Inaugurata venerdì 21 ottobre, alla presenza dell’assessore all’Istruzione del Comune di Palermo, Aristide Tamajo, la nuova scuola nido-infanzia Il Draghetto per i bambini da zero a sei anni, in Via Casimiro Drago 5.
Una scuola basata su attività coinvolgenti e stimolanti: manipolazione, travasi, giochi musicali, percorsi sensoriali, luci e forme e il teatro delle ombre. Ma anche su ecosostenibilità e biologico: orto a scuola, luce naturale e infissi di ultima generazione, energia solare, merenda che rispetta la natura.
«Il Draghetto - spiega la presidente Cinzia Lipari - nasce dal mio incontro con Piera Maggio, quando ho iscritto i miei figli al “Nico e Nica College”, istituto scolastico che Piera dirige dal 1985. Un incontro casuale che è diventato un’amicizia e la condivisione di un sogno da realizzare insieme, uno spazio da riempire con legami, sorrisi, rapporti ed emozioni».
«I migliori auguri, a nome di AGCI e miei personali, per l’inizio di attività della nuova struttura scolastica nostra associata “Il Draghetto Zerosei” - dichiara Francesco Sprio, presidente provinciale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Palermo -. La nostra centrale cooperativa è molto attenta e presente anche nel settore dell’istruzione, ed è evidente il grande valore sociale che riveste l’apertura di un nuovo asilo nido-scuola materna a Palermo, in una zona della città in cui è importante assicurare servizi di questa tipologia. Un’iniziativa che ha il pregio di investire in un progetto dove la professionalità dello staff, si accompagna all’innovazione e alla ecosostenibilità. Ringraziamo anche la sensibilità dimostrata dall’assessore all’Istruzione del Comune di Palermo, Aristide Tamajo che ha voluto significativamente essere presente il giorno dell’inaugurazione di questa nuova struttura scolastica a servizio del territorio».
Spazi ampi e luminosi, 300 mq interni e altrettanti all’esterno con pavimento gommato, un’accoglienza che punta sull’ecosostenibilità e sul biologico. Lo staff comprende anche il medico dietista nutrizionista Maria Rosaria Tranchina e due educatrici per accudire i bambini dalle 8 alle 17:30.
Tra le buone pratiche che possono essere “coltivate” all’interno dei servizi educativi c’è quella della creazione di un orto. Sono già numerosi gli istituti che hanno trasformato degli angoli dei propri giardini in orti scolastici dove i piccoli amanti della natura possono prendersi cura e veder nascere e crescere prodotti che poi potranno mangiare. Dalle erbe aromatiche, alle verdure passando per i frutti tante le possibilità per far scoprire ai bambini l’arte del coltivare la terra, i bisogni dell’agricoltura e anche lo scorrere delle stagioni.
«Il nostro progetto educativo è incentrato sul Gioco Simbolico - continua Cinzia Lipari -, una modalità di gioco in cui il bambino rappresenta attraverso il materiale che ha a disposizione qualcosa che non è presente realmente. Il gioco del “far finta” rappresenta per il bambino l’opportunità di fare una esperienza creativa, simbolica, motoria e sensoriale.
Durante questa modalità di gioco, i bambini non stanno “imitando” qualcuno o qualcosa, ma stanno “interpretando” a loro piacimento una storia. Proprio per questo motivo, il gioco simbolico diventa un modo per esprimere la loro sfera affettiva e relazionale. Questa modalità permette loro di conoscere se stessi e le proprie emozioni, rielaborando esperienze vissute e attribuendogli nuovi significati, imparando a mediare tra la realtà e i desideri, a esprimere le proprie angosce ricercandovi una soluzione.
Al fine di garantire più possibilità di gioco e scoperta ai bimbi, abbiamo dato molta importanza all’organizzazione degli spazi, con l’intento di ospitare piccoli gruppi in ogni ambiente strutturato in modo funzionale per le diverse attività didattiche e non. I bimbi hanno la possibilità di riconoscere gli spazi, di distinguerli e quindi di imparare a muoversi autonomamente all’interno di essi, mettendo in atto competenze e attitudini che hanno come fine ultimo quello di imparare facendo: apprendere attraverso la sperimentazione».