Costituita l’associazione “Rete Rurale Siciliana“, l’organismo che rappresenterà la politica comune di sviluppo di tutti i Gruppi di Azione Locale (GAL) della Sicilia.
Un traguardo storico di aggregazione dall’avvio dell’iniziativa comunitaria “Leader” ad oggi. Obiettivo dell’Istituzione è quello di favorire lo sviluppo rurale e la partecipazione al partenariato istituzionale delle organizzazioni e delle amministrazioni direttamente o indirettamente coinvolte.
Il Consiglio direttivo appena eletto ha scelto quale presidente Santo Inguaggiato del Gal Isc Madonie (nella foto). Gli altri due componenti, Enzo Maccarrone del Gal Etna e Michele Sabatino del Gal Rocca di Cerere Geopark, hanno assunto la vice presidenza.
L’intento della Rete Rurale Siciliana è quello di perseguire tre obiettivi principali: creare le opportune connessioni tra tutti i soggetti impegnati nella programmazione, gestione e attuazione della politica di sviluppo rurale a livello locale, regionale, nazionale e della UE (autorità di gestione, organismi pagatori, GAL, ecc.); attuare un partenariato economico e sociale nelle forme organizzate, comprese le organizzazioni professionali degli imprenditori ed i reali o potenziali beneficiari del sostegno pubblico; collegare la società civile e i consumatori, rappresentati dai vari organismi di promozione e tutela degli interessi collettivi e dei beni pubblici.

“Considero un risultato strategico storico la costituzione della Rete Rurale Siciliana tra i gruppi di azione locale dell’Isola”, commenta Michele Cappadona, vicepresidente GAL Tirrenico Mare Monti Borghi e presidente AGCI Sicilia. “La nuova Rete coniuga i principi dell’associazionismo partecipativo di tutti gli attori di sviluppo locale e della programmazione negoziata con le autorità decisorie per definire una politica concertata per la crescita organica dell’intero territorio regionale. L’iniziativa è perfettamente coerente con la missione dei GAL, istituiti nei primi anni ’90 in seguito all’iniziativa comunitaria LEADER allo scopo di favorire lo sviluppo locale delle aree rurali. Ma se la principale fonte di finanziamento UE per sostenere le attività dei GAL è il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo sviluppo rurale (FEASR), essi sono organismi strategici di partenariato locale anche per le altre misure di sostegno economico e sociale, in questo momento più che mai necessarie – soprattutto nel Sud e in Sicilia – per il rilancio delle attività produttive colpite gravemente dalle conseguenze dalla pandemia covid19. Questo non soltanto per iniziative esistenti consolidate come PSR e CLLD (Community Led Local Development), ma anche per il Recovery Plan italiano, il PNRR, la cui caratteristica sostanziale è quella di riuscire ad utilizzare, spendendole con modalità mirate ed efficienti, in pochissimo tempo risorse molto ingenti, con una disponibilità assegnata dalla UE eccezionale e irripetibile. Politicamente quindi, ritengo sia fondamentale che la Regione aumenti, in coerenza con le indicazioni europee, il finanziamento delle progettualità rappresentate dai GAL, anche attraverso la nuova Rete Rurale Siciliana, per dare una risposta di sviluppo a criticità ed esigenze dei territori”.
L’associazione è un Organismo di rappresentanza che rientra tra “i partner pertinenti” che gli Stati membri devono identificare per ciascun Programma. Designerà tra i propri soci i soggetti che rappresenteranno i Gal della Sicilia presso tutti i tavoli di concertazione, al coordinamento nazionale dei Gal, nella Rete rurale nazionale ed europea, nei Comitati di sorveglianza dei Fondi Strutturali assegnati alla Regione Siciliana e in altri enti e istituzioni regionali, nazionali e comunitari che promuovono lo sviluppo locale sostenibile.
