"Sostenibilità e innovazione nella filiera agroalimentare e della pesca". Questo il titolo del Convegno, organizzato da AGCI il 27 Settembre 2024, in occasione del G7 Agroalimentare e Pesca.
Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane e vicepresidente nazionale vicario AGCI ha introdotto con il suo saluto i temi del convegno, delineando il ruolo della Sicilia in un percorso di crescita tra criticità e innovazione, per un futuro sostenibile delle filiere agroalimentari e della pesca.
Il presidente Cappadona ha sottolineato come il mondo della cooperazione in Sicilia contribuisca al settore agroalimentare e della pesca del sistema italiano con un ampia varietà di eccellenze, frutto di «attività che fanno parte della storia e della tradizione della nostra Isola, riconosciute e apprezzate anche a livello internazionale».
«Il “G7 Agricoltura e pesca” - ha commentato Cappadona - esalta il ruolo della Sicilia, che come ha detto il ministro Francesco Lollobrigida, è un luogo ricco di storia, cultura, incontri tra popoli, terra, mare e cibo. Se il passato e il presente sono le radici del futuro, non dobbiamo dimenticare che la Sicilia è il luogo dove nell'antichità, si sono incontrate e sviluppate le culture greca, fenicia, cartaginese e romana. Nell'undicesimo secolo, è stata un punto di incontro tra le civiltà bizantina, normanna e araba. Federico II di Svevia scelse la Sicilia come capitale multiculturale del Sacro Romano Impero, quasi duemila anni dopo la fondazione di Roma. Inoltre, ospita il Parlamento più antico del mondo». Ogni cultura ha arricchito il patrimonio agroalimentare dell’Isola importando nuove coltivazioni, migliorando le tecniche agricole e ampliando le tradizioni enogastronomiche identitarie.
La Sicilia, grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo, è potenzialmente un importante hub per i trasporti e centro di interessi economici commerciali. Tuttavia, afferma Cappadona, per valorizzarne le potenzialità «è urgente modernizzare le sue infrastrutture, che al momento sono insufficienti. L’isola non ha una rete di trasporti moderna, né stradale né ferroviaria, e manca di porti e aeroporti internazionali. Inoltre, i collegamenti interni non sono adeguati agli standard italiani ed europei e non soddisfano le esigenze turistiche».
«Ci piace interpretare la decisione di svolgere il G7 sull’Agricoltura e pesca in Sicilia» proclamando la qualità e sostenibilità del “sistema Italia” della filiera agroalimentare, come «una chiara volontà di affrontare finalmente la grave crisi che affligge l’agricoltura siciliana a causa della siccità. L’isola è in difficoltà per la mancanza di una rete adeguata per la raccolta e distribuzione dell’acqua per l’irrigazione e per l’acqua potabile.
Il diritto all'acqua è essenziale, fondamentale e universale. È importante ricordare che i servizi legati ai trasporti, all'ambiente, all'acqua e ai rifiuti influenzano direttamente il turismo, anch’essa una risorsa strategica per la Sicilia. Anche se le politiche nazionali ed europee cercano», almeno sulla carta, «di ridurre le differenze tra il Sud e il resto del paese, le recenti normative sull'autonomia differenziata, che devolvono competenze alle regioni, sembrano contraddittorie».
«Senza entrare nel merito della “Legge Calderoli” precisa Cappadona - voglio richiamare il pensiero dell'economista siciliano, il professor Pietro Busetta. Egli sostiene che è sbagliato e ingiusto parlare di livelli "essenziali" delle prestazioni. È invece più giusto ed equo garantire che ci siano livelli uniformi delle prestazioni in tutta Italia. Questo significa che, sia in Lombardia che in Sicilia, devono essere uguali l'assistenza sanitaria, l'accesso al credito per le startup e il sostegno alle imprese. Le infrastrutture, sia per i cittadini che per le attività produttive, devono essere uniformi in tutto il paese».
«Il Piano Mattei per l'Africa merita il giusto apprezzamento. Ma proprio per questo, sarebbe coerente che il governo mostrasse anche un impegno concreto per ridurre il divario infrastrutturale e dei servizi tra la Sicilia e il Mezzogiorno e il resto d'Italia». Un'iniziativa concreta e rigorosa «con un piano dettagliato e scadenze chiare sarebbe utile per colmare queste disparità».
Tornando alle criticità siciliane, specialmente per le drammatiche condizioni di difficoltà dell’Isola e la siccità, che non è prevedibile ma sicuramente ciclica e dunque va contrastata con opportune infrastrutturazioni, «le iniziative del G7 Ortigia per promuovere il "Sistema Italia agroalimentare", anche se valide, sono soluzioni temporanee», cioè corrette in termini d’immagine per promuovere eccellenze e potenzialità di crescita, ma che in sé «non riusciranno a prevenire la desertificazione e la distruzione dell'agricoltura e dell'allevamento in Sicilia». Continuare ad assistere al trasferimento e assegnazione di quante più risorse possibile al di fuori del Meridione, non è più sostenibile, non è più tollerabile. «È urgente che le risorse dovute al Sud e alla Sicilia, per affrontare i divari infrastrutturali in settori come acqua, rifiuti, trasporti e sanità, vengano finalmente restituite e non più negate, anno dopo anno e legislatura dopo legislatura».
«Come associazione che tutela le imprese siciliane - continua Cappadona -, è doveroso il nostro appello che occorre intervenire subito con fondi di emergenza per mettere in sicurezza la raccolta e distribuzione dell’acqua per le reti idriche urbane e le rete irrigue. Senza questo intervento, una volta concluso il festoso G7, rischiamo di dover fare i conti con la drammatica realtà degli agricoltori e allevatori siciliani, che potrebbero vedere le loro imprese completamente distrutte dalla siccità».
«In occasione del G7 Agricoltura, il Ministero ha organizzato qui a Ortigia un'expo internazionale di 9 giorni dedicata all'agricoltura e alla pesca, intitolata "Divinazione Expo 24". Questo evento offre l'opportunità di presentare al mondo l'eccezionale ricchezza e qualità del sistema agroalimentare italiano».
Allo stesso tempo, un’occasione preziosa per tenere ben accesi i riflettori sui tanti temi della difficile situazione siciliana.
Ottime ragioni che hanno portato Michele Cappadona a concludere il saluto d’introduzione ai lavori «con l'auspicio che l'Expo Agroalimentare in Sicilia, realizzato nel 2024, possa trasformarsi in un evento fieristico annuale permanente».