Entro il 7 luglio andava chiesta a Cassa depositi e prestiti l’anticipazione di liquidità da Comuni, ex province, Regione e altri enti pubblici territoriali per i debiti commerciali arretrati verso i loro fornitori, da restituire fino a 30 anni.
Uno spreco, un’occasione perduta e un ennesimo esempio delle conseguenze di una burocrazia lenta e inefficiente.
Grazie all'art. 21 del DL n. 73 del 25 maggio 2021 (c.d. “Decreto Sostegni-bis”), la Cassa depositi e prestiti-Cdp, in coordinamento con il Ministero dell’economia e delle finanze, gestisce le risorse messe a disposizione dallo Stato per accelerare il pagamento dei debiti commerciali maturati al 31 dicembre 2020.
“Anticipazione di Liquidità” è lo strumento previsto dal “Decreto Sostegni-bis” per accelerare i pagamenti da parte degli Enti Territoriali, anche a seguito del protrarsi degli effetti della situazione straordinaria di emergenza causata dal COVID 19.
Con questa iniziativa si è voluto rinnovare il sostegno concreto agli enti territoriali per il pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili - relativi a somministrazioni, forniture, appalti e obbligazioni per prestazioni professionali - dovuti da Comuni, Province, Città metropolitane, Comunità montane, Unioni di Comuni, Regioni e Province autonome.
“Nonostante la cronica situazione dei Comuni ed enti territoriali siciliani che pagano con estremo ritardo i loro fornitori (anche dopo anni, nonostante le norme su trasparenza e semplificazione) tantissime Amministrazioni pubbliche hanno negligentemente lasciato scadere il termine del 7 luglio entro cui andava presentata telematicamente l’istanza sul portale della Cdp”, denuncia Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia, e vicepresidente del GAL Tirrenico. “La fase istruttoria delle domande che andavano presentate entro il 7 luglio si concluderà entro il 23 luglio, con una comunicazione di concessione, in seguito alla quale firmato il contratto, entro 7 giorni lavorativi Cdp erogherà le somme che possono essere restituite, secondo l’istanza presentata dal beneficiario, da 3 a 30 anni. Il tasso di interesse nominale annuo da applicare alle anticipazioni, determinato dal MEF, è fisso ed è pari allo 0,20%. L’Ente pubblico deve rimborsare le Anticipazioni mediante il pagamento di rate costanti, comprensive di quota capitale e quota interessi, scadenti il 31 ottobre di ciascun anno, a partire dall’esercizio 2023. Nonostante l’indiscutibile vantaggio di valersi di questa misura, che consente un ripianamento fino a trent'anni con un interesse fisso dello 0,20% e il preammortamento, moltissime PA siciliane non hanno presentato l’istanza, privando un gran numero di fornitori, professionisti e imprese della possibilità di ricevere come previsto il saldo delle proprie spettanze entro 30 giorni dall’erogazione delle somme da Cdp. Ancora una volta amministratori e burocrazia hanno dato, purtroppo una dimostrazione di superficialità e inefficienza, a cui aggiungo l’insensibilità, visto il grave momento di emergenza economica che la Sicilia continua a vivere. Non è più tempo di proclami e di promesse di sapore elettorale, bisogna semplicemente dimostrare di sapere governare il territorio”.