«Ribadiamo che la cosiddetta “Rottamazione quater”, per la quale l’Agenzia delle entrate ha completato il 30 settembre l’invio delle comunicazioni a chi ha aderito, è un grosso passo indietro nel cammino verso la pace fiscale tra Stato e imprese», dichiara Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia.
La “definizione agevolata” prevede un numero massimo di diciotto rate, la prima e la seconda delle quali, ciascuna di importo pari al 10 per cento delle somme complessivamente dovute ai fini della definizione, hanno scadenza rispettivamente il 31 ottobre e il 30 novembre 2023.
Le restanti rate, di pari ammontare, scadranno il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024. Per il pagamento rateale, sono dovuti, a decorrere dal 1° novembre 2023, gli interessi al tasso del 2 per cento annuo. In caso di tardivo versamento, superiore a cinque giorni, anche di una sola rata, la definizione agevolata decade e i versamenti effettuati sono contabilizzati in acconto sulle somme originariamente dovute.
«AGCI Sicilia ha già stigmatizzato il disastroso errore di avere sospeso, nella legge finanziaria 2023, l’applicazione delle disposizioni sulla dilazione del pagamento stabilite dal DPR n. 602/1973 - continua Michele Cappadona -. Tre gli strumenti agevolativi già previsti per legge di cui deprechiamo la sospensione: la possibilità, a richiesta del contribuente, di una rateazione in 72 rate mensili, elevabili a 120 “ove il debitore si trovi, per ragioni estranee alla propria responsabilità, in una comprovata e grave situazione di difficolta' legata alla congiuntura economica”; la facoltà da parte del debitore di “chiedere che il piano di rateazione preveda, in luogo di rate costanti, rate variabili di importo crescente per ciascun anno”; infine, la non decadenza del piano di dilazione fino al “caso di mancato pagamento, nel corso del periodo di rateazione, di otto rate, anche non consecutive”.»
«La Rottamazione Quater non fornisce nuove agevolazioni ma modalità più restrittive delle norme già in vigore. Chiediamo che il Governo intervenga con un provvedimento di urgenza che consenta alle imprese che hanno già aderito, stante il perdurare della situazione di generale difficoltà economica, di effettuare il pagamento anche con rate di pari importo per regolarizzare la propria posizione».
«Purtroppo non è affatto raro il caso di aziende già finanziariamente fragili nel 2019 che, colpite dalla crisi Covid 2020-2021, non sono più riuscite a riprendersi, continuando a subire ora il caro-energia e i tanti effetti negativi dovuti al perdurante conflitto in Ucraina, di cui non si intravede una soluzione a breve. A questo si aggiungono i cronici ritardi con cui vengono erogati i pagamenti alle imprese fornitrici di pubbliche amministrazioni, di cui in Sicilia (prima regione in Italia) un numero rilevante si trova in stato di dissesto o pre-dissesto, con gravissimo pregiudizio delle aziende creditrici.
Sottolineiamo quindi che nuovi strumenti in direzione della mitica “pace fiscale”, auspicata da tutte le forze politiche con declinazioni diverse, devono aggiungere e migliorare le possibilità di regolarizzare la posizione dei contribuenti, ma è insensato che invece di fornire nuove alternative si precluda l’utilizzazione di norme e modalità di agevolazione già esistenti.
La Rottamazione quater prevede una dilazione in 18 rate in un periodo di 50 mesi (dal 31 ottobre 2023 al 30 novembre 2027, cioè 4 anni e 2 mesi), con le prime due rate (31 ottobre e 30 novembre 2023) di importo più alto, ciascuna pari al 10% del debito.
Per un’impresa che ha accumulato 200/400mila euro di debito - spiega Cappadona -, si tratterebbe di pagare da 20mila a 40mila euro per due mesi di seguito. Va ricordato che il DPR n. 602/1973 consente semmai che le rate siano crescenti e non il contrario. Inoltre, applicando la prevista possibilità di pagamento in 120 rate mensili invece che 18 rate in 50 mesi, il carico mensile viene notevolmente alleggerito. Infine, è concretamente vessatorio il termine di cinque giorni di ritardo che determina la decadenza dell’intera rottamazione, mentre è più sensato mantenere il previgente criterio di otto rate anche non consecutive non pagate nei termini, a maggior ragione su una dilazione decennale.
Ciò per cui da tanti anni la nostra Centrale cooperativa si batte è il diritto delle aziende che si trovano in debito col fisco per ragioni estranee alla propria volontà di potere regolarizzare la loro posizione, senza trovarsi strangolate se non dalla diminuzione del fatturato, dall’accentuato ritardo degli incassi, da una parte, e da un carico esattoriale pregresso insostenibile, dall’altra parte. Da decenni si parla di pace fiscale, senza conseguirla. Le politiche economiche non riescono a tenere conto della fragilità del sistema produttivo, soprattutto delle micro e piccole imprese, Ma la gestione della riscossione, come tutti i grandi temi critici - cuneo fiscale, accesso al credito, investimenti, zes, etc. - collegati al sostegno e alla sopravvivenza ancor prima dello sviluppo del tessuto economico hanno, come elemento essenziale per essere efficaci, il tempo. L’incertezza, la mancanza di strategie coerenti al contesto e la lentezza nell’attuazione anche degli interventi indispensabili e primari - conclude Cappadona -, restano gli elementi più destabilizzaznti e distruttivi nel percorso di ripresa e resilienza di cui l’Italia e la Sicilia hanno un sempre più disperato bisogno».