Cappadona, Agci: “Sembra che l’assessore alla Salute non sieda allo stesso Tavolo di Governo dell’assessore alle Politiche sociali, Famiglia e Lavoro”.
Assistenza disabili psichici, lacune di gestione e sovrapposizione di competenze. “Invece di destinare risorse disponibili alle strutture esistenti in gravi difficoltà, Ruggero Razza istituisce autonomamente nuove tipologie e albi obbligatori di imprese sociali in ambiti già di competenza (esclusiva o congiunta) dell’assessorato guidato da Antonio Scavone.”
Disappunto e preoccupazione per il destino dei servizi di assistenza ai disabili psichici da parte degli operatori di settore per quanto riportato nella recente circolare emanata dall’assessore alla Salute, che detta le linee guida per la elaborazione e per la gestione di progetti terapeutici individualizzati (PTI) di presa in carico comunitaria sostenuti dal c.d. “Budget di salute”.
“Le nuove linee guida emanate dall’assessore Ruggero Razza danno delle disposizioni che intervengono non risolvendo ma complicando maggiormente le attuali criticità del comparto dei servizi di assistenza ai disabili psichici in carico ai Dipartimenti di salute mentale (DSM), sovrapponendosi unilateralmente alle competenze esclusive o congiunte dell’assessorato regionale alle Politiche sociali, famiglia e lavoro”. Lo dice Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia.
I ritardi cronici del pagamento per i servizi di assistenza
Le norme stabiliscono che il costo per la retta mensile dei disabili psichici in comunità alloggio è di 2.473,41 euro (comprensivo di IVA 5%). Gli utenti ospitati nelle comunità alloggio presenti in Sicilia sono circa 2.340, per un costo complessivo annuale di 69.453.352,80 euro.
“I costi di circa 70mln l’anno relativi ai disabili psichici in comunità alloggio”, spiega Michele Cappadona”, che debbono essere erogati dai Comuni in pagamento per i servizi che enti e imprese sociali gestiscono direttamente nei confronti degli utenti, sono solo in minima parte sostenuti dalla Regione, che attraverso l’assessorato alle Politiche sociali, famiglia e lavoro versa ai comuni circa 11 mln l’anno. Era stato stabilito che il 40% del costo sostenuto dai Comuni fosse posto a carico delle aziende sanitarie provinciali, ma questa disposizione è poi stata revocata.
Le difficoltà operative dell’intero comparto dell’assistenza socio-riabilitativa, aggravate dall’emergenza Covid19, e i fortissimi ritardi con cui i Comuni pagano le cooperative sociali e gli altri soggetti che gestiscono le comunità alloggio, si ripercuotono sui livelli dei servizi da garantire alle persone affette da disagio mentale. Allo stesso tempo i mancati pagamenti da parte delle PA mettono a rischio circa 1.800 posti di lavoro di operatori delle imprese sociali in condizione di cronica illiquidità.”
La beffa della nuova circolare Razza
“Nelle linee guida emanate dall’assessore alla Salute Ruggero Razza per l’elaborazione dei progetti terapeutici individualizzati (PTI) di presa in carico comunitaria sostenuti da Budget di Salute (Bds) per gli utenti dei Dipartimenti di salute mentale (Dsm)”, continua Cappadona, “le risorse economiche che il sistema sanitario regionale destina annualmente all’implementazione del Budget di Salute provengono dagli accantonamenti di almeno il 0,20% dei bilanci ASP, secondo quanto previsto dall’art. 24 della LR 16 ottobre 2019, n. 17. L’assessore Razza ha però stabilito che la quota dello 0,20% non può finanziare strutture residenziali quali i gruppi appartamento e comunità alloggio.
Non si comprende a questo punto quale logica ispiri la decisione di non risolvere le criticità delle comunità alloggio, e allo stesso tempo istituire nuove tipologie di intervento, per giunta più costose.
