La malaburocrazia continua ad affliggere la Sicilia, dove invece di semplificare i procedimenti al contrario si complicano, istituendo organismi non previsti dal legislatore nazionale.
Semplificazione amministrativa, in Sicilia ancora un mito. AGCI lancia un appello all’assessore al Territorio e Ambiente Toto Cordaro e al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
Nonostante le reiterate dichiarazioni d’intenti dei nostri politici e la legislazione regionale emanata, in Sicilia si continua a consentire che la cattiva burocrazia uccida le imprese strangolandole con ritardi che violano tutte le norme che prescrivono semplificazione e tempi certi.
Questo avviene anche per l’Ambiente, uno degli asset strategici primari del PNRR destinato a risollevare l’economia italiana e della Sicilia in particolare, falcidiata dall’emergenza nazionale Covid ancora in corso.
“Da sempre sosteniamo una battaglia contro le lungaggini burocratiche, dovute a negligenza, incapacità gestionale ed assenza di personale competente, che sono causa primaria della mancanza di crescita, cronico sottosviluppo e soffocamento delle attività produttive siciliane”, dichiara Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia. “In questa occasione è la volta di procedimenti autorizzativi regionali che riguardano l’Ambiente. Dobbiamo purtroppo registrare segnalazioni, da parte delle imprese nostre associate, che svariati procedimenti incardinati già dal 2020 presso il ‘Servizio 1 Valutazioni ambientali’ dell’Assessorato regionale del Territorio e Ambiente ad oggi risultano bloccati per la mancata formulazione del parere della ‘Commissione Tecnica Specialistica’ per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale. Si tratta di una commissione istituita con DA 207/Gab del 1 7/05/2016 in riferimento all’attuale formulazione dell’Art. 8 del D. Lgs 152/06, il quale però associa la commissione in questione ai soli progetti/procedimenti di competenza Statale e non a quelli di competenza Regionale. Per inciso”, sottolinea Cappadona, “da una attenta lettura degli Artt. 27/bis, 19, 12, 23, del citato Dlgs non risulta essere prevista alcuna ‘Commissione Tecnica Specialistica’ né tanto meno è dovuto alcun relativo parere”.
“Entrando nel merito della questione ed escludendo questioni di legittimità, già superate attraverso la emanazione di una sequela di atti, legislativi e non, emanati dalla Regione Sicilia”, continua Cappadona, “emerge la questione più rilevante, cioè l’opportunità dell’esistenza e mantenimento di questo evidente ostacolo burocratico tutto siciliano”.
“Segnaliamo cinque motivi che rendono palesemente inopportuno questo esempio emblematico di cattiva burocrazia.
Innanzitutto l’attuale situazione di crisi dovuta all’emergenza pandemica, che da sola dovrebbe indurre l’abolizione di questa improvvida ‘commissione’ che continua a paralizzare sine die i procedimenti ambientali, ovvero procedimenti che interessano, nella maggior parte dei casi, lo sviluppo del nostro territorio, penalizzando l’attività d’impresa già affetta da grave crisi e da svariate problematiche di sistema.
Inconcepibile, in secondo luogo, che solo gli imprenditori Siciliani, a differenza di quelli stabiliti nelle altre Regioni, debbano subire, senza motivazione alcuna e passivamente il blocco dei propri progetti sui quali hanno impiegato ingenti risorse.
Terza osservazione, è intollerabile che detta commissione vanifichi i tentativi, posti in essere dai legislatori nazionali, tendenti a dare una tempistica certa ai procedimenti e dai sacrifici posti in essere dal Personale del Servizio 1 Valutazioni ambientali, che in linea di massima rispetta la tempistica dettata dalla Norma.
Viene consentito, inoltre, non si capisce come sia possibile, che questa “Commissione”, in contrasto con la normativa Nazionale, indirizzata, negli ultimi anni a dare tempi certi per la conclusione dei procedimenti, continui ad operare senza alcuna tempistica e, ad oggi, esprima il proprio parere ben oltre i termini di chiusura del procedimento dettati dal D.Lgs. 1 52/06, ovvero raddoppiando e, talvolta triplicando gli stessi termini.
Quinto e ultimo elemento sulla violazione delle norme generali, mentre il D.Lgs 152/06 assegna dei termini perentori ad ogni fase del procedimento, per l’espressione del parere da parte della “commissione” de qua non è previsto alcun termine, e nessuna figura decisoria interviene in merito”.
“Ed è a queste cinque criticità, violazioni, inadempienze che si chiede una risposta tempestiva da parte degli organi politici e amministrativi competenti”, aggiunge Cappadona, “sollecitando con urgenza ogni opportuno provvedimento mirato alla riduzione e non all’aumento dei tempi istruttori, segnando, di fatto, un taglio netto con quanto posto in essere dalla precedente Amministrazione Regionale. A tal fine l’AGCI Sicilia”, conclude il presidente Michele Cappadona, “nel ribadire il sostegno alle imprese nostre aderenti che subiscono questa insostenibile situazione, chiede un incontro con gli organi interessati, manifestando la massima disponibilità di leale collaborazione nel fornire eventuali suggerimenti operativi, e riservandoci, qualora il nostro appello dovesse risultare vano, di intraprendere tutte le opportune forme di tutela degli interessi delle cooperative nostre associate. Non è più tollerabile che i ritardi della burocrazia continuino ad uccidere le imprese siciliane. Abbiamo piena fiducia nella sensibilità dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente Toto Cordaro e auspichiamo quindi un suo personale intervento per risolvere le criticità segnalate”.
Credits: AltraSicilia