eravamo dati (innovazione, riorganizzazione, crescita nel territorio) vadano perpetuate e rafforzate. Perché ieri e ancora con più forza oggi, la necessità è la trasformazione dei processi aziendali, dei sistemi di supporto in termini di welfare complementare per i soci delle nostre cooperative, della coesione territoriale come fattore per accrescere la competitività. E ancora rendere lo smart working uno strumento della normalità, acquisire nuove competenze, metodi innovativi e soluzioni tecnologiche a supporto, massimizzare la produttività delle persone; sostenere il benessere dei dipendenti rafforzando le misure di sicurezza e rivedendo i meccanismi di pianificazione e gestione della forza lavoro.
L'attuale grave stato di crisi necessita di uno 'sforzo corale nel ripensare a strategie di sviluppo e di tutela capaci di andare oltre i modelli conosciuti per evitare che una parte della società sia lasciata indietro', abbandonata al suo destino.
Come AGCI, in questi anni abbiamo operato soprattutto per riaffermare i valori della cooperazione, valori che la identificano fra le forme più avanzate di democrazia economica, e riferimento imprescindibile per la costruzione di uno sviluppo diffuso, in grado di esaltare le potenzialità del territorio, ma anche una voce autorevole per richiamare le Istituzioni, le forze politiche e quelle sociali ad un comportamento che affronti, insieme, le questioni rilevanti per la nostra società.
So bene - ha continuato Silvana Strano - quali responsabilità, quali dubbi e quali preoccupazioni ci siano in questo momento rispetto alla ripresa. So quanta voglia ci sia di tornare alla normalità. Ma la normalità non sarà quella che ci siamo lasciati alle spalle circa un anno fa. Per questo motivo dico che è davvero il momento di raccogliere forze ed idee per farci trovare culturalmente pronti per la ripartenza.
Se si è piccoli ma fragili si perisce. Si può restare piccoli ed essere anche forti attraverso l’unione, muovendosi attivamente in un ambito associativo.
Negli ultimi anni abbiamo avuto modo di sperimentare quanto sia rilevante la collaborazione con le altre associazioni cooperative e con gli organismi sindacali e quanto importanza abbia avuto la creazione di una sigla comune fra le centrali Agci, Confcooperative e Legacoop, l’ACI. Una collaborazione che occorre rafforzare.
Per la cooperazione ed i cooperatori - ha concluso Silvana Strano - il mio auspicio è dunque quello di guardare uniti al prossimo triennio, come ad un “nuovo inizio”, e inoltre di essere più che mai “costruttori di bene comune”.
Le nostre cooperative per sopravvivere debbono investire nel cambiamento, continuare ad impegnarsi per il benessere diffuso, la mutualità, il lavoro stabile.
Il valore aggiunto che le cooperative possono donare al Paese è la capacità di unirsi per ripartire tutti insieme”.
Credits: AltraSicilia