«Sprecata un’altra occasione di riconciliazione con i contribuenti che non riescono a pagare le cartelle esattoriali arretrate. Incomprensibile perseveranza nel mantenere condizioni palesemente contrarie alla pace fiscale tra Stato e contribuenti, cittadini e imprese».
È il commento di Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia, sul mini-differimento al 20 marzo per la regolarizzazione delle prime tre rate della rottamazione-quater.
Cartelle fiscali e Milleproroghe, continua la beffa sulla “definizione agevolata 2023”. Chi non è riuscito a pagare il 20% del importo è riammesso ma solo se salda tutto, insieme alla terza rata, entro il 20 marzo.
Su 11,9 miliardi di euro attesi per le prime due rate 2023 cella rottamazione-quater, incassati solo 6,5 miliardi dai 3,05 milioni di contribuenti che avevano aderito. Il tasso di decadenza registrato dall’Agenzia delle entrate è del 45,4%, pari a 5,4 mld di euro.
Con il decreto Milleproroghe, la cui legge di conversione è stata appena pubblicata in gazzetta, si è voluto intervenire consentendo (solo a chi aveva già aderito) di mantenere i benefici dell’ultima definizione agevolata effettuando il saldo delle prime tre rate entro il 15 marzo 2024. Prevista una tolleranza di cinque giorni, quindi il pagamento viene considerato tempestivo se effettuato, con i 5 giorni di tolleranza, entro mercoledì 20 marzo 2024.
Il magazzino di crediti erariali, secondo i dati forniti dal direttore dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, ammonta a 1.206,6 miliardi di euro, contenuti in circa 163 milioni tra cartelle e avvisi che per buona parte non hanno prospettiva di recupero. Potenzialmente resta un importo “recuperabile” di 101,7 miliardi di euro.
«Nessuna pace fiscale, solo una piccola tregua malriuscita. Il Milleproroghe spreca un’altra occasione per una vera riconciliazione tra Stato e contribuenti. Il tasso di adesione alla rottamazione-quater è stato stimato pari a circa l’1,84 per cento del valore residuo dei carichi definibili in misura agevolata. L’analisi dei dati dell’Agenzia delle entrate dà ragione alla posizione da noi sempre sostenuta sull’inconsistenza delle misure adottate», dichiara Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia.
«AdER nel 2023 ha incassato 14,8 miliardi di euro, 7,6 miliardi di euro relativi all’ordinaria attività di riscossione e ben 7,2 miliardi riferiti a misure di rottamazione (6,5 mld per le due rate della rottamazione-quater)», continua Cappadona. È evidente la rilevanza delle iniziative di definizione agevolata sul totale degli incassi. La pace fiscale con i contribuenti è una fondamentale strategia di recupero di risorse, in atto purtroppo gestita malissimo. La legge finanziaria che ha stabilito l’ultima rottamazione ha sospeso la possibilità prevista, a richiesta del contribuente, di una rateazione in 72 rate mensili, elevabili a 120 e la facoltà da parte del debitore di “chiedere che il piano di rateazione preveda, in luogo di rate costanti, rate variabili di importo crescente per ciascun anno”; infine, la non decadenza del piano di dilazione fino al “caso di mancato pagamento, nel corso del periodo di rateazione, di otto rate, anche non consecutive”.
L’atteggiamento dei contribuenti è generalmente positivo come prova il gettito spontaneo del 2023, che supera i 536 miliardi, oltre 26 miliardi in più rispetto al 2022. Da sempre AGCI Sicilia – sottolinea Michele Cappadona – si batte per il diritto delle imprese che si trovano indebitate col fisco per ragioni estranee alla propria volontà, di potere regolarizzare un carico esattoriale pregresso insostenibile, specialmente se si trovano in stato di difficoltà economica anche per il cronico ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione.
Su 11,9 miliardi attesi nel 2023 dalle prime due rate della rottamazione quater, il mancato incasso di 5,4 mld espone in atto un tasso di decadenza del 45,4%. Essendo evidente che la difficoltà è stata quella di pagare il 20% con le due prime rate, la soluzione non può certo essere quella di concedere di saldare tutte e tre le rate scadute entro il 20 marzo. Va semplicemente ripristinata la possibilità del pagamento fino a 10 anni con rate di pari importo o crescenti.
Chi governa dovrebbe considerare che la priorità è la sopravvivenza dell’impresa e del contribuente, e che ostinarsi a scrivere poste in bilancio di entrate fiscali realisticamente inesigibili amplia le criticità, con il solo risultato di veder decimare una dopo l’altra le aziende economicamente più fragili. Per le cooperative e le micro e piccole imprese siciliane è la cronaca di una morte annunciata».
(Nell’immagine di copertina, il premier Giorgia Meloni e il ministro all’Economia e finanze Giancarlo Giorgetti, sullo sfondo della sede del Mef)