"La reazione di protesta organizzata nelle ultime settimane da un gran numero di strutture contro gli intollerabili e ingiusti ritardi e interruzioni dei pagamenti da parte del Comune di Palermo, dovuti soltanto a disorganizzazione burocratica, ha messo in luce diversi aspetti, primo fra tutti che i servizi di assistenza sociale attingono completamente a fondi extracomunali".
Lo dice Mirco Oliveri, responsabile provinciale Settore Comunità minori e donne a rischio dell'Associazione Generale delle Cooperative Italiane - AGCI Palermo.
“Come tutti i crediti delle imprese coperti da fondi non comunali, anche quelli delle nostre onlus, che non sono affatto commerciali, non possono essere decurtati da Palazzo delle Aquile attraverso i recenti provvedimenti di riequilibrio finanziario.
È opportuno - sottolinea Oliveri - che questa vertenza possa servire a voltare pagina sulle modalità finora adottate per l'intera gestione dei servizi di assistenza a Palermo.
Questo a partire dall’aspetto più importante e critico, cioè la qualità dei servizi ai soggetti fragili accolti nelle nostre strutture. Mi riferisco all’istituto della co-progettazione dei singoli progetti individuali di assistenza, purtroppo non applicata nonostante sia definita come modello che ”non si basa sulla corresponsione di prezzi e corrispettivi dalla parte pubblica a quella privata, ma sulla convergenza di obiettivi e sull’aggregazione di risorse pubbliche e private per la programmazione e la progettazione, in comune, di servizi e interventi diretti a elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, secondo una sfera relazionale che si colloca al di là del mero scambio utilitaristico” (Corte Cost. n. 131 del 2020).
Il secondo aspetto critico, puramente tecnico-amministrativo e a valle del nostro lavoro di pubblico interesse, ma indispensabile per garantire la sopravvivenza dei servizi - che se non ci fosse il privato sociale non esisterebbero, senza alternativa - è quello della rendicontazione e controllo delle attività. Gli estremi ritardi che subiamo, nell'ordine di molti mesi e in certi casi addirittura di anni, vengono imputati a una generica “insufficienza di personale”. È disarmante non esista un servizio informatico efficiente che con un software dedicato provveda a gestire, interamente e in tempo reale, le necessarie procedure. Eppure tutte le pratiche che gli uffici comunali sono costretti a esaminare manualmente con una lentezza esasperante non sono affatto, come volume documentale, più consistenti di quelle gestite - per carità, ricorro solo ad un esempio - con software dedicati, da normali strutture alberghiere che giornalmente movimentano flussi che presentano le più varie e complesse operazioni logistiche e amministrative. La SISPI, SIstema Palermo Informatica, è la partecipata del Comune che eroga servizi informatici al Comune di Palermo (non in forma gratuita). Ha realizzato un portale che potrebbe aiutare a migliorare la situazione se non fosse che", spiega Oliveri, "dopo l'inserimento dei dati sulla piattaforma da parte delle strutture, gli stessi dati vengono verificati per ben due volte 'manualmente', da Servizi Sociali prima e da Ragioneria poi, attraverso documenti esclusivamente cartacei. Vorremmo quindi che una volta per tutte l’amministrazione pubblica semplicemente facesse quello che un qualsiasi privato avrebbe fatto da decenni: dotarsi di strumenti informatici che, attraverso automatismi, possano garantire la ottimizzazione, velocizzazione e gestione dei processi. Cosa che avrebbe peraltro refluenze positive anche sul peso del lavoro in capo agli stessi lavoratori comunali, molti con contratto part-time.
Ovunque si ascolta il mantra della 'digitalizzazione', e delle grandi risorse straordinarie che pioveranno dal mitico PNRR per realizzarla. Aldilà della retorica, della vaghezza che diventa vacuità - conclude Mirco Oliveri - cerchiamo semplicemente di garantire ad operatori e cittadini l’ordinario di cui c’è bisogno”.
Credits: AltraSicilia