Infatti – prosegue Cappadona -, la circolare dell’assessorato alla Salute stabilisce che ogni azienda sanitaria provinciale deve dotarsi di albi di soggetti co-gestori di PTI di presa in carico comunitaria, tenuti dai DSM. Gli albi possono articolarsi in sezioni territoriali o per i seguenti ambiti di intervento: casa-habitat sociale; formazione-lavoro; socialità-affettività.
L’ambito “Asse casa – habitat sociale” include nuovi interventi di supporto alla domiciliarità, per progetti di pazienti che vogliono vivere da soli o in piccoli gruppi (max 4) e che abbiano necessità di attività di supporto nella gestione della loro vita quotidiana. Questi interventi, precisano le linee guida, non sono da confondere con i “Gruppi appartamento” e con le “Comunità alloggio”, che sono alternativi e rivolti ad un supporto che presenta caratteristiche differenti e specificamente normate.
Gli assessori di Musumeci che non si parlano
“Sembra quindi – osserva Cappadona – che l’assessore alla Salute non sieda allo stesso Tavolo di Governo dell’assessore alle Politiche sociali, Famiglia e Lavoro, visto che le disposizioni di Razza non solo precludono la possibilità di finanziare con i fondi della 0,20% i servizi ai disabili psichici già esistenti, per i quali è posto da anni il problema che i Comuni siciliani, tantissimi dei quali in dissesto o pre-dissesto, non hanno affatto i fondi per provvedere al regolare pagamento delle rette. Ma vengono allo stesso tempo istituiti nuovi ambiti di intervento e addirittura albi obbligatori di imprese sociali che dovrebbero operare in settori che già riguardano le deleghe alle Politiche sociali, Famiglia e Lavoro.
L’AGCI ha già pertanto formalmente chiesto, con una nota al presidente Nello Musumeci e agli assessori competenti, che venga posta in sede di Governo regionale la necessità e l’urgenza di provvedere a intervenire nelle criticità insostenibili del comparto dell’assistenza sociosanitaria, in particolare in favore degli utenti disabili psichici e delle loro famiglie, e in relazione alle condizioni di estrema difficoltà creata a cooperative sociali e operatori che prestano direttamente i servizi sul territorio per incarico dei molti Comuni che, è conclamato, non hanno le risorse per pagare i fornitori entro i 30 giorni previsti dalle norme. L’AGCI ha denunciato altresì come i provvedimenti che riguardano il settore sociosanitario non possano essere emanati in maniera unilaterale e indipendente dai due assessorati competenti, senza che venga assicurata una gestione complessiva della copertura delle risorse per garantire continuità e qualità dei servizi – specie per categorie come i disabili psichici – e in particolare che prima di attivare addirittura nuove tipologie assistenziali, si assicuri prima la corretta sostenibilità in tutti i suoi aspetti dei servizi già in funzione, avendo riguardo sia degli utenti e delle loro famiglie che dei lavoratori che assicurano la continuità del servizio.
“Il governo regionale – conclude Cappadona – dovrebbe porsi l’obiettivo di una gestione ‘Famiglia-Salute’ organica come unica fonte di intervento in ambito socio-sanitario, non più divisione di compiti ma interazione-integrazione fattiva per colmare vuoti legislativi che penalizzano da decenni tutti i cittadini Siciliani, allo scopo di garantire qualità e livelli essenziali di assistenza, guardando alla semplificazione amministrativa e alla tutela del tessuto delle imprese sociosanitarie sul territorio, assicurando che all’assistenza di qualità per gli utenti corrisponda certezza e puntualità del pagamento agli operatori economici fornitori dei servizi. Un obiettivo purtroppo ancora lontano. L’Agci Sicilia chiederà formalmente un incontro urgente con l’assessore alla famiglia Scavone e il presidente della Regione Nello Musumeci, con la presenza dell’assessore Razza.”
Credits: IlGazzettinodiSicilia