Mentre l’allentamento delle restrizioni per la pandemia consente di guardare alla ripartenza economica, aumentano le difficoltà delle microimprese cooperative siciliane che hanno estremo bisogno di liquidità e accesso al credito.
Disagio e allarme tra le cooperative siciliane per l’inoperatività dell’Ircac, l’istituto di credito agevolato di proprietà della Regione, in un momento in cui il sostegno alle imprese dovrebbe essere invece ampliato e rafforzato, valorizzando l’impegno e l’efficienza del personale che istruisce le pratiche di finanziamento e assegnando all’Istituto risorse economiche adeguate a gestire l’emergenza.
Il presidente dell’Ircac f.f. Adolfo Landi ha presentato, lo scorso 31 maggio, le dimissioni irrevocabili dall’incarico. Con le dimissioni di Landi è decaduto l’intero cda composto anche dal consigliere Angela Maria Peruca.
Abbiamo chiesto un commento sulla situazione al presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia, Michele Cappadona.
Non comprendiamo come mai, pur nelle more della futura prevista fusione tra Ircac e Crias, il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano, abbiano comunque lasciato durante tutta l’emergenza Covid l’Ircac senza una guida stabile, con un cda incompleto, organi di vertice in prorogatio e un presidente facente funzioni ora dimessosi irrevocabilmente. Facendo appello al loro senso di responsabilità, su cui più volte in materie diverse da questa non abbiamo mancato di manifestare apprezzamento, chiediamo ora un segnale forte e la nomina immediata dei nuovi vertici.
L’Ircac ha da sempre rivestito un ruolo importante nel garantire l’accesso al credito agevolato alle imprese cooperative siciliane, in coerenza con la specialità e l’importanza della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata, la cui funzione sociale è riconosciuta dall’art. 45 della Costituzione. Un ruolo di tutela da parte della Regione che, anche in vista della futura fusione nell’Irca, vogliamo venga assolutamente mantenuto e rafforzato in favore delle imprese più fragili.
In Italia, come risulta dai dati Istat e Cgia la grandissima parte dei soggetti esercenti attività produttive sono microimprese, com’è confermato anche da ricerche recenti come quella diffusa dal Servizio studi BNL lo scorso febbraio. Allo scoppio della pandemia, le microimprese con meno di 10 addetti erano, come continuano ad essere, la struttura portante del sistema produttivo nazionale, di cui rappresentano il 95% delle imprese, percentuale che nel settore dei servizi raggiungono percentuali vicine al 99%. Le microimprese in media sono fisiologicamente più fragili. I dati confermano un andamento crescente della produttività all’aumentare della dimensione d’impresa: il valore aggiunto per addetto, pari a 30.000 euro nelle microimprese, sale a 72.680 euro in quelle con oltre 250 occupati. Ma in alcuni comparti, come sanità e assistenza sociale, il passaggio dalla micro alla piccola dimensione d’impresa comporta addirittura un calo di produttività in termini di valore aggiunto.
Le cooperative, ricordiamo, non hanno scopo di lucro e in quanto prevalentemente microimprese sottocapitalizzate hanno assoluta necessità di accesso a forme specifiche di sostegno ed accesso agevolato al credito, specialmente in Sicilia, nell’attuale gravissima situazione economica.
Presidente Cappadona, come si inquadrano le dimissioni del presidente facente funzioni e la conseguente decadenza del cda Ircac nell’attuale generale contesto di difficoltà?
Ritengo innanzitutto corretto manifestare apprezzamento per il personale Ircac, che ha sempre garantito con un alto livello di efficienza e l’indispensabile intensa interazione con i rappresentanti delle imprese la continuità dell’attività di istruzione delle pratiche di finanziamento, anche durante l’emergenza dovuta alla pandemia. Nel 2018, l’art. 1 della legge regionale n. 10 ha istituito l’IRCA, che dovrà costituirsi incorporando per fusione in un unico ente per il finanziamento agevolato alle imprese la Cassa Regionale per il Credito alle Imprese Artigiane Siciliane (CRIAS) e l’Istituto Regionale per il Credito alla Cooperazione (IRCAC). Nelle more dell’attuazione, inceppata sul meccanismo di nomina del cda, l’IRCAC avrebbe già potuto svolgere durante l’emergenza un ruolo molto più operativo, ampio ed efficace per il supporto alle imprese e il contrasto agli effetti disastrosi della crisi dovuta al Covid-19. È accaduto il contrario, mortificando l’efficienza e l’impegno del personale.
Si riferisce ad iniziative specifiche particolari?
Abbiamo di recente sollecitato nei confronti della Regione Siciliana un intervento semplice ma chiesto inutilmente da anni, che riguarda le modalità di concessione del credito di esercizio da parte dell’Ircac, tuttora limitate ad una durata massima di rimborso entro 24 mesi. Per inciso, le condizioni per il credito di esercizio Irfis prevedono la restituzione del finanziamento in 60 mesi, la Crias una durata di 36 mesi. Questo problema si incrocia anche con una “non uniformità di trattamento” relativa alle misure di aiuto adottate nella gestione dei finanziamenti in ragione dell’emergenza economica dovuta alla pandemia.
In cosa consiste questa disparità di trattamento?