Favorirà inoltre rapporti di collaborazione tra i Gal soci, università, enti di ricerca o aziende pubbliche e private, svolgendo altresì un ruolo di promozione sociale e di politiche di incentivazione dello sviluppo sostenibile, nonché delle politiche volte al consolidamento delle istituzioni democratiche di tipo partecipativo ed alla promozione e tutela dei diritti umani e civili. Sarà da stimolo per la partecipazione dei portatori d’interesse diffusi all’attuazione dello sviluppo rurale, informerà il pubblico e i potenziali beneficiari sulle politiche di sviluppo rurale e sulle opportunità offerte, promuoverà, nelle zone rurali, l’innovazione del settore agricolo, della produzione agro-alimentare e della silvicoltura, dell’agricoltura sociale e della biodiversità autoctona siciliana, nonché del turismo sostenibile e della protezione dell’ambiente.
Tra le priorità strategiche della Rete Rurale Siciliana troviamo il miglioramento della qualità di attuazione dei programmi di sviluppo rurale della Regione Siciliana, quelli operativi regionali, interregionali, nazionali e comunitari. Opererà di concerto con i Sistemi Istituzionali delle aree vaste di riferimento, a partire dagli enti locali, ai fini dell’attuazione del CLLD (Community Led Local Development). Tutto ciò nel tentativo di conciliare una visione di pianificazione dall’alto con una visione strategica dal basso e dare valore alla dimensione territoriale attenzionata dal Parlamento europeo.

“La Rete Rurale Siciliana – afferma il presidente Santo Inguaggiato – costituisce un traguardo importante ai fini della rappresentanza nelle varie sedi, locali e nazionali, e del confronto con le istituzioni, in primo luogo con la Regione. La Rete rafforzerà i GAL che, a buon diritto, intendono svolgere pienamente il ruolo di Agenzie di sviluppo dei territori essendo punto di incontro di un vasto partenariato, pubblico e privato: istituzioni locali, associazionismo democratico, categorie produttive ed enti di ricerca. La Rete – continua Inguaggiato – ha già avviato il confronto con l’assessore all’Agricoltura Toni Scilla per accelerare la spesa dei Piani di azione locale della programmazione 2014/2020 e per la semplificazione delle procedure nella fase di transizione, 2021/22, e in vista della nuova programmazione, 2023/27. Con riferimento al PSR e al CLLD (PO FESR) la Rete chiede di portare almeno al 20 per cento le risorse affidate ai Gal, un modo per soddisfare la domanda dei territori, mettere a valore la programmazione dal basso, frutto del coinvolgimento del partenariato, rafforzare il tessuto produttivo nei vari settori e la coesione, avendo sempre a riferimento lo sviluppo rurale. Infine – conclude Santo Inguaggiato – tra gli obiettivi, vi è quello di puntare all’emanazione di una legge regionale che possa definire il ruolo dei Gal come soggetto intermedio, così come previsto dalla legislazione europea”.
Oltre al Consiglio direttivo è stato costituito anche il Comitato tecnico, composto dai direttori responsabili di piano e dai responsabili amministrativi e finanziari di ciascuno dei Gal aderenti, del quale il Consiglio direttivo dovrà avvalersi per lo svolgimento delle attività dell’Associazione e per l’affiancamento tecnico nei tavoli di rappresentanza.
Nel Consiglio direttivo sono rappresentati 21 dei 23 Gal della Sicilia. Santo Inguaggiato, presidente del Gal Isc Madonie, in rappresentanza del raggruppamento dei Gal della Sicilia occidentale (GAL Elimos, GAL Golfo di Castellammare, GAL ISC Madonie, GAL Metropoli Est, GAL Sicani, GAL Terre Normanne, GAL Valle del Belice); Vincenzo Maccarrone, presidente del Gal Etna, in rappresentanza del raggruppamento dei Gal della Sicilia orientale (GAL Eloro, GAL Etna, GAL Etna Alcantara, GAL Etna Sud, GAL Natiblei, GAL Peloritani, GAL Terre di Aci); Michele Sabatino, presidente del Gal Rocca di Cerere Geopark, in rappresentanza del raggruppamento dei Gal della Sicilia centrale (GAL Rocca di Cerere Geopark, GAL Sicilia Centro Meridionale, GAL Terre del Nisseno, GAL Tirrenico Mari Monti e Borghi, GAL Tirreno Eolie, GAL Valli del Golfo, GAL Terra Barocca).
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