L’incentivo pubblico potrà coprire fino al 75% dalle spese progettuali ritenute ammissibili, non inferiori a 750 mila euro e non superiori a 5 milioni di euro.
Cappadona, AGCI Sicilia: “Bene nuovi aiuti MIMIT per il Sud, ma la politica economica per il rilancio delle imprese deve prevedere, oltre l'attuale sostegno a rimborso degli investimenti, anche l’accesso al credito per renderli concretamente possibili. Serve liquidità per sopravvivere”.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha firmato il decreto che istituisce un nuovo bando per rafforzare la crescita sostenibile e la competitività delle PMI dei territori delle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna). Il decreto prevede lo stanziamento di 400 milioni di euro dal Programma Nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027” (PN RIC 2021-2027).
Obiettivo della misura attivata dal MIMIT è sostenere il processo di transizione delle piccole e medie imprese nelle regioni del Mezzogiorno mediante l’incentivazione di investimenti imprenditoriali innovativi, che facciano ampio ricorso alle tecnologie digitali, secondo il Piano Transizione 4.0.
«Il PNRR e i fondi strutturali e di investimento dell’Unione Europea sono gli strumenti indispensabili per la ripresa e il rilancio economico e occupazionale, in particolare in Sicilia. Ma occorre accompagnare le misure d’aiuto con la possibilità concreta di utilizzarle da parte da tutte le imprese, guardando soprattutto a quelle che la perdurante crisi ha reso più fragili», commenta Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. «Le misure di sostegno pubblico, infatti, comportano comunque che le imprese anticipino il costo gli investimenti, per ottenere solo dopo, spesso a distanza di anni, i relativi aiuti. Ma il tessuto imprenditoriale siciliano è da tempo esausto, la sua capacità di effettuare necessari significativi investimenti con proprie risorse finanziare è ormai generalmente inesistente. Non si può considerare un aiuto adeguato oggi, con la situazione in atto, chiedere che prima le aziende investano, e aspettino poi che arrivino i contributi, invariabilmente in ritardo. In questo momento occorre quindi ripristinare la possibilità di accesso al credito per finanziare gli investimenti, soprattutto per consentire di utilizzare proprio le misure di sostegno fornite da politiche di coesione, PNRR, e altri fondi UE che rappresentano l’ultima scialuppa di salvataggio disponibile per le aziende travolte dalla crisi. Non a caso durante il Covid è stato largamente adoperato lo strumento del Fondo di Garanzia, che interviene per risolvere la difficoltà degli operatori economici di accedere al credito bancario perché non dispongono di sufficienti garanzie, riferite al cosiddetto “merito creditizio”. Alla concessione dell’aiuto su un progetto d’investimento UE va dunque logicamente accompagnata la possibilità di aprire una linea di credito per la sua attuazione».
«In Sicilia il riordino del sistema del credito agevolato regionale è ancora “work in progress”- continua Cappadona -. L’avviata fusione di Ircac e Crias nel nuovo istituto Irca non è ancora definita, in un momento in cui la cooperazione avrebbe invece estremo bisogno di un rilancio di operatività. Serve liquidità per sopravvivere. Auspichiamo quindi - conclude Michele Cappadona - che le misure d’aiuto sugli investimenti vengano integrate con la possibilità di finanziarli incrementando le forme di garanzia pubblica e consentendo - direttamente attraverso gli istituti di credito regionale ovvero attraverso il sistema bancario e i confidi - un facile e immediato accesso al credito agevolato necessario a sostenere la spesa di esercizio che devono affrontare le micro e PMI siciliane, e naturalmente mi riferisco in particolare alle cooperative, per sperare in una realistica prospettiva di sostenibilità e rilancio”.
Per avere accesso al nuovo incentivo del MIMIT, i progetti presentati devono prevedere l’utilizzo di tecnologie abilitanti (per esempio cloud, realtà virtuale) destinati all’ampliamento della capacità produttiva, alla diversificazione della produzione, alla realizzazione di nuovi prodotti, o alla modifica del processo di produzione già esistente o alla realizzazione una nuova unità produttiva.
Ai fini della valutazione della finanziabilità sono, riconosciuti significativi anche i punteggi premiali per i progetti aventi ad oggetto l’efficientamento energetico dell’impresa e che consentano un risparmio energetico almeno pari al 5%, nonché per quelli finalizzati a introdurre nel processo produttivo soluzioni legate all’economia circolare.
Analoghe premialità sono altresì riconosciute per i progetti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici individuati dall’articolo 9 del regolamento (UE) n. 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2020, ovvero per le PMI che abbiano aderito ad un sistema di gestione ambientale o di efficienza energetica o che siano in possesso di una certificazione ambientale di prodotto.
I progetti infine dovranno prevedere spese ammissibili non inferiori complessivamente a euro 750.000,00 e non superiori a euro 5.000.000,00 ed essere realizzati nelle regioni del Mezzogiorno.
L’incentivo pubblico potrà coprire fino al 75% dalle spese ritenute ammissibili con un’agevolazione articolata in un contributo e in un finanziamento agevolato.
“Con lo stanziamento di questi nuovi fondi – ha sottolineato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso - intendiamo sostenere gli investimenti, realizzati dalle piccole e medie imprese del Mezzogiorno, in progetti innovativi in grado di assicurare una crescita sostenibile e un più forte risparmio energetico. Temi sempre più urgenti anche alla luce del raggiungimento di obiettivi climatici e ambientali non più rinviabili.”