Lollobrigida: “Pescatore coltivatore mare, regole Ue indeboliscono marinerie”. Flotta italiana ridotta di oltre il 20% nell’ultimo decennio, mentre i giorni di pesca fanno registrare un -30%. Diminuisce anche il numero dei pescatori del 16% e si stenta a trovare nuovi lavoratori, soprattutto giovani.
Dall’Alleanza Cooperative Pesca e Acquacoltura che ha partecipato oggi al tavolo di confronto con il ministro il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, arriva un forte apprezzamento per la decisione dell’Italia di ricorrere alla Corte di Giustizia Ue sul regolamento europeo controlli.
“Sono state ascoltate le nostre richieste di rivedere profondamente norme impossibili da rispettare per il tipo di pesca che si pratica nei nostri mari. Un cambio di marcia in Europa che passa dai tre no dell’Italia per tutelare la pesca italiana da un groviglio normativo comunitario che rende sempre più complicato, per le imprese e gli addetti, lavorare. Ringraziamo il ministro per essersi opposto, anche come voce fuori dal coro dei colleghi europei, al piano di azione, al regolamento controlli e alle possibilità di pesca per il 2024”. Va nella giusta direzione anche riconoscere ai pescatori alcuni strumenti disponibili agli agricoltori per intervenire in maniera incisiva come nel caso delle calamità naturali, una su tutte il granchio blu. Occorre proseguire su questa strada, ampliando e accelerando gli interventi a favore del comparto come l’estensione anche alla pesca marittima il regime speciale Iva agricola e il rifinanziamento del credito di imposta. Ma anche interventi per rinnovare la flotta da pesca e velocizzare le pratiche per l’arresto definitivo delle imbarcazioni più vecchie”, afferma l’Alleanza. L’età media dei pescherecci italiani – sottolinea la cooperazione - è di 31 anni, troppi. La flotta si è ridotta di oltre -20% nell’ultimo decennio, mentre i giorni di pesca fanno registrare un -30%. Diminuisce anche il numero dei pescatori -16% e si stenta a trovare nuovi lavoratori, soprattutto giovani. Sono dati allarmanti che richiedono un cambio di rotta con interventi di sviluppo e rilancio per evitare che “nel 2030 oltre 9 prodotti ittici su 10 consumati sulle nostre tavole siano di importazione per mancanza di imprese e di lavoratori della pesca”, conclude l’Alleanza.
Giovanni Basciano, responsabile regionale Pesca dell'Associazione Generale delle Cooperative Italiane - AGCI Sicilia: «Positiva la presa di posizione del ministero, in un momento in cui le imprese di pesca e le nostre cooperative stanno affrontando enormi difficoltà per continuare la loro attività e mantenere l’occupazione, rendendo allo stesso tempo possibile il nostro piacere di mangiare dell’ottimo pesce del nostro mare. Il settore va difeso e aiutato verso la necessaria modernità dei mezzi e dell’indispensabile controllo del valore».
"Ho convocato questa riunione 8 giorni fa a prescindere da qualsiasi protesta - dichiara il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida - per fare il punto sui risultati ottenuti, su quelli che vorremo ottenere in ambito europeo e per sviluppare il confronto, già avviato nei mesi scorsi, sulle tematiche cruciali per il settore ed indicare prospettive future di rilancio. L'Italia è la Nazione che è stata maggiormente penalizzata dalle norme Ue. C'è stato un calo delle marinerie del 40%, i nostri pescatori sono stati quelli più colpiti. La nostra attenzione verso il settore è grande e dobbiamo essere capaci di valorizzare la nostra flotta peschereccia, per un terzo impiegata nella pesca a strascico, messa a bando da Bruxelles". Così il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenuto al tavolo di confronto sul settore Pesca e Acquacoltura che si è svolto oggi al Masaf insieme alle Associazioni di categoria e alle Organizzazioni sindacali di settore.
Presenti anche il Capo di Gabinetto, Raffaele Boriello, il Capo del Dipartimento della sovranità alimentare e dell'ippica, Marco Lupo, il direttore generale della Pesca marittima e Acquacoltura, Francesco Saverio Abate, e il direttore generale dell'Ismea, Maria Chiara Zaganelli.
"L'obiettivo del Governo Meloni è chiaro: uscire dalla dicotomia pesca contro ambiente e costruire un futuro sostenibile per il comparto ittico", ha sottolineato il ministro Lollobrigida, che, nel corso della riunione, ha illustrato il nuovo approccio che il Governo ha portato avanti nei confronti dell'Unione Europea per trovare un giusto equilibrio tra sostenibilità economica, ambientale e sociale. Chiarissimi i segnali che, in più di un'occasione, ha dato l’Italia: dal voto contrario al Piano d'Azione Pesca, a quello ai regolamenti sui totali ammissibili di catture 'Tac e Quota Mediterraneo e Generale', fino alle regole imposte che rischiano di violare la privacy dei pescatori, attraverso i sistemi di controllo dei pescherecci (Vms) e la registrazione elettronica delle catture, su cui l'Italia ha avviato le procedure per verificare, con la presidenza del Consiglio, le condizioni per fare ricorso.
Un atteggiamento coerente anche a livello nazionale, dove si è restituita centralità a un settore per anni trascurato, a partire dalla modifica della legge 102 nell'ultima legge di Bilancio, provvedimento con il quale i pescatori sono stati posti sullo stesso piano degli agricoltori all'interno del sistema di produzione, dai fondi stanziati per l'emergenza del granchio blu di oltre 13 miliardi, fino alla possibilità di ottenere la proroga delle operazioni creditizie.
"Il pescatore è un coltivatore del mare che garantisce l'approvvigionamento alimentare", ha concluso il ministro. "Se l'aggressione delle regole europee è finalizzata a indebolire le marinerie del nostro territorio, le persone lasciano questa attività che, invece, noi riteniamo centrale e alla quale non vogliamo rinunciare".
I rappresentanti delle Associazioni di categoria e sindacali hanno posto all'attenzione del ministro suggerimenti e criticità, che saranno affrontati nei singoli tavoli tecnici che verranno attivati dalla Direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura del Masaf.