Michele Cappadona e altri sei protagonisti dei vari settori dell’economia siciliana tracciano il percorso per i prossimi mesi per guardare al futuro con decisione e ottimismo
Di seguito l'estratto dell'articolo pubblicato su Qds.it (clicca qui per leggere l'intero articolo) a firma di Gabriele D'Amico con le dichiarazioni rilasciate da Michele Cappdona, Presidente di AGCI Sicilia:
“Cooperative dimenticate dalle istituzioni nella progettazione per il rilancio economico”
Il Covid ha avuto un grosso impatto sulle cooperative siciliane, che dal canto loro lamentano scarsa attenzione da parte delle istituzioni. Anche gli operatori delle cooperative sociali, che prestano assistenza alle categorie più fragili, hanno fatto sentire la loro voce, sottolineando anche una serie di ritardi nelle vaccinazioni. Una situazione complessa, di cui ci ha parlato Michele Cappadona, presidente di Agci (Associazione generale cooperative italiane) Sicilia.
Qual è la situazione nel comparto dopo un anno di Covid-19?
“Tutte le cooperative hanno subito l’impatto del Covid. Sono state particolarmente colpite le startup, le cooperative che operano nei trasporti, istruzione e soprattutto cultura, ristorazione e turismo. La flessione ha colpito anche il settore agroalimentare, che continua a registrare ingenti scorte di prodotto invenduto, costante diminuzione di prezzi, situazioni di alto rischio di spreco. Gli operatori delle cooperative sociali che prestano assistenza alle categorie più fragili hanno dovuto doverosamente subire i maggiori oneri connessi all’uso dei dispositivi e procedure di sicurezza, diminuzione di personale, turni prolungati, ma hanno dovuto attendere, e in parte attendono ancora, di essere vaccinati”.
Cosa occorre al vostro settore per riprendersi dopo questa crisi?
“Il problema è innanzitutto finanziario, specialmente per un tessuto di imprese, in Sicilia, già provato da anni di crisi. Gli strumenti di crescita sono oggetto di discussione da anni: abbattimento del cuneo fiscale, fiscalità di vantaggio, zone franche urbane, montane ed economiche speciali, semplificazione amministrativa, pagamento dei fornitori pubblici entro 30 giorni, riforma della burocrazia, digitalizzazione. Poi misure concrete di sostegno allo sviluppo, a cominciare dall’accesso al credito per le cooperative, che come tutte le altre imprese italiane sono per il 95% microimprese”.
È soddisfatto del supporto fornito dal Governo nazionale e da quello regionale?
“I decisori politici omettono di includere attivamente le cooperative nella progettazione per il rilancio dell’economia. La disattenzione verso il settore da parte della Regione emerge, per esempio, dal fatto che non esistono ancora i registri obbligatori delle cooperative sociali di tipo B e delle cooperative di comunità. Inoltre, troviamo incoerenti le recenti norme che hanno complicato notevolmente l’amministrazione delle cooperative di piccola dimensione. Mi riferisco alla proibizione di nominare un amministratore unico o all’introduzione di criteri troppo stringenti per l’obbligo dell’organo revisionale. Per quanto riguarda le politiche di ristoro, l’allarme è per tutte le imprese con meno di 50-20 lavoratori, che sono la maggior parte del tessuto economico dell’Isola. Per la Sicilia, le misure di sostegno dovrebbero essere rafforzate in considerazione di una condizione di svantaggio e sofferenza antecedente la pandemia”.
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Estratto dell'articolo pubblicato da Gabriele DAmico martedì 30 Marzo 2021