Rilanciare il comparto dell’Agricoltura partendo dai primati della Sicilia, prima regione italiana per: superficie agricola utilizzata; maggiore estensione di terreni votati all’agricoltura biologica; imprese agricole condotte da giovani under 35; modello agricolo maggiormente diversificato con attività connesse: agriturismo, trasformazione di prodotti agricoli, produzione di energia rinnovabile.
Sostegno ad agricoltori e allevatori, soprattutto nelle aree interne; modernizzazione e innovazione del sistema agroalimentare favorendo l’aggregazione territoriale; valorizzazione del paesaggio rurale. Tutto attraverso la facilitazione di accordi di filiera, la promozione del brand Sicilia e dei prodotti di qualità Dop, Igp e biologici, favorendo la multifunzionalità delle imprese agricole, la creazione di reti e un legame sempre più stretto con il turismo.
Queste le direttrici del nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2023-2027 alla cui definizione la Regione Siciliana ha dato il via, questa mattina a Palazzo d’Orleans a Palermo, con la presentazione a un vasto partenariato del Complemento di programmazione per lo sviluppo rurale (Csr). Le risorse finanziarie per il 2023-207 ammontano a oltre 1,5 miliardi di euro.
Ad avviare il confronto con i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, degli agronomi e periti agrari, delle università, dei sindacati confederali, del mondo delle cooperative, di medici veterinari, agrotecnici, biologi, sono stati l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino, il direttore generale del dipartimento regionale dell’Agricoltura Dario Cartabellotta e il capo di gabinetto dell’assessorato Giovanni Cucchiara.
«Con questo primo incontro nella sede della Presidenza della Regione – ha sottolineato l’assessore Sammartino – prende il via il dialogo con gli addetti al comparto. Ascolteremo le proposte dando vita al tavolo con il partenariato che ci accompagnerà a individuare come impostare al meglio la nuova programmazione e i nuovi bandi, per spendere bene le risorse e dare benefici alle nostre produzioni. Vogliamo coinvolgere il mondo scientifico e i produttori per rilanciare il settore: il nostro obiettivo è rendere sempre più competitivo il sistema agricolo, agroalimentare e agrituristico dell’Isola, un grande comparto produttivo orientato ai prodotti di qualità e alle relazioni virtuose tra turismo, enogastronomia ed export. Dobbiamo fare eccellenza e farla conoscere all’Italia e al mondo».
«Le direttrici del nuovo PSR appaiono coerenti con il generale contesto siciliano e AGCI Sicilia manifesta apprezzamento per il quadro d’intervento delineato dall’assessorato», dichiara Francesco Sprio, vicepresidente vicario dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. «Naturalmente, parte ora il lavoro più impegnativo, la concertazione con tutti gli attori coinvolti nel comparto sulla programmazione esecutiva delle risorse e la formulazione dei bandi delle varie specifiche misure. L’AGCI Sicilia – conclude Sprio – non mancherà di far giungere con tempestività le sue prime osservazioni come contributo per definire come raggiungere la migliore efficacia di utilizzazione delle risorse appostate».
Il Csr si fonda su alcuni dati di partenza: la Sicilia è la prima regione italiana per superficie agricola utilizzata (Sau) con 1,342 milioni di ettari; ha la maggiore estensione di terreni (360.000 ettari) votati all’agricoltura biologica; ha il primato nazionale di imprese agricole condotte da giovani under 35 (6.375) e il modello agricolo è sempre più diversificato con attività connesse a quelle agricole: agriturismo, trasformazione di prodotti agricoli, produzione di energia rinnovabile.
Nell’Isola sono 160.629 le imprese che operano nel comparto “agrifood” (agricoltura, alimentare e bevande), il 13% del numero complessivo nazionale, il valore della produzione ammonta a circa 9,7 miliardi di euro (5%) e operano nel settore 117.150 addetti (8%).
Ammonta a 536 milioni il valore delle produzioni Dop e Igp, che nell’Isola contano 67 prodotti (36 nel comparto cibo, valore 87 milioni; 31 nel vino, valore 449 milioni), con una crescita del 3,6% rispetto al 2020. La Sicilia è la decima regione per impatto delle produzioni a marchio di qualità, nelle quali sono impiegati 19.981 operatori, ovvero il 12% di quelli che lavorano in tutte le imprese agricole. Il fatturato di questo settore incide per circa il 35% del totale, a conferma che ogni impresa che produce prodotti a marchio di qualità pesa in valore tre volte rispetto ad una senza caratterizzazione.