Crisi rincari energia/carburanti. “Regione Siciliana intervenga subito”, forte allarme da imprese, cooperative e contribuenti. L’85% delle merce venduta in Italia viaggia su gomma.
Confindustria chiede decontribuzione costo del lavoro. AGCI deplora aumenti speculativi e insiste su interventi di accelerazione nelle procedure di credito agevolato regionale. Per Confedercontribuenti occorre la massima pressione sul governo Draghi per l’immediata cancellazione o almeno la sospensione delle accise.
“Le imprese siciliane non usciranno vive da questa crisi”, è l’appello di Confindustria Sicilia. “I rincari delle materie prime, l’aumento incontrollabile dei costi dell’energia, del gas, del carburante, il conflitto in Ucraina insomma è per noi il colpo di grazia”
Spaventosi i dati sui rincari sottolineati da Confindustria Sicilia durante un incontro all’assessorato regionale all’Economia tra il presidente Alessandro Albanese e i vicepresidenti Antonello Biriaco e Gregory Bongiorno e il vicepresidente della Regione Siciliana Gaetano Armao: (+37,7% da ottobre 2020 a dicembre 2021, per le non energetiche). L’impennata dei prezzi di gas ed elettricità comporta per la manifattura un fortissimo incremento di costi per la fornitura di energia. Se in Italia nel 2019 il costo dell’energia era intorno agli 8 miliardi, oggi le stime ai prezzi attuali puntano a un balzo oltre i 50 miliardi. Le imprese devono affrontare anche difficoltà nel reperimento di materiali. Nel 2021 l’assoluta mancanza di materie prime è diventato il principale ostacolo alla produzione Questi problemi sono dovuti a blocchi della produzione legati a lockdown locali (soprattutto in Asia) alla crisi energetica in Cina, alle difficoltà nella logistica dovute all’applicazione di protocolli sanitari più stringenti, alla chiusura del canale di Suez e di diversi porti cinesi, alla congestione dei porti europei e americani, alla carenza di navi e container, e poi il conflitto in Ucraina ha peggiorato la situazione in Europa, sul fronte della logistica trasporti e della disponibilità di alcune specifiche commodity, esempio il grano. Se queste considerazioni sono valide per il territorio nazionale, per la Sicilia la crisi è amplificata dalla mancanza di collegamenti infrastrutturali idonei.
La soluzione possibile è una, conclude il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese: “Una manovra finanziaria di coraggio e visione. Un solo articolo per disporre che le risorse non vengano sbriciolate in micro-interventi a pioggia dal sapore elettorale. Se vogliamo realmente risollevare il Pil dobbiamo intervenire sulla leva del costo del lavoro. Subito tutti i fondi disponibili vengano dirottati sulla decontribuzione o su misure dirette alle imprese per compensare almeno in parte l’emorragia finanziaria legata ai rincari”.
Cappadona, AGCI-Associazione Generale delle Cooperative Italiane: “Caro carburante frutto di speculazioni, potenziare e velocizzare strumenti disponibili di credito agevolato regionale alle imprese”
“Come cittadino italiano sono esterrefatto dalle dichiarazioni, riportate dalla stampa, del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani: «Stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi. La crescita non è correlata alla realtà dei fatti, è una spirale speculativa, su cui guadagnano in pochi, una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini». Un’accusa che proviene addirittura da un componente del governo Draghi, che conferma come il costo del gasolio sia sproporzionato, il mercato ha alzato le tariffe in maniera irragionevole e il prezzo lo stanno pagando le nostre imprese”. Lo dice Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. “Il nostro appello al governatore della Regione Siciliana è di un immediato intervento nei confronti del presidente del Consiglio dei ministri per la sospensione di IVA e accise sui carburanti per uscire da questa nuova emergenza, il massimo potenziamento delle risorse e l’accelerazione delle procedure esistenti per il credito agevolato alle imprese da parte degli istituti finanziari di proprietà della Regione, la rapida attuazione delle norme di semplificazione contro i ritardi della pubblica amministrazione in Sicilia, che impediscono crescita e investimenti.
Il caro-energia è un fenomeno antecedente la guerra in Ucraina, un effetto speculativo indotto dall’emergenza Covid. Il relatore della legge di conversione del Decreto Energia, Luca Squeri (Forza Italia), in discussione alla commissione Attività produttive della Camera, nei scorsi giorni aveva già dichiarato la sua intenzione di proporre la sterilizzazione dell’IVA sui carburanti, fino alla fine dell’attuale emergenza. È evidente poi che il governo debba prendere immediati provvedimenti di contrasto dei fenomeni speculativi come quello in atto, intollerabili mentre il Paese cerca di risollevarsi dalla crisi causata da oltre due anni di Covid”.
Finocchiaro, Confedercontribuenti: “Premere affinché il governo Draghi annulli o sospenda subito le accise, su caro carburanti e fermo autotrasporti”
Il prezzo del carburante è ormai alle stelle, a causa di accise ed Iva. Oltre alle dinamiche di mercato, in questo momento legate al conflitto in Ucraina, i prezzi sono determinati dalle accise che ogni Paese applica. L’Italia è prima in Europa per imposizione fiscale nel diesel e seconda per quanto riguarda la benzina. Le imposte statali sono oggi la causa che rischia di mettere irrimediabilmente in ginocchio trasporto pubblico locale e le piccole aziende.
Si stanno valutando diverse ipotesi per tentare di ridurre i prezzi: i gestori delle pompe di rifornimento chiedono di abbassare l’Iva dal 22 al 5%, mentre le forze di maggioranza propongono di sterilizzare l’Iva sui rincari.
Iva a parte, innumerevoli poi sono state le “promesse” negli anni di ridurre le accise, mai mantenute. In totale, sono quasi una ventina le accise sui carburanti, accorpate nel 1995 in un’unica imposta indifferenziata, eliminando così ogni riferimento alle motivazioni originali.
Le aziende di autotrasporto hanno già annunciato che si fermeranno a causa dell’aumento dei costi del carburante, con effetti diretti sulla collettività: la sospensione dei rifornimenti di beni nel settore del commercio porterà a un conseguente impennata dei listini al dettaglio nei negozi e nei supermercati, visto che l’85% delle merce venduta in Italia viaggia su gomma.
In merito a questo “immobilismo del Governo” sulla crisi in atto, definito ingiustificato e deplorevole, interviene la Confedercontribuenti che chiede l’immediata cancellazione o almeno la sospensione delle accise, per dare una boccata di ossigeno ai contribuenti, alle imprese e agli autotrasportatori. A chiederlo a gran voce è Carmelo Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti: “Mantenere iva e accise così come sono (che hanno una incidenza di oltre un euro e dieci sul costo della benzina) è da irresponsabili. Ecco perché chiediamo con forza che il Governo – anche per un periodo temporalmente limitato e comunque fino a che la crisi dell’Ucraina continua e fin quando non troviamo alternative a questo sistema che ci vede fortemente condizionati anche nell’acquisto del gas dalla Russia – di annullare le accise in tal modo da consentire di riallineare il prezzo del carburante ai vecchi costi, così da rimettere in moto la competitività dell’industria, del commercio e dell’artigianato, aiutando gli autotrasportatori, ma anche i contribuenti e le loro famiglie, consentendo di abbassare i prezzi al consumo dei generi di prima necessità”.
Credits: IlGazzettinodiSicilia