Cappadona, AGCI Sicilia: “La Regione ha destinato per il 2022 solo 17 milioni di euro all’assistenza disabili, dopo averne censito il numero e stabilito il fabbisogno in oltre 67 milioni l’anno. I Comuni, sempre più in crisi, non sono in grado di fare fronte alla differenza. I ritardi nei pagamenti continuano a colpire le strutture private, ponendole tecnicamente in situazione fallimentare”.
La spesa per il mantenimento dei disabili psichici in strutture di tipo familiare alternative ai presidi ospedalieri spetta ai Comuni, ma spesso si tratta di un onere troppo gravoso per i bilanci degli enti locali.
A gestire il servizio di assistenza per conto dei Comuni sono associazioni e cooperative del cosiddetto “privato sociale”. La mancanza di liquidità degli enti locali causa però ritardi nei pagamenti anche di anni. Così, la Regione, tramite il dipartimento regionale della Famiglia e delle politiche sociali, interviene a sostegno dei Comuni, anche in considerazione della crescita del fenomeno del disagio sociale degli ultimi anni. Ma è un sostegno largamente insufficiente a mantenere quello che è il diritto al servizio pubblico di assistenza verso le categorie fragili.
«Profonda contrarietà e costernazione da parte di AGCI Sicilia nel prendere atto ancora una volta di come la Regione Siciliana eroghi ai Comuni dell’Isola una cifra assai lontana dai fabbisogni per l’assistenza ai disabili psichici stabiliti dagli stessi uffici regionali dell’Assessorato alla Famiglia e Politiche socialiı». Lo dichiara Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. «la Regione infatti ha censito 2.263 disabili psichici assistiti presso le comunità alloggio dell’Isola, stabilendo che la retta mensile in comunità alloggio è di 2.473,41 euro (comprensivo di IVA 5%). Il costo annuale complessivo stabilito dall’amministrazione regionale è dunque di 67.167.921,96 euro, che ai sensi della normativa vigente deve essere corrisposto dai Comuni alle strutture che gestiscono per loro conto il servizio di assistenza residenziale. Di tale costo - sottolinea Cappadona - il 40% è a carico specifico delle Asp. Viene infatti distinta nel servizio di assistenza la quota sanitaria da quella socio-assistenziale per l'onere complessivo della spesa di mantenimento dei disabili psichici in strutture di tipo familiare alternative ai presidi ospedalieri. Questo causa gravosi contenziosi tra amministrazioni comunali e Asp che tardano o rifiutano di pagare, e tra le cooperative sociali e alcuni Comuni che pretenderebbero illegittimamente che le strutture di accoglienza fatturassero il 40% direttamente alle Asp».
Dall’esame della ripartizione territoriale delle somme emerge che l’Agrigentino ha avuto l’importo più alto, 4.403.000 euro, a fronte di importi sensibilmente minori ricevuti invece delle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, cui sono stati destinati rispettivamente 2.511.000, 2.472.000, 857.000. Risultano censiti infatti nella provincia di Agrigento 570 disabili psichici, un numero sensibilmente più alto di quelli rispettivamente censiti nel Palermitano (325), nel Catanese (320) e nel Messinese (111), nonostante i rispettivi dati della popolazione siano circa di 448.000 (AG), 1.275.000 (PA), 1.115.000 (CT), 645.000 (ME).
«Bisognerebbe verificare come mai vi sia un numero così alto di disabili psichici censiti in provincia di Agrigento, nonostante la sua popolazione sia molto minore delle tre Città Metropolitane siciliane. Un dato discrepante che dovrebbe essere accertato e spiegato dagli uffici regionali preposti».
«Da anni l’AGCI Sicilia - continua Michele Cappadona - ha denunciato il cronico ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione nei confronti, in particolare, dei fornitori dei servizi di assistenza socio-sanitaria, conducendo un’incessante battaglia ma allo stesso tempo manifestando la massima disponibilità e leale collaborazione al governo regionale per trovare soluzioni di sostenibilità in un settore pubblico la cui missione è garantire diritti incomprimibili e livelli essenziali di assistenza. Dobbiamo prendere atto che il governo di Nello Musumeci non saputo e voluto intrattenere quell’auspicabile costante confronto con le associazioni di categoria per potere comporre un quadro virtuoso di garanzia tanto per l’assistenza agli utenti che per le cooperative sociali e i suoi lavoratori altamente specializzati che si impegnano da sempre con quotidiana dedizione agli assistiti sopportando lunghi interminabili periodi senza essere pagati».
Ai ritardi cronici dei pagamenti si sommano gli stati di crisi finanziaria dei Comuni, che se dichiarati in pre-dissesto o in dissesto interrompono i pagamenti ai fornitori, che possono solo sperare di essere pagati, a volte molti anni dopo, con una cifra enormemente decurtata.
«Siamo profondamente delusi dall’operato del governo Musumeci, dall’incapacità di gestione della macchina burocratica, lentissima nonostante la Sicilia abbia proprie norme regionali che dovrebbero accelerare la durata dei procedimenti. La giunta Musumeci non si è affatto preoccupata di potenziare adeguatamente l’attività ispettiva negli enti locali vigilati. Intollerabile la condotta illegittima e impunita di amministratori e burocrati comunali cui si consente di non adempiere all’obbligo di pagare i fornitori al più entro 60 giorni. Senza alcun riguardo per le imprese prostrate dalla crisi covid e ora da quella energetica per la guerra in Ucraina. Del tutto incredibile come venga per un verso accertato il fabbisogno di 2.263 disabili psichici e per l’altro appostando per la loro assistenza solo un quarto delle risorse necessarie. Senza alcun riguardo per oltre 1800 risorse umane, tra medici, psicologi, infermieri, oss e altro personale specialistico impegnato nelle cooperative sociali, cui si chiede in sostanza di lavorare puntualmente con delicati e gravosi compiti senza ricevere compensi anche per anni. Auspichiamo che il prossimo governo regionale - ancorché rimanesse espressione del centrodestra come il precedente - agisca in profonda discontinuità con l’operato della giunta Musumeci per l’efficienza della macchina amministrativa, la gestione delle politiche sociali in generale e l’assistenza alle categorie più fragili in particolare».