Mi riferisco alla moratoria per i finanziamenti in essere e la riconosciuta necessità di estendere la durata massima di restituzione delle somme erogate alle imprese in ragione dell’emergenza – spiega Michele Cappadona. L’Amministrazione regionale, su iniziativa dell’assessore all’Economia Gaetano Armao, ha deciso l’adesione dei tre Istituti di credito agevolato di proprietà della Regione Siciliana, Irfis, Ircac e Crias alle condizioni di moratoria previste per ogni tipo di mutuo e finanziamento in essere ai sensi del “Nuovo Accordo per il Credito 2019”, iniziativa “Imprese in Ripresa 2.0” sottoscritta tra l’ABI e le sigle di rappresentanza delle imprese (tra cui anche la scrivente Associazione Generale delle Cooperative Italiane), compreso l’ultimo Addendum del 17.12.2020. Tale adesione alle misure di moratoria ha consentito di garantire, in favore delle imprese siciliane danneggiate dall’emergenza epidemiologica Covid-19, la sospensione e allungamento del rimborso dei finanziamenti in essere al 31 dicembre 2020 concessi da Ircac, Crias e Irfis-FinSicilia.
Nel maggio 2020, grazie ad una convenzione con Irfis-Finsicilia (che gestisce il Fondo Sicilia), sono stati attivati dall’Ircac finanziamenti “smart” per l’erogazione di crediti di esercizio con istruttoria semplificata e veloce, finalizzati al riavvio delle attività dopo la pandemia. In ragione del limite massimo del rimborso stabilito dall’Ircac, tali prestiti sono stati però concessi con l’obbligo di restituirli con tempi troppo brevi, in dodici rate a scadere dal 13° al 24° mese dalla ricezione del finanziamento, andando quindi a scadere già a partire dai primi giorni del luglio 2021.
Abbiamo chiesto pertanto, in via generale, l’adozione dei provvedimenti necessari ad aumentare fino a 60 mesi la possibilità di rimborso rateale dei finanziamenti concessi a titolo di credito di esercizio dall’Ircac alle imprese cooperative, come già avviene per l’Irfis.
In particolare abbiamo chiesto, anche in coerenza e analogia con le ragioni di difficoltà che hanno determinato la decisione di moratoria già disposta per tutti i mutui concessi da fondi regionali sopra citati, l’adozione dei provvedimenti necessari ad estendere la durata di rimborso dei “finanziamenti smart” concessi dall’Ircac nel 2020 in favore delle imprese danneggiate dal Covid – a valere sul “Fondo Sicilia” attraverso convenzione tra Irfis e Ircac – tecnicamente sotto la forma di credito di esercizio, in modo da potere diminuire e accodare le rate che andranno a scadere a partire già dal prossimo mese di luglio, estendendo la loro scadenza da 24 a 60 mesi.
A proposito di sotegno alle imprese, come valuta il recentissimo avviso di concessione del “Bonus Sicilia Aree Urbane” da parte dell’assessorato alle Attività produttive della Regione?
Qualsiasi provvedimento di sostegno alle imprese, come quello appena adottato dall’assessorato alle Attività produttive retto dall’on. Girolamo Turano, in questo momento è in sé bene accetto – commenta Michele Cappadona -. Allo stesso tempo, non posso non constatare che si tratta di un importo massimo per azienda di 5000 euro ma che comunque consisterà nella ripartizione della cifra complessivamente stanziata per ciascuna area urbana tra tutti i soggetti aventi diritto che faranno istanza. L’effetto rischia di essere analogo a quello “a pioggia” successivo al click-day del precedente Bonus Sicilia, di importo oggettivamente troppo esiguo, e che sembrava fosse stato deciso non dovesse più potersi ripetere. Inoltre, è stato nuovamente adottato un elenco, differenziato per area urbana, di codici Ateco cui debbono appartenere le attività produttive dei beneficiari, che comporta una valutazione motivata delle categorie escluse. La regola d’oro auspicata dall’AGCI per agire politiche efficaci in favore delle imprese è il massimo ascolto, coinvolgimento e concertazione nei confronti delle Associazioni di rappresentanza. Per l’adozione di questo provvedimento noi non siamo stati interpellati dal Governo regionale.
Presidente Cappadona, in questo momento di grande criticità c’è qualche ulteriore proposta specifica da indirizzare al Governo Musumeci?
Credo di poter affermare senza rischio di essere smentito che AGCI Sicilia svolge un ruolo costantemente propositivo nei confronti del governo regionale. Tra le tante istanze presentate in favore alle imprese, voglio citare in questo momento alcuni diversi aspetti: il nostro impegno per vedere attuati gli albi, istituiti da anni ma ancora inesistenti, delle cooperative sociali di tipo B e delle cooperative di comunità, e di vedere riconosciute le imprese culturali e creative, in modo da poter programmare adeguate politiche di settore; la nostra attenzione nel valutare l’entità degli oneri di revisione obbligatoria biennale a carico delle società cooperative; infine, la proposta AGCI di convertire gli attuali sportelli CAT di assistenza tecnica, sostenuti dalla Regione, implementando anche in Sicilia una più efficace rete di sportelli SURAP (sportelli unici regionali per le attività produtive) di collegamento e interazione tra associazioni di categoria e gli uffici regionali, per semplificare e velocizzare, utilizzando un unico canale, ogni tipo di procedimento amministrativo.
Credits: ilGazzettinodiSicilia